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Forumandiano..!!

SENIOR
Una mia ff... metterò tutti i capitoli fino al 17 qui: chi lo vuole leggere faccia pure e commenti, mi farebbe molto piacere!!
Ci sono alcune parti in cui ci sono parolaccie e scene un poco slash ma ho cercato di limitarmi...

Quel giorno, quella notte, tutto si fuse e il mondo non mi sembrò più lo stesso: ero io, ma nello stesso tempo ero qualcun altro. Provavo odio, ma nello stesso tempo provavo amore. La mia vita.. un’eterna contraddizione..

Capitolo 1- Il destino di una giovane

Una ragazza giovane, occhi verdi, corpo slanciato e capelli neri come la pece. Una ragazza affascinante che aveva solo un segreto da custodire. Un segreto che, dopo l’entrata in quel posto, non avrei potuto conservare a lungo a causa del mio cognome, o meglio, del mio secondo cognome.
Non mi piaceva essere chiamata Dark Riddle, ma d’altronde quando bisogna fare un documento ufficiale il cognome del padre è d’obbligo, preferivo Dark Greene, sinceramente molto meglio.
All’età di 15 anni ero stata portata via dalla casa di babbani che mi avevano adottato e mi avevano fatto scoprire un mondo del tutto nuovo: Un mondo che si legge solo nei libri e si immagina solo nelle favole, un mondo di Magia.
Ero stata smistata nella casa più infida e malefica della scuola, Serpeverde, ma dopo aver saputo tutto sulle origini dei miei genitori non mi sorpresi più di tanto.
L’unico fastidio che avevo erano tutti quegli sguardi di ragazzi e ragazze impaurite anche solo da una mia occhiata o di un sospiro confuso con una maledizione detta sottovoce.
Tom Orvoloson Riddle, mio padre,un assassino senza scrupoli che odiava i mezzosangue, i babbani e tutti coloro che gli si opponevano. Quindici anni fa sembrava che Harry Potter lo avesse annientato ma la sua morte non sarebbe potuta arrivare così presto: resuscitò in un altro corpo.
Lo stesso anno nacqui io, dal grembo di una donna che io non conobbi mai e che lui aveva crudelmente sfruttato per avere un erede, che non aveva ottenuto a causa mia, che ero una femmina.
Ora lui vagava per il mondo, aveva la mia stessa età e molto probabilmente non sarebbe rimasto silente ancora per molto.
Quell’anno gli studenti nuovi, che entravano direttamente al 5° anno erano quattro: Patrizia Missy, Peter Wever, Tom Leery e naturalmente io.
Io e Tom fummo smistati alla stessa casa mentre gli altri due finirono a Tassorosso. Pur non conoscendo quel ragazzo aveva l’aria familiare: capelli neri simili ai miei, degli occhi che erano come sue pozze di inchiostro nero e qualcosa di mistico e carismatico. Alto, un bel fisico eppure nessuna di queste cose sembrava essermi familiare, era qualcosa di strano, che lo portò a farmi un occhiolino appena fui smistata e costretta a sedermi davanti a lui. Non successe niente fino alla sera, dopo il banchetto. Forse io non lo avevo riconosciuto o forse non lo conoscevo nessuno ma ero certa che lui, chiunque fosse, mi avesse riconosciuto

2°capitolo-Mio padre

-Dunque tu sei la nuova arrivata? Benvenuta in Serpeverde- disse porgendomi la mano – Piacere, Draco Malfoy-
-Piacere, Dark Greene- dissi cercando di eludere, almeno fra i miei compagni, il mio fardello.
-Ma come? Non eri una Riddle?- disse il biondino
Come non detto…
-Be si ma non mi piace essere chiamata così- dissi arrossendo
-Dovresti esserne orgogliosa- disse passandosi una mano nei biondi capelli ingelatinati.
-Orgogliosa, dici?-risposi un po’ stupita -Per me è una vera noia!-
-Pensavo che sapessi di tutto e che ne fossi orgogliosa- mi disse passandomi un dito sul collo, cominciavo a avere paura di quel tizio- Vuoi che ti racconti?-
-Forse non è proprio il momento adatto- dissi alzandomi impaurita
-Lasciala stare Malfoy- disse Tom Leery
-Chi sei tu per dirmi quello che devo fare?- disse irato –Restane fuori pivello-
Tom si limitò a guardarlo glacialmente per qualche secondo fino a che Draco non si portò una mano al braccio sinistro e ricambiò con uno sguardo terrorizzato.
-Piacere, Tom Leery- disse
-Piacere, Dark Greene- risposi
-Sai, non dovresti avere paura di dire il cognome di tuo padre – disse con voce un po’ dura
-Dark Riddle, allora- arrossii
-Posso chiederti una cosa?- disse
-Certo.. dipende da cosa..-
-Cosa faresti se rivedessi tuo padre?-
Nessuno si era mai interessato a me fino al punto di chiedermi una cosa del genere.
-Io.. ho perso la speranza ormai, non lo conoscerò mai e sinceramente non sono neppure così ansiosa di conoscerlo-
-Bene, ora ti conviene tornare a letto, quel Malfoy non si arrende facilmente..- disse un po’ deluso dalla risposta
-Grazie..-
-E per cosa?-
-Be per avermelo tolto di mezzo-
-Niente-
Chi era veramente quel Tom Leery? Perché mi aveva chiesto proprio quella cosa? Perché era rimasto deluso dalla mia risposta? Non ci capivo più niente

Capitolo 3-Il primo amore..

