Russia. Ossezia. Basaiev rivendica l'attentato alla scuola di Beslan


Un bambino tratto in salvo a Beslan

Mosca, 17 settembre 2004
Il leader separatista radicale ceceno Chamil Basaiev ha rivendicato l'azione terroristica avvenuta in una scuola di Beslan, nell'Ossezia del Nord.
La rivendicazione è apparsa in una lettera pubblicata oggi sul sito internet vicino agli indipendentisti Kavkazcenter.com, usato in genere dagli indipendentisti ceceni per rendere noti i loro messaggi.
"Grazie ad Allah, le Brigate dei martiri 'Riadus Salikhin' hanno compiuto una serie di operazioni militari riusciti sul territorio russo", afferma la lettera firmata 'Abdallah Chamil', il nome che si è dato Chamil Basaiev.


Riferendosi ai fatti di Beslan, Basayev rivendica l'azione ma scarica sul Cremlino e su Putin la responsabilità del tragico esito della vicenda. "A Beslan si è verificata una terribile tragedia. Il vampiro del Cremlino ha distrutto e ferito mille persone tra bambini e adulti dando l'ordine di attaccare la scuola per soddisfare le sue ambizioni imperiali e conservare il suo trono".

Nel suo comunicato, Basayev si rivolge anche alla Russia e rilancia la sua linea politica: "indipendenza (per la Cecenia) in cambio di sicurezza". Se la Russia ritira le sue truppe, dice il leader ceceno nel messaggio, "noi possiamo garantire che tutti i musulmani di Russia rinunceranno alla lotta armata per almeno 10, 15 anni, a patto che sia rispettata la libertà di religione per tutti".

Questa 'Brigata dei martiri', formata dal capo separatista qualche anno fa, sottolinea in particolare di essere dietro l'esplosione vicino alla stazione Rijskaia a Mosca, "perpetrata dal dipartimento regionale dei martiri di Mosca (31 agosto, 10 morti), l'esplosione di due aerei civili provocata dal dipartimento delle operazioni speciali (24 agosto, 90 morti), e l'operazione Beslan (dal primo a 3 settembre, almeno 339 morti), rivendicata dal secondo battaglione di martiri posta sotto il comando del colonnello Orsthkoiev", afferma il messaggio la cui autenticità non ha potuto essere verificata.

MASSACRO DI BESLAN

Basaiev: 'Sono stato io'
Online l'attesa rivendicazione



MOSCA, 17 SETTEMBRE 2004 - Il leader separatista radicale ceceno Chamil Basaiev è l'uomo che ha deciso la morte dei bamibini di Beslan. Con una una lettera pubblicata oggi sul sito internet vicino agli indipendentisti Kavkazcenter.com ha rivendicato l'azione terroristica con presa di ostaggi avvenuta nella scuola di Beslan, nell'Ossezia del Nord.

LE RIVENDICAZIONI "Grazie ad Allah, le Brigate dei martiri Riadus Salikhin hanno compiuto una serie di operazioni militari riuscite sul territorio russo", afferma la lettera firmata 'Abdallah Chamil', il nome che si è dato Chamil Basaiev. La 'Brigata dei martiri', fondata dal capo separatista qualche anno fa, sottolinea di essere stata l'autrice dell'esplosione vicino alla stazione Rijskaia a Mosca, "perpetrata dal dipartimento regionale dei martiri di Mosca (31 agosto, 10 morti), l'esplosione dei due aerei civili provocata dal dipartimento delle operazioni speciali (24 agosto, 90 morti), e l'operazione Beslan (dal primo a 3 settembre, almeno 339 morti), rivendicata dal secondo battaglione di martiri posta sotto il comando del colonnello Orsthkoiev". Il sito Kavkazcenter.com è quello usato generalmente dagli indipendentisti ceceni per rendere noti i loro messaggi.

CHI E' BASAIEV - Programmatore di computer, Shamil Basaiev, nato 39 anni fa, ha attraversato tutta la prima guerra cecena (1994-1996) accompagnato dalla fama di essere 'invincibile'.

Capo di una colonna di volontari ceceni al fianco degli abkhazi in lotta nel Caucaso per l'indipendenza dalla Georgia (1993), si rivelò al mondo nel 1995 come autore di uno dei più colossali sequestri di persona della storia recente: alla testa dei suoi uomini prese in ostaggio un migliaio di ammalati e di lavoratori dell'ospedale di Budionnovsk , città russa a poca distanza dalla Cecenia, e li lasciò liberi dopo una lunga trattativa con l'allora premier russo Viktor Cernomyrdin.

All'inizio della guerra cecena un missile russo gli distrusse la casa in cui trovarono la morte la moglie e un figlio. E' ritenuto il liberatore di Grozny: nell'agosto del 1996 guidò l'offensiva dei guerriglieri contro le truppe russe che controllavano la capitale della repubblica cecena, dichiarata indipendente nel 1991. La città capitolò dopo alcuni giorni di furiosi combattimenti e i russi furono costretti ad abbandonarla.

