Napoleone ucciso da errori dei medici, non da un tumore

Secondo una nuova ipotesi formulata da un patologo forense, a Bonaparte sarebbe stato fatale l'eccessivo zelo dei suoi medici curanti che lo sottoposero a troppe purghe e clisteri

Forse si dovrà aggiungere un nuovo capitolo al caso 'morte di Napoleone Bonaparte', archiviato come cancro allo stomaco dopo numerose investigazioni tese a smontare l'ipotesi di un avvelenamento. Potrebbe essere stato per certi versi avvelenato, riferisce un articolo sul numero di questo mese del magazine New Scientist, ma non da cospiratori bensì dall'eccesso di zelo dei suoi medici che lo hanno seguito nei suoi giorni d'esilio a Sant'Elena dove si spense il 5 maggio 1821.
Ad avanzare questa 'ipotesi di reato' è stato il patologo forense Steven Karch che ha analizzato il 'caso' con la sua equipe del San Francisco Medical Examiner's Department.
La versione ufficiale sulla morte del grande imperatore, condivisa ormai da numerosi storici, vuole che il condottiero sia stato stroncato da un cancro allo stomaco. Ad avvalorare questa tesi numerosi indizi, come l'autopsia eseguita dal suo medico personale Francesco Antommarchi che fu osservata da cinque special isti britannici e la storia che vuole il padre morto dello stesso male.
Ad agitare le acque venne però nel 2001 l'esito dell'esame di una ciocca di capelli del grande Bonaparte che evidenziò la presenza di un eccesso di arsenico concentrato oltre 30 volte la soglia normale attesa in un organismo. Avvelenamento, disse allora Pascal Kintz dell'Istituto Forense di Strasbourg in Francia. La tesi fu poi smentita da Ivan Ricordel, capo del dipartimento di tossicologia della Polizia di Parigi, in un lavoro pubblicato sulla rivista Science et Vie. L'esperto mostrava che ciocche di capelli napoleonici avevano già alte concentrazioni di arsenico anni prima della morte. L'imperatore dunque, stando all'ipotesi dell'avvelenamento, sarebbe dovuto morire già molto prima. Il veleno sulla sua chioma probabilmente non era altro che derivante da contaminazione ambientale o il risultato dell'uso di unguenti.
Ma ora lo scenario potrebbe cambiare di nuovo. La morte potreb be essere effetto di pratiche mediche un po' troppo cruente: troppe purghe e clisteri sarebbero stata la sua rovina, sostiene Karch. I medici forse esagerarono con le somministrazioni di tartaro emetico, usato per la sua proprietà di produrre vomito, un composto chimico tecnicamente detto tartrato doppio di potassio e antimonio che trovò impiego in medicina nella terapia di alcune infezioni ed il cui uso è stato in seguito abbandonato per la sua tossicità
Questa sostanza ridusse troppo le concentrazioni di potassio nell'organismo di Napoleone che così potrebbe essere andato incontro alla sindrome di torsades de pointes (TdP), o anche sindrome del complesso Q-T allungato (LQTS), una grave forma di tachicardia ventricolare, potenzialmente fatale.
Il colpo finale, racconta Karch, potrebbe essergli stato inferto da 600 milligrammi di una purga a base di cloruro di mercurio, pari a cinque volte la dose normale.
Questa dettagliata vicenda di erro ri medici non convince però uno dei medici che si era interessato al caso, Phil Corso del Connecticut e oggi in pensione, che sostiene con forza la tesi del cancro: 'Napoleone stava già molto male da tempo - dichiara - non è plausibile che i suoi medici abbiano fatto molta differenza'.