Qualche settimana dopo conoscevo tutto il dormitorio di Serpeverde, molti Corvonero e alcuni Tassorosso e Grifondoro, che nonostante tutto preferivano tenersi lontani da me.
Una notte vidi alcune figure uscire da Hogwarts, una specie di fantasmi neri, la cui faccia era coperta da un cappuccio nero che emanavano energie negative su tutto il territorio circostante. Dei mangiamorte.
Potevo intuire l’agitazione, la sete di potere e l’eccitazione di alcuni. Quando uno di essi si girò verso di me provai paura pura ma continuai a guardarli imperterrita.
La notte dopo incontrai in Sala Comune Draco Malfoy, con cui ormai avevo fatto amicizia, seduto sul divano vicino al fuoco.
Mi avvicinai e mi sedetti vicino a lui, ogni volta che gli ero vicino provavo una strana scossa dentro di me, poteva essere amore vero…?
In tutti questi anni non avevo mai dato nemmeno il mio primo bacio, per paura che quello a cui l’avrei dato non era il ragazzo giusto.
-Ciao- dissi sorridendo intimidita
-Uh? Ciao, non mi sono accorto che eri qui- disse lui sorpreso – ero soprappensiero-
-A cosa stavi pensando?-
-Niente- disse spostando lo sguardo. Non lo abbassava mai con nessuno, solo con suo padre.
-Suvvia, sai che a me lo puoi dire..- dissi mettendogli una mano sulla spalla –Una ragazza?-
Aveva in mano una lettera, non sapevo cosa fosse ma molto probabilmente era la causa del suo malumore
-No è che.. vedi.. mio padre non sta molto bene e mia madre non sa cos’abbia- disse lui. Era forse la prima volta che si apriva con qualcuno?
-Mi dispiace, cos’ ha di preciso?-
-Dicono..dicono..- disse con gli occhi lucidi, lo abbracciai istintivamente- che abbia avuto un infarto-
-D.. Draco - mi dispiaceva vederlo così e quell’abbraccio mi dava più sicurezze di quante ne avessi realmente
Si scostò un’ attimo dal mio abbraccio, il tempo necessario per ghermire con le sue mani le mie braccia, stendendomi delicatamente sul divano e baciarmi.
Sentii il sangue alle gote e il battito del cuore accelerare, il calore del suo corpo sul mio. Sentii la morbidezza delle sue labbra e il loro sapore.. Il mio primo bacio.
Rimanendo sempre in quella posizione gli misi una mano nei capelli e sussurrai il suo nome. Eravamo chiusi in una dolce magia che nessuno sarebbe riuscito a spezzare.
-Dark.. io.. non.. cioè…- disse imbarazzato.
Le sue intenzioni erano cambiate dal primo giorno che ci eravamo conosciuti. Quel giorno voleva solo sesso, mentre ora era dolce e imbarazzato allo stesso tempo.
-Non dire niente Draco..- dissi prima di dargli un altro bacio.
Ora eravamo entrambi molto rossi dall’imbarazzo, la posizione inoltre sarebbe stata compromettente se qualcuno ci avesse visto. Mi alzai. Gli diedi un altro bacio e me ne andai in dormitorio non facendo caso a lui che aveva seguito tutta la scena e che era contrario al nostro amore. Avrebbe fatto di tutto per impedirlo.

Capitolo 4- Il lato oscuro di Draco

Passavamo ormai tutto il nostro tempo libero insieme, tanto che tutti avevano capito che stavamo insieme, Tom Leery era diventato il mio migliore amico e stranamente Draco non era particolarmente geloso di lui.
Eravamo già a Novembre, i giorni passavano veloci e io mi trovavo sempre meglio ad Hogwarts, considerando che stavo simpatica a quasi tutti coloro che conoscevo. In quella settimana non avevo passato tanto tempo con Draco per la scuola, i compiti e le pagelle in arrivo.
Quando lo rincontrai mi buttai fra le sue braccia e ci abbracciammo davanti a tutti.
-Ciao amore- dissi dandogli un piccolo bacio sulle labbra.
-Ciao Dark- disse lui abbracciandomi
-Mi è dispiaciuto non stare con te in questi giorni-dissi abbandonandomi sul suo petto- Ma sai i compiti..-
-C’è tempo per rimediare..- disse con calma- Vieni con me..-
Mi portò in camera sua dove si sedette sul letto, invitandomi a seguirlo. Mi fidavo di lui come ogni bimbo si fida della sua mamma.
Aprì un cassetto della sua scrivania e tirò fuori un pacchetto di sigarette: questa mi era nuova..lui fumava?
Se ne accese una e mi fece cenno di sdraiarmi su di lui che era seduto.
-Scusa..ne volevi una?-
-Bhe io veramente non ho mai fumato..-
-Vuoi provare?-
-Mmmm…ok-
Feci un tiro piccolo e tossii un po’.
Mi mise una mano sui fianchi e sorrise misterioso. Cominciò a accarezzarmi il collo come quella sera e dei brividi di piacere mi colsero improvvisamente insieme alle debolezza che quel tiro mi aveva dato.
-Sei proprio bella Dark..- disse sdraiandosi vicino a me e continuando a accarezzarmi.
Mi baciò impossessandosi di me, per la prima volta, che nella debolezza non riuscivo a controbbatere ma solo a provare emozioni. La nostra salda unione, il suo respiro, in un’attimo si liberò della divisa, rimanendo in camicia bianca e cravatta argento e verde.
Continuò a baciarmi scendendo sul collo e sul petto che ormai era quasi del tutto scoperto, gemendo cosciente che la sua attrazione per me non avrebbe concesso di fermarsi da solo.
Gli tolsi la camicia sempre più desiderosa di lui, del suo petto caldo e liscio, delle sue braccia possenti.
Le sue braccia.. intravidi uno strano tatuaggio sul suo braccio sinistro e mi resi conto del pericolo che correvo: era un Mangiamorte, probabilmente mi avrebbe solo presa e poi uccisa. Come potevo pensare questo? Io che mi ero sempre fidata di lui…
-Draco – lo fermai –Draco…tu..sei..un..Mangiamorte?-
Ero sempre più delusa da lui che ora era a petto nudo,distante pochi centimetri da me, e mi guardava con una faccia a metà pentita e arrabbiata insieme. Gli occhi mi si stavano facendo lucidi.
-Tu non lo sapevi vero?- mi rispose lui, avevo ferito il suo orgoglio.
-No, Draco, non lo sapevo-
Notò con fastidio che il marchio si era illuminato, il che significava che il Signore Oscuro sapeva cosa stava facendo. Mi sistemai la divisa.
-Dark- disse Draco prendendomi la mano e posandola sul suo cuore- Tu sai che io non ti farei mai del male vero?-
-Certo, ma perché non me lo hai detto prima?-
-Sapevo che avresti reagito così e avrei preferito dirtelo in un altro momento e con più calma..-
-Quando sarebbe stato questo momento?-
Non rispose, non me lo avrebbe voluto dire.
Sentii dentro di lui il potere malefico di quel marchio come un liquido nero mescolato al sangue.
-Ora devo andare- dissi delusa.
Mi prese per un polso.
-Aspetta Dark-
-Lasciami Draco!-
-Aspetta.. non ti lascio andare via così- Mi diede un altro bacio, appassionato, caldo dopodiché allentò la stretta. Me ne andai piangendo. Corsi per i corridoi incurante del fatto che fosse notte, fino a che sbattei contro di lui e finalmente capii tutto.

Capitolo 5 – La verità..