Accusato da Mosca di legami con settori del terrorismo internazionale, il "signore della guerra" annunciò il 20 settembre di cinque anni fa la creazione di un reparto speciale di combattenti "pronti a morire per la fede" musulmana, denominato Shahid (martiri) e formato da 300-400 volontari. Nel febbraio del 2000, mentre si ritirava da Grozny, capitale della Cecenia, rimase gravemente ferito dall'esplosione di una mina russa e perse una gamba. Voci di una sua morte si sono diffuse due volte negli ultimi anni, prima nel maggio del 2000 e poi nell'aprile del 2002.

Dopo le mancate conferme e le smentite, il più noto e carismatico leader della guerriglia secessionista cecena ha ripreso invece la ribalta nel novembre di due anni fa rivendicando la responsabilità della presa di ostaggi nel teatro Dubrovka di Mosca che provocò 129 morti, e avvertendo che il suo gruppo avrebbe lanciato nuovi attacchi in Russia se le truppe federali non si fossero ritirate dalla Cecenia.

L'8 agosto 2003 il segretario di Stato statunitense Colin Powell ha annunciato il congelamento degli averi di Basaiev e l'inserimento del suo nome nella lista nera di coloro che minacciano la sicurezza americana. Ciò non ha impedito al guerrigliero ceceno di rivendicare l'ennesimo assalto ad un ospedale militare in Ossezia avvenuto pochi giorni prima (primo agosto 2003, 50 morti) e soprattutto di essere accusato dai comandi militari russi per la strage dello scorso 9 maggio allo stadio di Grozny,costata tra l'altro la vita al presidente Akhmad Kadyrov.

MOSCA - Programmatore di computer, calciatore dilettante, Shamil Basaiev - che oggi in un sito internet vicino agli indipendentisti ceceni ha rivendicato una serie di attentati su territorio russo, l'ultimo dei quali quello della presa di ostaggi e la strage nella scuola di Beslan (Ossezia settentrionale) - ha attraversato tutta la prima guerra cecena (1994-1996) accompagnato dalla fama di essere 'invincibile'.

Capo di una colonna di volontari ceceni al fianco degli abkhazi in lotta nel Caucaso per l'indipendenza dalla Georgia (1993), si rivelo' al mondo nel 1995 come autore di uno dei piu' colossali sequestri di persona della storia recente: alla testa dei suoi uomini prese in ostaggio un migliaio di ammalati e di lavoratori dell'ospedale di Budionnovsk, citta' russa a poca distanza dalla Cecenia, e li lascio' liberi dopo una lunga trattativa con l'allora premier russo Viktor Cernomyrdin.

E' nato 39 anni fa nel villaggio di Vedeno. All'inizio della guerra cecena un missile russo gli distrusse la casa in cui trovarono la morte la moglie e un figlio.

E' ritenuto il liberatore di Grozny: nell'agosto del 1996 guido' l'offensiva dei guerriglieri contro le truppe russe che controllavano la capitale della repubblica cecena, dichiarata indipendente nel 1991. La citta' capitolo' dopo alcuni giorni di furiosi combattimenti e i russi furono costretti ad abbandonarla.

Accusato da Mosca di legami con settori del terrorismo internazionale, il ''signore della guerra'' annuncio' il 20 settembre di cinque anni fa la creazione di un reparto speciale di combattenti ''pronti a morire per la fede'' musulmana, denominato Shahid (martiri) e formato da 300-400 volontari. Nel febbraio del 2000, mentre si ritirava da Grozny, capitale della Cecenia, rimase gravemente ferito dall'esplosione di una mina russa e perse una gamba.

Voci di una sua morte si sono diffuse due volte negli ultimi anni, prima nel maggio del 2000 e poi nell'aprile del 2002. Dopo le mancate conferme e le smentite, il piu' noto e carismatico leader della guerriglia secessionista cecena ha ripreso invece la ribalta nel novembre di due anni fa rivendicando la responsabilita' della presa di ostaggi nel teatro Dubrovka di Mosca che provoco' 129 morti, e avvertendo che il suo gruppo avrebbe lanciato nuovi attacchi in Russia se le truppe federali non si fossero ritirate dalla Cecenia.

L'8 agosto 2003 il segretario di Stato statunitense Colin Powell ha annunciato il congelamento degli averi di Basaiev e l'inserimento del suo nome nella lista nera di coloro che minacciano la sicurezza americana. Cio' non ha impedito al guerrigliero ceceno di rivendicare l'ennesimo assalto ad un ospedale militare in Ossezia avvenuto pochi giorni prima (primo agosto 2003, 50 morti) e soprattutto di essere accusato dai comandi militari russi per la strage dello scorso 9 maggio allo stadio di Grozny,costata tra l'altro la vita al presidente Akhmad Kadyrov.


