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"Non c'è la lesione di alcun diritto"
Il coniuge tradito, anche se in seguito alla "scappatella" del partner si ammala e cade in depressione, non ha diritto al risarcimento del danno biologico, perché l'infedeltà non lede alcun diritto: è questa la sentenza, destinata a fare giurisprudenza, emessa da un giudice di Savona. Il magistrato ha dato torto a una signora che chiedeva all'ex marito 500mila euro per la depressione causatale dal tradimento.
La donna ha presentato la causa di risarcimento sostenendo di aver subito, a seguito del tradimento, un forte trauma psichico, poi degenerato in una lesione permanente alla salute a seguito di una profonda depressione. Malattia certificata anche da un perito, il quale ha stabilito come la qualità di vita della signora si sia modificata negativamente del 20-25%.
Il giudice Alberto Princiotta, però, ha dato torto alla donna, sentenziando che, in base a quanto recentemente stabilito dalla Corte di Cassazione, un danno non patrimoniale puo' essere sempre risarcibile purché vi sia la lesione di un diritto. Nel caso delle corna, evidenzia però la sentenza, "non c'è lesione di diritto" perché il tradimento non è previsto come tale dal nostro ordinamento giuridico "essendo ammessi sia separazione sia divorzio".
Secondo il giudice è pur vero che l'articolo 151 del codice civile prevede obblighi di coabitazione, fedeltà e assistenza, ma l'inosservanza di questo dovere produce come sanzione l'addebito della separazione (cioè la separazione per colpa giudiziaria con una forma aggiuntiva di risarcimento a favore del coniuge che è stato tradito). nel caso della donna savonese, invece, la separazione era avvenuta consensualmente, e quindi la donna ha perso ogni diritto a far valere le proprie ragioni.
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