-Ma che sei matta? Volevi far perdere un bel po’ di punti a Serpeverde?- mi disse con una voce bassa e arrabbiata un ragazzo con un mantello nero – Vieni con me, presto-
Era Tom Leery. Ma perché era vestito tutto di nero? E perché stava uscendo dalla scuola invece di tornare in dormitorio? Non volevo credere a quello che stavo pensando.
Corremmo per lungo tempo fino a che non ci inoltrammo nella Foresta Proibita.
L’ambiente era buio e terrificante, l’umidità derivante dalla pioggia del giorno prima si poteva sentire nell’aria.
Ci fermammo davanti a una specie di roccia molto grande.
-Grazie, Tom- dissi –Ma perché mi hai portato qui?-
-Immagino che ti dovrò spiegare molte cose, Dark, siediti e sta tranquilla- disse cercando di rassicurarmi.
-Ok- dissi un po’ spaventata da un tono che con me non aveva mai assunto. Un tono preoccupato da quello che mi avrebbe detto.
-Cosa vuoi sapere per primo?-
-Cosa ci facevi in giro per la scuola, vestito di nero?-
-Sono un Mangiamorte- disse e probabilmente fece intuire che quella era la cosa meno inquietante.
-Chi sei tu veramente?-
-Promettimi che non lo dirai in giro e che non te ne andrai ora-
-Promesso-
Mi si avvicinò, prese delle ciocche di capelli neri fra le sue mani e cominciò a parlare.
-So che sarà difficile da accettare per te, Dark, sono Tom Orvoloson Riddle, o meglio l’incarnazione di esso-
Cercai di scappare via anche da lui, come potevo essere stata così ingenua a credere che quei due Serpeverde non facessero parte di un mondo oscuro come tutti gli altri, ma questo mi trattenne a se abbracciandomi. Perché dovevo capitare proprio a Serpeverde?
-Dark, figlia mia- disse improvvisamente con un’altra voce.
La sua faccia ora era solo uno scheletro con due occhi di un rosso lucente, lui era Voldemort.
-Non mi chiamare così!- ero esasperata, volevo scappare da tutto e da tutti.
Continuava a tenermi stretta a se fino a che non caddi a terra e lui con me. Alla fine non opposi più resistenza e mi abbandonai sul corpo di mio padre.
-Perché non dovrei?-
-Cosa vuoi da me?-
-Tu lo sai Dark, sai quale sarà il tuo destino dal momento in cui avrai questo-
Avendo chiuso gli occhi non vidi il pugnale che recise la mia pelle e nemmeno con che faccia pronunciò la formula che mi avrebbe portato ad essere una mangiamorte, provai solo un’incontenibile dolore fisico e interno che mi portò allo svenimento.
A quel punto fu Tom Leery a portarmi nella mia stanza dove mi risvegliai solo la mattina dopo.

Capitolo 6- Ferite sulla pelle

Le cose che ami di più ti portano a fare follie..

Passarono giorni malinconici a causa di qualcosa che non sapevo e di altro che sapevo: Tom si limitava a guardarmi, Draco non mi parlava….
Ora ero anch’io un essere oscuro, una ragazza innocente condannata a vita, sin dal momento della nascita.
Comunque avrei dovuto pensarci prima perché, che io lo voglia o no, sono la figlia di Voldemort e come tale non potevo, non dovevo, essere buona.
Bruciava la mia pelle, bruciava il mio animo impaurito e arrabbiato, consapevole del proprio destino, ardeva forte l’ odio verso me stessa che non ero più quella che volevo.
Ero depressa, avrei voluto far male a chi lo aveva fatto a me, ma non potendo, cominciai a fare del male a me: ogni volta che volevo far male a qualcuno prendevo una comune lama babbana e iniziavo a ferirmi laddove nessuno avrebbe potuto vedermi grazie a magliette a maniche lunghe e pantaloni.
Nessuno sapeva cosa mi stesse succedendo. Tutti ignoravano quello che stavo passando, d’altronde nessuno mi avrebbe potuto aiutare perché non mi avrebbero compresa, specie le Serpeverdine che, lo avevo notato solo da poco, mostravano con fierezza quel segno di malignità.
Quel giorno ero in un’aula vuota, quella di Trasfigurazione, era quasi buio e stavo scrivendo le parole di una poesia da me inventata:

“Ti illumina la luna con i suoi freddi raggi
aspetta solo che tu ti mostri a lei
con tutti i tuoi poteri, da sempre da te custoditi
nobile creatura nera”

La luna piena si sarebbe presentata quella sera stessa e io lo sapevo che oggi sarebbe stato il giorno più infelice della tua vita: avresti dovuto far male a qualcuno, non a te stessa come ormai eri abituata.
Il marchio si illuminò e cominciò a dolermi il braccio ma lo volli ignorare. Dopo pochi minuti il dolore era divenuto insostenibile ma non volevo cedere, non ora, non gliela avrei data vinta.
Il dolore cessò improvvisamente e completamente. Pensai che non mi sarei dovuta più presentare ma mi sbagliavo.. un braccio sulle spalle pronto ad avvolgermi e nessuno che sarebbe venuto in quest’aula fino al mattino dopo..

-Dark, perché non vuoi accettare il tuo destino?- disse una voce calda vicino a me –Sai bene che ti farò partecipare ai miei raduni quindi perché resistere?-

-Non sono come te, padre- dissi e quest’ultima parola mi sembrò strana- E non ho intenzione di diventarci-

-Evita di chiamarmi padre quando sono io, Dark- disse

In effetti era Tom Leery..

-Va bene comunque le parole, a parte padre, sono le stesse- dissi con la voce tremante, avevo sbagliato nel chiamarlo padre, anche se era la prima volta che lo dicevo – Ne sono fermamente convinta. –

-So che stai passando un brutto periodo Dark, sono sempre il tuo migliore amico, me lo dovresti dire-

-Sto benissimo-

-Non mentire con me!.-

-Non sto mentendo!- dissi con le lacrime agli occhi

-Oh Dark!- mi abbracciò mentre io mi posai su di lui piangendo.

Lo sentivo vicino, finalmente qualcuno mi capiva veramente. Mi prese un braccio coperto dalle maniche tra le sue mani e alzò quest’ultima scoprendo così tutte le ferite degli ultimi giorni che erano ancora di un rosso acceso. Prima non disse nulla, sentii che soffriva vedendole come avevo sofferto io quando me le ero inferte.

-Perché hai fatto tutto questo?- disse sofferente –Dimmelo-

Non risposi, non avevo risposte. Mi capì e mi abbracciò un’ultima volta quando sentì la porta che si apriva, così che la McGranitt non vide ciò che stava succedendo poiché mi teletrasportò ove i Mangiamorte erano riuniti.

Capitolo 7-Mangiamorte cap da pubblicare

Potere, male, sangue.. come resistere a un’offerta del genere?

Arrivati lì si era già trasformato in Voldemort e aveva lasciato l’abbraccio, facendomi così cadere in piedi.
Un grande cerchio di persone vestite di nero, a capo coperto, con solo pochi ciuffi di capelli fuori da questo e scintille di odio, mentre uccidevano, negli occhi. Capii subito che non avrei fatto parte di un gruppo così malefico e diverso da me. Avevo i capelli legati così da scoprire gli orecchini a forma di serpente che avevo comprato a Nocturn Alley l’ultima volta che ci ero andata. Gli occhi si quest’ultimi erano intensamente verdi con una piccola luce a forma di ovale all’interno, una luce rossa.
Avevo un lungo vestito bianco, decisamente inadatto per quella occasione, e sembravo come un’anima buona persa nel buio di una preghiera a Satana.
Sentivo su di me gli occhi di Draco che, seppure non meravigliati, esprimevano rabbia e rancore verso di me che lo avevo congedato momentaneamente per qualcosa che poi avrei commesso anch’io.
Sembrai riconoscere anche una strana figura, con il capo interamente coperto, i capelli scuri che sembravano bagnati e le mani da adulto fin troppo pallide. Non pensai che fosse lui o almeno lo speravo: se era una spia avrebbe rivelato tutto su di me, lasciandomi finire ad Azkaban.

