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Verona, uccisi anche due agenti
Erano di pattuglia nella Verona di notte, lungo la Statale 11, quando intorno alle 2.30 hanno visto strani movimenti intorno a una "Panda". I due agenti si sono fermati, ma non appena si sono avvicinati un uomo, che a quanto pare stava rapinando una prostituta, ha aperto il fuoco. I poliziotti hanno reagito, e nella sparatoria sono rimasti uccisi entrambi, così come la prostituta e il rapinatore.
I colleghi dei due agenti stanno ancora tentando di ricostruire con certezza la dinamica di quanto accaduto: un compito particolarmente difficile, perché tutte le persone coinvolte nella sparatoria sono morte e nessun altro ha assistito. Dai rilievi e dalle comunicazioni con la centrale dei due agenti, pare però che la prostituta fosse stata colpita ancora prima dell'inizio della sparatoria dall'uomo che poi ha aperto il fuoco contro i poliziotti, l'investigatore privato Andrea Arrigoni, 36 enne titolare dell'agenzia "Mercury Investigazioni" di via Sant'Alessando a Bergamo.
Non è ancora chiaro se l'uomo stesse tentando di rapinare la lucciola, una trentenne ucraina, e se avesse avuto con la donna una violenta lite: sta di fatto che i due poliziotti (il 36enne Davide Turazza e il collega Giuseppe Cimarrusti, 26 anni) l'hanno sorpreso mentre la stava colpendo (nella Panda della prostituta sono state trovate tracce di sangue), e lui, quando li ha visti avvicinarsi, ha scaricato contro di loro l'intero caricatore della sua Glock calibro 9: 14 colpi. Gli agenti hanno reagito, e ne è scaturita una vera e propria pioggia di fuoco: 33 i colpi esplosi in pochi secondi.
Gli agenti hanno fatto solo in tempo a chiamare la centrale, segnalando il conflitto a fuoco e chiedendo l'invio dell'ambulanza: pochi secondi dopo l'investigatore privato è stato colpito, ma anche i due poliziotti sono rimasti uccisi. Quando l'ambulanza è arrivata, per i tre uomini non c'era più nulla da fare, mentre la prostituta, ancora in vita, è stata portata all'ospedale, dove però è morta qualche ora più tardi. Intanto i familiari di Davide Turazza hanno acconsentito a donare gli organi del congiunto: per il momento all'agente sono state espiantate le cornee. Il poliziotto lascia la moglie e due figli.
Davide Turazza, la stessa morte del fratello
Per la famiglia di Turazza è la seconda tragedia nel giro di pochi anni: il fratello di Davide, Massimiliano, era anche lui un agente di polizia, ed era stato ucciso da un ex affiliato alla Mala del Brenta nella notte tra il 18 e 19 ottobre del 1994 a Fumane, un comune a 17 chilometri dal capoluogo scaligero. L'agente aveva 29 anni, e stava rientrandio a casa al termine del servizio quando vide strani movimenti davanti alla Banca Popolare di Verona. Si fermò per controllare, e Alceo Bartalucci, ex pentito della mala del Brenta, gli sparò, fuggendo dopo l'omicidio e abbandonando una borsa contenente le armi che sarebbero dovute servire per un assalto a un furgone portavalori: un fucile a pompa senza calcio, una pistola calibro 28, un kalashnikov e numerose munizioni.
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