17/09/2004 09:06

OSSEZIA: IL LEADER CECENO BASAIEV RIVENDICA L'ATTACCO DI BESLAN
MOSCA - Il leader separatista radicale ceceno Chamil Basaiev ha rivendicato l'azione terroristica con presa di ostaggi avvenuta in una scuola di Beslan, nell'Ossezia del Nord.

La rivendicazione e' apparsa in una lettera pubblicata oggi sul sito internet vicino agli indipendentisti Kavkazcenter.com.

''Grazie ad Allah, le Brigate dei martiri 'Riadus Salikhin' ha compiuto una serie di operazioni militari riusciti sul territorio russo'', afferma la lettera firmata 'Abdallah Chamil', il nome che si e' dato Chamil Basaiev.

Questa 'Brigata dei martiri', formata dal capo separatista qualche anno fa, sottolinea in particolare di essere dietro l'esplosione vicino alla stazione Rijskaia a Mosca, ''perpetrata dal dipartimento regionale dei martiri di Mosca (31 agosto, 10 morti), l'esplosione di due aerei civili provocata dal dipartimento delle operazioni speciali (24 agosto, 90 morti), e l'operazione Beslan (dal primo a 3 settembre, almeno 339 morti), rivendicata dal secondo battaglione di martiri posta sotto il comando del colonnello Orsthkoiev'', afferma il messaggio la cui autenticita' non ha potuto essere verificata.

Il sito Kavkazcenter.com e' quello usato generalmente dagli indipendentisti ceceni per rendere noti i loro messaggi.


17/09/2004 08:39

Basaiev, l'uomo dei sequestri
dalla guerriglia all'orrore


Shamil Basaiev

Programmatore di computer, calciatore dilettante, con una vocazione teatrale mancata Shamil Basaiev - che oggi in un sito internet vicino agli indipendentisti ceceni ha rivendicato una serie di attentati su territorio russo, l'ultimo dei quali quello della presa di ostaggi e la strage nella scuola di Beslan (Ossezia settentrionale) - ha attraversato tutta la prima guerra cecena (1994-1996) accompagnato dalla fama di essere invincibile.

Capo di una colonna di volontari ceceni al fianco degli abkhazi in lotta nel Caucaso per l'indipendenza dalla Georgia (1993), si rivelò al mondo nel 1995 come autore di uno dei più colossali sequestri di persona della storia recente: alla testa dei suoi uomini prese in ostaggio un migliaio di ammalati e di lavoratori dell'ospedale di Budionnovsk, città russa a poca distanza dalla Cecenia, e li lasciò liberi dopo una lunga trattativa con l'allora premier russo Viktor Cernomyrdin.

E' nato 39 anni fa nel villaggio di Vedeno. All'inizio della guerra cecena un missile russo gli distrusse la casa in cui trovarono la morte la moglie e un figlio.

E' ritenuto il liberatore di Grozny: nell'agosto del 1996 guidò l'offensiva dei guerriglieri contro le truppe russe che controllavano la capitale della repubblica cecena, dichiarata indipendente nel 1991. La città capitolò dopo alcuni giorni di furiosi combattimenti e i russi furono costretti ad abbandonarla.

Accusato da Mosca di legami con settori del terrorismo internazionale, il "signore della guerra" annunciò il 20 settembre di cinque anni fa la creazione di un reparto speciale di combattenti "pronti a morire per la fede" musulmana, denominato Shahid (martiri) e formato da 300-400 volontari. Nel febbraio del 2000, mentre si ritirava da Grozny, capitale della Cecenia, rimase gravemente ferito dall'esplosione di una mina russa e perse una gamba.


Voci di una sua morte si sono diffuse due volte negli ultimi anni, prima nel maggio del 2000 e poi nell'aprile del 2002. Dopo le mancate conferme e le smentite, il più noto e carismatico leader della guerriglia secessionista cecena ha ripreso invece la ribalta nel novembre di due anni fa rivendicando la responsabilità della presa di ostaggi nel teatro Dubrovka di Mosca che provocò 129 morti, e avvertendo che il suo gruppo avrebbe lanciato nuovi attacchi in Russia se le truppe federali non si fossero ritirate dalla Cecenia.

L'8 agosto 2003 il segretario di Stato statunitense Colin Powell ha annunciato il congelamento degli averi di Basaiev e l'inserimento del suo nome nella lista nera di coloro che minacciano la sicurezza americana.

Ciò non ha impedito al guerrigliero ceceno di rivendicare l'ennesimo assalto a un ospedale militare in Ossezia avvenuto pochi giorni prima (primo agosto 2003, 50 morti) e soprattutto di essere accusato dai comandi militari russi per la strage dello scorso 9 maggio allo stadio di Grozny,costata tra l'altro la vita al presidente ceceno Akhmad Kadyrov.


(17 settembre 2004)