-Abbiamo una nuova arrivata fra noi, cari Mangiamorte- cominciò a dire Voldemort –Colei che porta il mio cognome e che è mia figlia: Dark Riddle -

Borbottii e sussurri vennero dai vari componenti del gruppo..

-Vieni qui ragazza mia – disse

Mi avvicinai a lui con cautela, non ero del tutto sicura di conoscere chi avevo davanti poiché per quindici lunghi anni mi aveva lasciata sola e Tom Leery era un’altra persona che già conoscevo. Non potevo sfuggire al mio destino che mi era già stato segnato dal mio concepimento.
Avevo i polpacci e le sottili caviglie coperti dalla lunga veste che non lasciava trasparire i tagli che mi ero fatta precedentemente, nei momenti di agonia.
Arrivata davanti a lui mi infastidì facendomi cadere su di lui così che poté mostrare a tutti il marchio nero impresso sul mio braccio, ma anche le ferite!
Notai l’espressione arrabbiata di Draco che non ragionò più pensando che quelle ferite le avesse causate lui, il suo Signore.

-Che cosa le hai fatto?- urlò mentre tutti tacevano -Rispondi!-

-Qualche problema Draco?- disse Voldemort con tono di superiorità e infastidito dal solo pensiero di Draco.

-Cosa sono quei tagli?- disse ora irato

-Calmati Draco sono stata io- dissi tranquilla come se tutta quella confusione non mi colpisse affatto – Io mi sono causata queste ferite-

-Ma perché?- era confuso, non ci capiva più niente.

-Potrete discuterne dopo- ci interruppe Voldemort –Ora bisogna compiere la tua iniziazione-

Annuii con la testa: un pugnale, un mantello nero, dimostrazione dell’uso delle maledizioni, arti oscure e lui, un ragazzo babbano che ben conoscevo, da uccidere. Un nome: Lucas

Capitolo 8-Vittoria o sconfitta?

Chiunque fosse entrato sarebbe morto: un disertore, un mago, un babbano, una donna, un ragazzino o anche un Mangiamorte stesso perché quella era una cerchia nata con tutto l’odio di un bambino vissuto senza amore. Nessuno sopravviveva senza il suo consenso.

Mi tornarono alla mente numerosi ricordi della mia infanzia: dei miei tredici anni. Una cotta per quel ragazzo alto con occhi castano chiaro e capelli neri ma con colpi di sole biondi. Non era vero amore, ora lo sapevo, ma una cotta che mi aveva insegnato molte cose. Ora, in confronto a tutti coloro che facevano parte della cerchia, sembrava poco più di un ragazzino viziato. Gridava parole insensate ma mi riconobbe, anche sotto quel mantello nero che poteva nascondere l’aspetto fisico, le mie espressioni del viso ma non le mie sensazioni e quello che ero veramente: la mia voce quando lo nominai.
Voldemort mi mise una mano sulla spalla: tremavo al pensiero di doverlo uccidere.

-Lo conosci vero, Dark?- disse e si allontanò un poco –Sai cosa fare allora-

Era spaventato come una preda nelle fauci del predatore, mi guardava spaventato poiché tutti gli altri stavano assistendo. Draco aveva un’espressione che potei riconoscere anche da sotto il mantello, un’espressione dovuta al fatto di essere consapevole che non avrei mai ucciso qualcuno, un’espressione di superiorità. Mi infastidì molto. Chi si credeva di essere? L’unico che sapeva uccidere? Che avrebbe avuto successo? No.
Sentii vivo il marchio e ne richiamai il potere. Voldemort sorrise e improvvisamente una strana forza si impossessò, un sentimento del tutto nuovo. Avrei fatto quello che dovevo fare e mi sarei trovata immediatamente su un piedistallo ove tutti avrebbero dovuto obbedirmi.

- Avada Kedavra – L’avevo fatto!

La tipica luce verde della maledizione che si scagliava contro con quel bambino con l’espressione accusatoria sul viso, un bambino che probabilmente avrebbe rappresentato la mia vita fino a quel momento, la vita che dovevo lasciarmi alle spalle. Ma cos’era quella forza con cui il mio cuore lottava? Ero felice di averlo ucciso, mi sentivo forte, capace di tutto, anche di sorprendere Draco che ora era allibito dal mio comportamento e dal mio animo freddo e Voldemort che forse non mi credeva così forte da uccidere a sangue freddo fin dalla prima volta. Una stilla bianca e una nera stavano lottando per il possesso della mia anima.
La stilla nera, tutto ciò che di nuovo stavo accogliendo e che riposava silente nel mio cuore da quindici lunghi anni: l’essere la figlia del più potente mago oscuro, l’uccisione di Lucas e la relazione con Draco.
Pensai che niente ormai poteva più sporcarmi come quello che avevo fatto ora. Ma era proprio questo il termine adatto? Sporcarmi? oppure glorificarmi?
La stilla bianca, quella che mi apparteneva negli anni del mio essere infantile, quando ignoravo tutto ciò che di brutto potesse esistere a parte le sgridate dei miei genitori che, pur essendo adottivi, mi volevano bene.
La parte pura del mio cuore stava per essere oscurata da qualcosa che io stessa avevo scelto e da cui non potevo tornare indietro. Non lasciavo trasparire nulla dai miei occhi: lontani, freddi, distaccati dalle voci sorprese, felici e soprattutto spietate.

Capitolo 9- Storie Mature

Quando pensi di sapere tutto.. ecco che ti si presenta un’altra fragile domanda

Ormai da giorni tutti avevano notato il mio cambiamento. I pochi Grifondoro con cui avevo fatto amicizia nel corso dei primi tempi non mi parlavano, se non semplici “Ciao” che sembrava d’obbligo nei corridoi.
Al contrario fra quasi tutti i Serpeverdi ero diventata popolare, tanto che Pansy Parkinson non mi rivolgeva mai la parola e mi faceva occhiatacce derivanti dal fatto che la infastidiva essere superata da qualcuno e che stavo con Draco Malfoy con cui non avevo più parlato da quando avevo scoperto che lui era un Mangiamorte.
Decisi di andare in camera sua, per parlare di tutto ciò che era successo e cercare, magari, di rappacificarci.
Bussai, ma non rispose nessuno . Non capii dove potesse essere ma poi mi ricordai che forse poteva essere da Piton o in biblioteca per il compito di Artimanzia.
La prima risposta era più probabile.
Mi incamminai verso i sotterranei, magari dopo saremmo andati a parlare in giardino, c’era talmente un’aria viziata qui sotto..
L’aula era vuota, nessun suono, sedie e banchi scrupolosamente allineati, la lavagna con sopra ancora le facili pozioni degli alunni del primo anno, calderoni, libri e pozioni varie.
“Strano” pensai vedendo i campioncini di pozioni degli alunni da giudicare: solitamente li prendeva subito dopo la lezione e li appoggiava nel proprio studio.
-Professor Piton?- dissi con un tono di voce piuttosto normale.
Non sentendo nessuno mi venne il sospetto che non avrei dovuto continuare a stare lì: non era molto educato considerando che lui non c’era.
Avanzai sentendo delle voci nello studio del professore. Per un momento mi bloccai, insicura sul fatto di averle sentite o No. Ne sentii ancora. Cosa ci sarebbe stato di male a chiedere a Piton se Draco era lì? Magari stava parlando proprio con lui.
La porta era socchiusa e lì vidi: il professore di pozioni Severus Piton con una ragazza, in un letto.
La ragazza era alta, pressa poco trentenne, capelli lunghi di colore castano chiaro e gli occhi grandi e di un verde chiarissimo. Chi poteva essere questa donna? Come faceva Severus a conoscerla?
Lasciai stare, non erano affari miei o almeno non ancora..

