E’ una polemica sbagliata quella fra Juventus e Inter. Ha cominciato la Juventus male, ha proseguito l’Inter decisamente peggio. Il primo a lanciare il sasso è stato Giraudo (“non è morale spendere 120 milioni l’anno senza nemmeno vincere”), ma aveva una giustificazione. Era in un liceo, parlava davanti a trecento ragazzi. Era insomma in un contesto chiassoso e non ufficiale. E non si può mettere in discussione che spendere quella cifra per quegli scopi ha comunque qualcosa di amorale. Giraudo per di più non aveva fatto nomi. Aveva parlato di “certe società”. Rispondere in modo piccato e far vedere che “certe società” siamo noi, sa molto di excusatio non petita. Insomma di coda di paglia.
Per primo ha risposto Facchetti mettendola giù dura ma da uomo di calcio che risponde ad altra gente di calcio. Più dispetto che schiaffo. Poi è intervenuto il secondo azionista della società, Tronchetti Provera, che è invece andato giù pesante. “l’Inter non vince perché rifiuta i giochi di potere” ha detto Tronchetti Provera alludendo a qualche decina di presunti favori e a una precisa forza della Juventus sul calcio.
L’errore secondo me sta in questo: non è molto chiaro dove l’Inter sia diversa dalla Juve. La Juve vince e l’Inter perde, questo è evidente. Ma dal punto di vista della lobby che gestisce il calcio, credo Tronchetti Provera sappia che l’Inter ha sempre scelto la parte giusta in cui schierarsi. E’ sempre stata dalla parte di Juventus e Milan. Infatti è legata nel pool che per primo firma i con tratti sui diritti televisivi, ha fatto da apripista con le stesse società sul digitale terrestre e si è precipitata ad accogliere la firma di Berlusconi sul decreto spalma ammortamenti di cui ha fatto uso per circa 250 miliardi di lire esattamente come Milan, Roma e Lazio. Non Juventus.
Per anni le squadre di seconda fascia, diciamo le avversarie del gruppo Juventus-Milan in Lega, hanno cercato di portare l’Inter dalla loro parte. Sarebbe stata una presenza non importante ma fondamentale. Con la Roma di Sensi avrebbe contribuito a capovolgere le gerarchie in Lega, quindi avere peso diverso nella gestione economica del calcio e in quella politica. Stessa cosa è accaduta quando un anno fa la Lega si spaccò fra Galliani e Della Valle. Mancava Moratti agli oppositori, ma Moratti non arrivò mai. Rimase con Juventus e Milan. Non so assolutamente se un gruppo di potere diverso avrebbe fatto meglio o peggio. Ma certo non ci si può lamentare del passato e del presente quando non solo non si è fatto niente per cambiarlo ma si è anzi votato a favore dei nostri “persecutori” facendo cassa con loro appena è stato possibile.
E’ questo che davvero manca all’Inter. Un’identità. Uno schieramento. La responsabilità della propria forza. Il piacere di essere forti, quindi inevitabilmente un po’ impopolari ed arroganti. Sembra che l’Inter tenga soprattutto ad avere sempre un buon pretesto per perdere bene e mai per vincere magari male. Ma se si accetta di essere i terzi di un terzetto, si prendono forse i soldi dei primi ma si arriva sempre terzi. E’ strano doverlo dire a chi di soldi ogni anno ne rimette veramente tanti. Così tanti che potrebbero pagare una vera indipendenza e una giustificata posizione di totale indipendenza.
(Spr/Adnkronos)