Il grido in un nastro registrato in italiano e in francese, consegnato ieri all'Ap e trasmesso da tv arabe, Sky e Rai.
BAGDAD - «Aiutatemi, dovete porre fine all’occupazione, è l’unico modo per uscire da questa situazione»: Giuliana Sgrena appare in lacrime, le mani giunte come in preghiera, nel video diffuso dai suoi sequestratori e consegnato ieri martedì 15 febbraio da anonimi all’Associated Press Television. Nel nastro la giornalista del Manifesto rapita in Iraq piange straziata mentre chiede che le sia risparmiata la vita e supplica, prima in italiano e poi in francese: «Aiutatemi a salvarmi, questo popolo non deve più soffrire così, ritiratevi dall'Iraq, dovete porre fine all'occupazione, è l'unico modo per venirne fuori».
AL COMPAGNO - Poi la supplica diretta al compagno: «Pier aiutami tu, sei sempre stato con me in tutte le mie battaglie, ti prego aiutami a chiedere il ritiro delle truppe, fai vedere tutte le foto che ho fatto (sono quelle relative ai danni causati dalle "cluster bomb", vedi sopra), questo popolo non vuole occupazione. Chiedo alla mia famiglia di aiutarmi, nessuno deve venire in Iraq, tutti gli italiani sono considerati dei nemici».
Nel video la giornalista del Manifesto compare da sola, indossa una casacca verde; sullo sfondo si vede un lenzuolo bianco e una scritta, «Mujaheddin senza confini», in caratteri arabi rossi, una sigla sconosciuta.
NEL GIORNO DEL VOTO - Il drammatico appello di Giuliana Sgrena arriva il giorno dopo la richiesta di notizie fatta dal padre della rapita e nel giorno in cui il Senato vota il rifinanziamento della missione italiana in Iraq . Berlusconi, in serata, è intervenuto sulla questione, dichiarando che «il governo sta lavorando», ma ora è opportuno «mantenere il più stretto riserbo». Tuttavia, dice il presidente del consiglio silvio berlusconi uscendo dall'aula a montecitorio, «ci sono fondate ragioni di ottimismo».
«HO PAURA CHE FINISCA MALE» - «Siamo preoccupatissimi, siamo scossi, perché le condizioni poste del ritiro delle truppe saranno difficili da realizzare» è stata la reazione dei genitori di Giuliana Sgrena, il padre Franco e la madre Antonietta, all'appello lanciato dalla loro figlia in ostaggio e diffuso dalle tv. «Ho paura che finisca male», ha infine mormorato il padre di Giuliana Sgrena, riuscendo a stento a trattenere le lacrime. «Ci fa piacere che Giuliana sia viva, ma figuriamoci se ritireranno le truppe. Abbiamo le mani legate» ha detto sconsolato Ivan Sgrena, fratello di Giuliana.
«L'ho trovata molto, molto provata» ha detto ai microfoni di Sky tg24 Pier Scolari, compagno di Giuliana, commentando il video. Almeno, ha aggiunto, «significa che Giuliana è viva». Poi ha fatto un "appello per il ritiro delle truppe italiane". Lo chiedo, ha detto Scolari, non «per salvare Giuliana Sgrena ma per salvare il popolo iracheno».
Un misto di sollievo e preoccupazione anche dal direttore del Manifesto Gabriele Polo: «Non ne sapevamo nulla, ma vederla in vita è una cosa positiva».
IL SISMI: ELEMENTO NON NEGATIVO - Sul video della Sgrena si pronunciano anche i servizi segreti che, secondo quanto riferito dal presidente del Copaco Enzo Bianco, non giudicano negativamente il filmato in cui compare la gironalista italiana. «Per una ragione in re ipsa: è una prova dell'esistenza in vita», spiega Bianco al termine di una breve audizione a Palazzo San Macuto del direttore del Sismi Nicolò Pollari.
L'APPELLO DEGLI ULEMA: LIBERATELA - «Il mio appello ai rapitori è: liberatela. E con l'aiuto di Dio sarà libera, perché è una vittima delle colpe del suo governo». È stato questo il nuovo appello in favore di Giuliana Sgrena che uno dei più autorevoli membri del Consiglio degli Ulema, sheikh Ahmad Abdul Ghafur Samarrai, ha lanciato stasera tramite l'Ansa da Baghdad.
L'APPELLO DEI FAMILIARI - «Giuliana, ti abbiamo visto, ti abbiamo sentito. Siamo felici di saperti viva. Il tuo appello è anche il nostro, facciamo nostre le parole di Pier». Questo il messaggio a Giuliana Sgrena da parte dei familiari, dopo avere visto il video. È stato il fratello della giornalista, Ivan, a leggerlo oggi davanti alla villetta di Masera (Verbania). «Chiediamo - dice ancora il messaggio - con tutte le nostre forze che il popolo iracheno venga liberato come tu hai sempre sostenuto e che tu ritorni al tuo lavoro e ai tuoi cari. Ti aspettiamo. Un bacione»
Fonte Corriere.it