Capitolo 10- Magia Bianca

Cosa si nasconde dietro quella donna?
Un segreto muto e inviolabile..

Lavinia G. Stole o semplicemente Lavinia Stole, colei che avevo visto quel giorno in camera con Piton si rivelò la nuova odiatissima professoressa di Arti Bianche. Ogni giorno una vera noia a sentire di contro-maledizioni e tutto ciò che riguardava la sua materia. Come si poteva pensare che ai Serpeverde, la casa predestinata a creare futuri mangiamorte, potesse importare qualcosa?
D’altronde in quelle lezioni non facevo nient’altro che pensare. Ora che ero diventata mangiamorte e sapevo chi era mio padre, ero desiderosa di conoscere anche mia madre.

-Dark?– disse la professoressa con il suo tono calmo e tranquillo in ogni occasione

-Si, professoressa?- risposi cercando di sembrare una che ha studiato e che ha seguito alla perfezione tutte le lezioni. Non potevo certo permettermi di prendere un 7 quando in tutte le materie avevo dagli 8 in su.

-Hai sentito qual è l’unguento che permette di annullare gli effetti dell’erba Belladonna?- disse

-Ma certo, la pozione cristallina!- dissi ricordandomi, se non altro, la lezione di Piton.

-Brava, ti metterò un più- disse –Vediamo…Dark Greene - pronunciò quell’ultima parola tremante.

In seguito continuò la lezione senza più rivolgermi la parola. Pensai alla sua reazione: va bene che fossi conosciuta come una mangiamorte molto forte, figlia del “grande” Tom Orvoloson Riddle ma addirittura rimanere scossa in quel modo.. d’altronde pensavo lo sapesse già.
Uscii dalla classe soprappensiero fino a che Tom Leery non mi mise una mano sulla spalla.

-Dark?- disse –E’ da dieci minuti che sto cercando di chiamarti-

-Scusa ma stavo pensando…..secondo te non ha reagito in modo strano quella Stole?- disse

-Le voci girano Dark, ma nessuno ha prove precise..-

-Capisco…-

Mi girai. Il suo sguardo era fisso su di noi, con quei suoi occhi verdissimi e luminosi. Ci guardava con odio. Ma perché? Mi convinsi che non poteva essere solo per il fatto di essere una mangiamorte, quasi tutti i Serpeverde lo erano…

16/11/2004 16:40
 
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Forumandiano..!!

SENIOR
Capitolo 11- Un Tunnel senza fine

Le sciocchezze compiute da un ragazzo nascondono tutta la sua infelicità..

La vita continua, le lezioni continuavano, la gente andava avanti camminando intorno a me, frettolosa come se qualcosa di pericoloso li inseguisse. In effetti, sembrava proprio che fosse così.
La frenetica vita degli esami era cominciata, e con essa, anche uno dei periodi bui che la magia potesse mai vedere. Il più potente mago oscuro era tornato a regnare sulle persone ignare e su quelle consapevoli del suo potere. E lui mieteva vittime, imperterrito compiva la sua vendetta sul mondo. Quel mondo che gli aveva strappato i genitori e che, seppur contrario, aveva fatto si che lui regnasse.
Non era esclusa la possibilità che qualcuno lo potesse sconfiggere, come quella volta, quindici anni fa.
Sentivo la sua rabbia e il suo odio represso quando lo vedevo vicino che, come tutti, camminava velocemente, sempre in ritardo, inseguendo gli altri.

Camminavo lentamente quel giorno, dovevo andare da Draco, ora non era più tempo di ignorare ciò che era successo, ma di affrontarlo a pieno petto. Ero consapevole di essere diventata una mangiamorte e anche che lui lo fosse.
Bussai. Nessuna risposta. Bussai di nuovo. Questa volta Draco, più pallido del solito, aprì la porta.
I suoi gelidi occhi erano spenti e le labbra carnose si mescolavano con il colore del viso. Non doveva stare bene..

-D..Draco?- dissi

-Oh.. Dark.. che onore- disse contemporaneamente suadente e ironico.

-Che ti è successo Draco?- dissi lievemente spaventata – Sei pallidissimo-

-Sto bene Dark, non ti preoccupare per me- mi disse in modo un po’ duro. Dopodiché mi baciò.

Fu un bacio molto lungo e appassionato, temetti di non riuscire a dire nulla di ciò che volevo dirgli, le mie scuse, chi era quel Lucas e il mio amore per lui..
Mi mise una mano su un fianco, indossava solo una canottiera lunga bianca e dei Jeans piuttosto larghi.
Potevo vedere il marchio nero accentuato da quel pallore spettrale ma qualcosa mi colpì molto…della droga sul suo comodino. Adesso cominciavo a capire il perché di quel colore di pelle. Ma dovetti chiedermi anche se fosse veramente lui. Avevo portato le droghe agli esami di 3°Media e sapevo benissimo cosa potevano causare: incoscienza. Un po’ come l’alcool ma molto più pericoloso.

-Draco, tu.. ti fai?-

-Ho provato solo ora..-

-Ma perché?- Non ne capivo veramente il motivo..

-Prima di tutto leggi qui..- mi porse una lettera, ufficiale. Molto importante.

-Suo padre è in coma profondo.. mi dispiace Draco non lo sapevo-

-Ti dispiace? E’ tutto qui quello che sai dire? Non mi sai stata vicino nemmeno in questi giorni. Li ho passati malissimo. Vedi come mi sono ridotto? Un accannato!- urlò, mi stava mettendo paura, prese il mio braccio con la sua mano mentre con quell’altra toccò i morbidi seni sporgenti dall’ampia scollatura.. – Mi sei mancata troppo Dark..troppo..-

-Lasciami- riuscii solo a dire mentre lui muoveva audacemente la mano sul mio corpo e con l’altra teneva le mie. Non era in sé, lui mi amava, non mi avrebbe mai costretto a fare cose del genere se io non avessi voluto…

Capitolo 12-Il fiore del destino

Non possiamo permetterle di amare, il suo destino sono solo io…

-Stupeficium- disse una voce da dietro la porta. Chiunque fosse stato mi aveva salvato da qualcuno che non era veramente Draco.

Quest’ultimo svenne e io rimasi ferma come pietra e muta fino a che la persona che lo aveva schiantato non si mostrò. A quel punto lo riconobbi e mi sistemai un ciuffo di capelli dietro l’orecchio sussurrando un Grazie.
Draco era finito sul letto come se stesse dormendo e io uscii dalla stanza con il ragazzo che era rimasto comunque in ombra

-Dovresti stare più attenta, Dark- disse Tom in modo severo.

-Ci starò non ti preoccupare, comunque non sapevo che il padre be..-

-Remus Lupin-

-E’ stato lui?-

-Già- disse – Lo aveva trovato dentro casa di Yrel, che doveva essere ucciso, ed è stato beccato-

Andammo insieme in Sala Grande per la cena e poi ci incamminammo per la biblioteca, dove restammo a studiare per un po’. Quando ci accorgemmo che l’ora del coprifuoco era passato decidemmo di uscire per poco tempo in giardino. Dopotutto era da noi Serpeverde disobbedire alle regole.
Vagammo senza meta per un tempo indefinito sulla enorme distesa verde che ci si presentava davanti.
All’improvviso vidi un bel fiore di colore blu scuro e bordeaux, di grandezza media.
Mi distesi sull’erba vicino a questo, Tom si sedette vicino a me.

-E’ bellissimo vero?-

-Dicono sia il fiore del destino e che sui suoi petali si possa leggere ciò che succederà-

Mi avvicinai a questo mentre Tom si avvicinò a me. All’inizio pensai che volesse solo vedere anche lui il fiore ma con le sue calde dita alzò il mio mento accostandolo alle sue labbra fino a che queste non si sfiorarono.
Giocammo con le lingue, mi piaceva il suo sapore, c’era qualcosa che sapeva di malefico e misterioso che ancora non sapevo. Quasi metallico.
Restammo lì a fissarci incantati come se anche un solo movimento potesse spezzare la magia che si era creata.
Dei capelli biondi…
Il frenetico movimento delle nostre lingue..
I soliti occhi azzurri che si scioglievano solo davanti a me..
Il buio della notte..

“No!” urlai staccandomi “Cosa ho fatto?”

Corsi via senza dire altro. Il mio pensiero era tornato a Draco che stava male e io l’avevo lasciato giacere lì nel suo letto senza fare niente.. ero stata anch’io presa dall’attrazione del potere

Capitolo 13-Forse non siamo ancora tanto grandi quanto diciamo..

Perché questo? Perché proprio a me? Forse un libro in cui il destino viene scritto esiste.. ma non sarò certo io a seguirlo anche se lo so fin dalla nascita. Quando in grembo mi venne sussurrato..

Non era lui, eppure l’aspetto era quello. Quell’abbraccio mi aveva costretta sul suo petto, le sue mani sulla mia pancia e sui miei fianchi .
Sentivo le sue forti membra su di me, il calore della sua pelle…

-Lasciami Tom- dissi –Se non mi lasci urlo!-

-Non fare la sciocca Dark, non lo vedi che Draco non è il ragazzo per te?-

-Non lo decidi certo tu chi è il ragazzo per me!-

Mi baciò sul collo, sapeva che mi avrebbe mandato in estasi, glielo avevo detto io stessa, per scherzo, e ora lo sfruttava per conquistarmi con uno sporco gioco.
Nel frattempo si era smaterializzato in una piccola stanza cha dava l’idea di un covo per mangiamorte. Ma certo.. era casa riddle..
Il letto aveva le lenzuola color nero e porpora mentre le pareti erano di pietra nera. Tutto l’arredamento sembrava tratto da un film horror, ma con un unico inquietante particolare: non lo era.

-Perché mi desideri così tanto? Cos’ho di speciale io?- dissi

-E’ il nostro destino Dark, lo sapevi già e lo hai sempre saputo..-

-E’ solo per destino che ora vuoi prendermi senza il mio consenso? E’ forse questa una tua ridicola scusa?-

-La chiami scusa? Forse è vero, ho inventato una scusa per non dirti la verità che ancora ti nascondo- disse – Sei ancora troppo immatura per scoprire la verità sulla tua storia Dark.-

-Ma cosa d..- prima che potessi finire di parlare mi trovai sul mio letto ed era mattina.

Non capivo se ciò che era successo era tutto un sogno o era realtà, in ogni caso ero molto arrabbiata sia con Tom che con Draco.
Scesi in Sala comune dopo aver indossato la divisa scolastica e trovai proprio questi due parlare di nuovo insieme, inverosimile, considerando ciò che era successo.
In effetti.. stavano litigando ( Oh.. Oh..)
Cercai di non impicciarmi della questione ma inevitabilmente Draco mi prese il polso e mi avvicinò a lui, abbracciandomi in modo protettivo, come se temesse che ciò che gli stava dicendo Tom fosse vero.

-Già e poi lei mi ha accarezzato tutto il petto fino a cadere più giù..- disse con tono persuasivo, sempre che la persona che aveva davanti avesse confidato in lui

-Non inventarti cazzate Tom, sai benissimo che non è andata così, sei tu che mi hai preso, ma poi mi hai lasciato andare perché mi consideravi immatura- dissi con un tono calmo ma in cui si poteva intuire rabbia

-Non so a chi credere, Dark, veramente, non so più se avere fiducia in te..- disse Draco andandosene

Una lacrima solcò il mio viso nel vedere come tristemente usciva dal suo dormitorio. Triste ma orgoglioso.

-Sei solo uno stronzo Tom, vedi cos’hai fatto? Io ho la mia vita e non sarà certo un ragazzino come te a impedirmi di viverla!-

Detto questo me ne andai, ero veramente offesa dal suo comportamento, dal sorriso beffardo che aveva sulle labbra mentre me ne andavo..

Perché mi aveva allontanato da lui? Avevo forse fatto qualcosa di male per meritarmi questo? Piansi a lungo finché non decisi che era ora di parlare a Draco, da soli, e seriamente…


Capitolo14- Questioni di incomprensioni

Entrai nella sua stanza, lui stava studiando e balzò in piedi quando vide che ero lì..

-Ciao Dark- disse in tono diffidente- Cosa ci fai qui?-

-Noi dobbiamo parlare Draco-

-Forza allora, parla- disse –Io non ho niente da dire-

-Va bene, se così vuoi..- dissi rassegnata – Tu credi a ciò che ti ha detto Tom?-

-Non lo so, dovresti dirmelo tu.-

-E se ti dicessi che non è vero, mi crederesti?-

-Hai le prove?-

-No..-

-Allora non ti crederei..-

-Hai più fiducia in lui che in me?-

Seguirono attimi di lungo silenzio. Si potevano sentire solo le grida di qualche studente che giocava di sotto in giardino..
Fui profondamente delusa dalla sua lunga riflessione, non credevo potesse dubitare di me..

-Forse sono io che ho voluto illudermi fin dal primo momento, fingendo di non sapere, pur essendo a conoscenza di ciò che sarebbe dovuto succedere..- disse quasi rassegnato –Vai pure, non ti chiederò di rimanere con me, non è questo il tuo destino..-

Seppure provassi a chiamarlo in ogni modo possibile lui rimaneva lì, impassibile, a guardare il nulla, sdraiato sul letto..

Il destino era forse così potente da non poter essere affrontato? Bisognava rimanere lì sempre nell’impotenza?
No, non potevo far si che questo accadesse, che la profezia si avverasse, volevo ribellarmi, avvertire il mondo delle mie intenzioni ma non sarebbe servito a niente perché il destino non poteva essere cambiato.
La disfatta di Voldemort, era destino, il suo patto, era destino…

Me ne andai, non potevo fare niente per far cambiare idea a una persona, potevo solo sperare che non peggiorasse, se no sarebbe stata la fine..

Mi incamminai verso l’Aula di Arti Bianche.. Draco si era rifiutato di venire, era rimasto lì a pensare…
Il corridoio era pieno di alunni non ancora nelle aule a fare lezione. “Strano” pensai..
Arrivata lì notai che la porta era chiusa e, pensando che avessero già cominciato, aprii la porta.
Mi ricordai troppo tardi che era vacanza…
E mi trovai a faccia a faccia con la professoressa, cercando di inventare un motivo valido per spiegare la mia visita in orario scolastico e in un giorno di vacanza.

-Buongiorno dark- disse non alzando nemmeno la testa dalle lezioni che stava preparando –Devi dirmi qualcosa o hai solo sbagliato aula?-
Mi sentii avvampare, in effetti non le avrei potuto dire che mi sembrava un giorno normale..
-Volevo chiederle se mi spiegava meglio i poteri dell’angelo, vede non li ho capiti bene..- mi inventai una scusa per evitare la figuraccia, con l’unica noia di doversi sorbire una delle sue noiosissime ripetizioni.
Mi avvicinai e vidi il mio voto del primo trimestre.. sufficiente?? Ma se ai compiti in classe andavo benissimo e anche alle interrogazioni, perché mi aveva messo sufficente?

-Va bene le darò le ripetizioni, prenda il suo libro.- disse in tono decisamente infastidito

-Mi scusi professoressa.. ma perché sufficiente?-

-Perché se lo merita..- disse solamente

-Sono sempre andata bene ai compiti in classe e alle interrogazioni e lei vuole mettermi sufficiente?-

-Sono io qui che do i giudizi- disse –E ora prenda il libro-

-Ma lei che ha contro di me?-

Mi avrebbe detto la verità o avrebbe inventato una delle sue frottole?
Tirò fuori la bacchetta, sembrava posseduta da una forza malvagia…

Capitolo 15- Realtà e sogno..

La poesia di una notte di luna di tanti anni fa ti condannò..

-Ogni volta che ti vedo mi viene in mente lui, quell’essere ripugnante…- disse ora con una nota di ripugnanza nella voce

La porta si aprì e come si dice, quando parli del diavolo sputano le corna, entrò lui.

-Ciao Dark, allora è vero che si qui- disse accorgendosi solo in seguito dell’attacco inaspettato della professoressa –Lasciala subito-

-No Tom, la ucciderò, così che il destino non si possa compiere- disse

-Ma qualcuno mi spiega come fate a conoscervi? Che succede? Chi è lei?-dissi spazientita

Tom aveva un espressione preoccupata mentre la professoressa era soddisfatta.

-Sono tua madre Dark- disse ora Lavinia –Tu sei stata concepita quando avevo solo quindici anni, qui ad Hogwarts.. da lui..-

-Ma ora vedo che ti diverti con Piton no?- disse Tom non notando il mio stupore –Goditelo finché puoi, lui presto morirà..-

-Già ma morirà anche tua figlia, o dovrei dire nostra?- disse –Barr..-

Gli sfuggii, non fece in tempo a finire la formula che già l’avevo schiantata, battendo però la testa a un banco.
Svenni.. il sangue fuoriusciva. Avevo evitato una pessima fine, ma forse potevo comunque morire, se nessuno mi avesse portato in infermeria.
Tom gridò aiuto, Madama Chips venne e volle delle spiegazioni, che lui diede solo a Silente, non voleva che la cosa facesse il giro della scuola.
Chiaramente aveva occultato dei particolari molto rilevanti..

Mi svegliai con la testa che mi girava, tutto ciò che era successo non mi sembrava che un incubo…
Forse ero all’inferno, ma sì, non avrei potuto restare in vita..
Non volevo…
Aprii gli occhi e c’era lui, Tom..
Mi guardai le mani.. ero pallidissima.
Cercai di alzarmi ma ero troppo debole…

-Dark.. Dark…- la voce di lui mi raggiunse come un sussurro..
-Mmm..- mugugnai in segno di risposta
-Stai bene?..-
-Penso di.. penso di si…- avevo riacquistato la mia possibilità di parlare.. ero viva.. purtroppo…

Ora mi sarebbe toccato chiedere spiegazioni sul passato..
E io non volevo..
Volevo vivere tranquillamente come una persona normale…

Mi lasciarono riposare per un altro po’ di tempo e io mi riaddormentai..
Sentivo di aver perso quasi tutte le mie forze con quei piccoli gesti..
Con la semplice prova nell’alzarmi e nel parlare..

Ad un certo punto sentii delle dolci labbra venire ad allietare il mio sonno…
Era forse un sogno?
Mi carezzava i capelli e le guance..
Mi sentivo protetta come se fossi fra le sue braccia.. e, in effetti, lì ero
Il paesaggio era un bosco d’autunno.. con le foglie ingiallite cadute a terra..
Indossavo un lungo vestito color pesca e delle scarpette da ballerina come andavano molti anni fa..
Il sole arrivava mite, passando per i rami e le foglie non ancora cadute..
Lui ti posò a terra… solo allora ti accorsi che quel ragazzo era Tom…
Non riuscivi a essere spaventata perché ironicamente anche tu non eri tu..
Eri una giovane donna dai biondi capelli e dai verdi occhi chiari.
Ti baciò ancora mettendosi accanto a te..
Lasciò in seguito scivolare le sue mani sui tuoi fianchi…
Arrivò la notte e lì, in mezzo alle tenebre e con la luna e le stelle come spettatori, ci amammo.
In quella romantica atmosfera si sentirono solo i nostri sospiri nell’aria…

Capitolo 16- Solo un oggetto..

Non fu amore ma soltanto un qualcosa rivelatosi inutile..

Mi svegliai di soprassalto e fu tutto come prima.
Niente boschi e niente manto di foglie sulla terra…
Solo un giardino verde che si poteva vedere dalla finestra dell’infermeria..

In un istante fui consapevole di ciò che avevo sognato..
Tutto ciò era inverosimile..
Avevo.. avevo sognato…
Il mio concepimento…

Si, non c’erano dubbi…
Lei era Lavinia Stole…e lui.. lui era Tom Riddle…
Volevo dei chiarimenti e li avevo avuti…
Ma avevo bisogno di saperne di più… quel senso di desiderare una vita normale era passato..
Ora volevo sapere a tutti i costi.. solo così avrei potuto difendermi da quello che tutti parevano accettare impotenti..
Dal destino..

Fui dimessa dopo mezza giornata, sebbene mi fu proibito di partecipare alle lezioni fino al Lunedì successivo..
Secondo loro non dovevo faticare troppo, altrimenti non mi avrebbe fatto bene alla mente..
Raggiunsi il mio dormitorio.. mi aspettati di trovarlo vuoto perché a quell’ora dovevano essere tutti a lezione.
Entrai come se nulla fosse e, con mia sorpresa, due braccia mi strinsero da dietro..
Quella sensazione che avevo provato quando avevo sognato stava sopraggiungendo nuovamente.
Era sempre lui, e chi altri se no?
Sentivo il suo fiato sul collo scoperto dalla maglietta estiva che portavo..
Mi baciò il collo con tanta passione che sembrò volesse bere il mio sangue…

-T.. Tom.. aspetta.. ti devo parlare- dissi a stenti ancora presa da quel sentimento forte..
Mi lasciò e si sedette sul divano poco lontano, invitandomi a fare lo stesso..
Io mi sedetti accanto a lui un po’ tremante e aspettai che lui dicesse qualcosa, non era facile affrontare un argomento così intimo con il proprio padre anche se in quel contesto non lo fosse…
-Ebbene?..- chiese dopo poco lui.
-Tu e.. Lavinia.. insomma… perché sono stata concepita? C’era amore?- dissi aspettandomi una risposta positiva..
-Lei era una sciocca..-
-Ma perché dici questo?- dissi stupita e irata contemporaneamente
-Perché credeva che io l’amassi quando non gli avevo mai dato filo, era solo una ragazza con il suo scopo- rispose girando la testa dall’altra parte.
-Che scopo?- ero letteralmente allibita e temevo la risposta che mi avrebbe potuto dare..
-Darmi un erede..- rispose lui tranquillamente
-Tu l’hai usata.. – lo accusai – E ora vuoi fare lo stesso con me perché non l’hai avuto…-
Mi diede uno schiaffo.. notai che si era trasformato in Voldemort…
-Non osare parlarmi così…-
-Sai bene che è la verità! Perché cerchi di negarla?-
-Smettila! Anche tu sai bene che questo è il tuo destino perché lo sfuggi?-
-Il destino si può anche cambiare… non ho nessuna intenzione di avere tuo figlio in grembo..-
Cercai di sfuggire ma lui, trasformatosi nuovamente in Tom, fu lesto nel prendermi e baciarmi..
Mi accostò a un muro e cercò di toccare la mia pelle fra le vesti..
Presi la bacchetta e lo schiantai…
Dopotutto era stato lui a dirmi di stare sempre in guardia..
Corsi via dal dormitorio, le lezioni erano finite e io volevo solo ritrovare una persona… Draco…

Capitolo 17- Pace

Camminavo con le lacrime agli occhi, per i corridoi..
Non volevo credere che il destino fosse così forte da non poter essere fermato..
Avevo in mente solo i suoi occhi azzurri e solo i suoi capelli biondi, così morbidi quando li si accarezzava..
Ma lui avrebbe mai voluto stare nuovamente con me?
Dopo tutto ciò che aveva sopportato, sebbene io non c’entrassi niente con quello che gli era successo…
Ero davanti la porta della sua stanza, ormai, e dovevo stabilire se entrare o no..
Sicuramente avrei dovuto avere delle motivazioni per la mia decisione di tornare con lui..
L’ultima volta che l’avevo visto sembrava come in coma, come se una delle sue più grandi gioie fosse stata infranta da qualcosa di impossibile da cambiare..
I suoi occhi sembravano non provare più nulla…
Il vuoto aveva colmato la sua anima.

Entrai decisa a riappacificarmi con lui...
Almeno era un inizio…
Lui mi guardò, in parte stupito e in parte ancora arrabbiato, ma con quella debolezza dentro che gli permetteva di perdonare.
Una debolezza chiamata amore…
Mi sedetti vicino a lui senza dire niente…
-Ciao- gli dissi dopo pochi minuti di silenzio assoluto.
-Che vuoi?- mi rispose lui freddo come sempre.
-Draco.. senti..- gli presi le mani e sentii che anch’esse erano gelide.
Ma non importava.. le avrei riscaldate io, con la forza del mio amore..
-Che c’è?- disse frettoloso
-Io amo solo te…- dissi e, senza aspettare la sua risposta, lo baciai appassionatamente sperando di poter riavere indietro il vero Draco, il mio Draco…
Quanto mi mancava…
Rivolevo il suo carattere testardo, quello di chi non ha niente da perdere e, se ce l’ha, rischia tutto per ambizione…
Lo rivolevo…
Lui mi abbracciò… era tornato, si era lui…
Un po’ gentile, un po’ bastardo… ma era lui…
Mi fece sedere sopra le sue gambe e rimanemmo lì a baciarci per un lunghissimo istante fino a che non decidemmo che era meglio staccarci…
-Dark- disse guardandomi come si guarda un angelo sulla terra –Mi sei mancata-
Quanto dovevano essere state sofferte quelle parole.
-Anche tu Draco, anche tu…-
Mi prese in braccio e mi portò fuori, vicino al fiume, ove non c’era nessuno…
-Ma, Draco, cosa vuoi fare?- gli dissi divertita da quello che sembrava un gioco.
-Niente bimba, non ti preoccupare…-
-Bimba?-
-E’ solo un modo affettuoso…-
-Ah, credevo…-
Mi fece sdraiare sulla fresca erba chiarissima alla luce del sole e riprese a baciarmi dolcemente ogni centimetro della mia pelle scoperta, con dolcezza…
Io avevo preso il suo viso fra le mie mani e lo avevo avvicinato al mio, facendolo avvicinare sempre di più fino a che anche i nostri corpi furono accostati uno all’altro…
La scena che ci circondava era meravigliosa, sembrava quasi una favola…
Il cielo era azzurro con solo una piccola nuvola scherzosa a rallegrarlo, la selva era tutta intorno a noi.
Pian piano scoprimmo le nostre membra e i nostri corpi all’aria.
E dopo poco solo dolci sospiri nell’aria…
L’emozione che provavo era intensissima e irripetibile, sentivo tutto il mio corpo fremere di piacere…
Dopodiché ci addormentammo, cullati dalla dolce brezza pomeridiana…

16/11/2004 22:25
 
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Forumandiano..!!

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[SM=x322198] [SM=x322198] ..nn l'ho letta tutta...un giorno mi ci impegnerò e la leggerò [SM=x322197] skerzo..è fatta bene! ank'io ne sto scrivendo una...xò nella mia storia sono Harry =P
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