INDIA: DOPO 15 ANNI TORNA IN AZIONE IL BOIA
NEW DELHI - Non sono bastati gli appelli, le proteste e la fiaccolata ad evitare la prima esecuzione capitale in India da 15 anni a questa parte. E cosi' alle 4.30 di stamattina (ora locale, le 1.00 in Italia), Dhananjoy Chatterjee e' stato impiccato come richiesto dalla sua condanna. E per il boia, ottantatreenne, e' stata l'ultima esecuzione, prima di lasciare il suo incarico al figlio, che ha assistito alla fine del condannato.
L' uomo, di 39 anni, nel 1990 avrebbe violentato ed ucciso una ragazzina di 14 anni, Hetul Parekh. Dopo 13 anni di carcere, nella prigione centrale Alipore di Calcutta, l'uomo e' stato messo a morte, nonostante gli appelli delle organizzazioni umanitarie e i dubbi sulla sua colpevolezza.
Secondo il suo legale, infatti, la condanna di Dhananjoy Chatterjee e' stata decisa solo su indizi e fattori circostanziali, non su prove reali. Neanche il test del Dna, piu' volte richiesto, e' stato effettuato per fugare ogni dubbio sulla colpevolezza dell' uomo. Nelle scorse settimane gli appelli per la grazia a Dhananjoy Chatterjee erano arrivati fino al presidente indiano Abdul Kalam, che ha pero' negato l'atto di clemenza, mettendo la parola fine alla storia dell' uomo.
Era il 5 marzo del 1990 quando Hetul Parekh fu violentata e uccisa nella sua casa di Bhowanipur, nei pressi di Calcutta. Dopo due mesi, Dhananjoy Chatterjee fu arrestato con le accuse di violenza sessuale ed omicidio. Nell' agosto del 1991 l'uomo fu riconosciuto colpevole dal tribunale di Calcutta e condannato alla pena di morte. Da allora si sono succeduti appelli e ricorsi che non hanno evitato a Dhananjoy Chatterjee di essere giustiziato. Come vuole la prassi indiana, a Dhananjoy Chatterjee e' stato chiesto di esprimere un ultimo desiderio prima di essere impiccato. L'uomo ha chiesto ai suoi secondini di mangiare ''sweets and curd'', dolci e yogurt indiano. Dopo aver consumato il pasto, Dhananjoy Chatterjee e' stato accompagnato nella sala dove lo attendeva il boia, Nata Mallick di 83 anni, alla sua 25/a ed ultima esecuzione prima del pensionamento e di lasciare il posto a suo figlio, Prabhat, che ha assistito all'esecuzione.
Dhananjoy Chatterjee si e' presentato alla forca calmo, con in mano una copia della Bhagavad Gita, uno dei testi piu' sacri dell'induismo. Dopo una notte passata insonne nella quale ha rifiutato il cibo, alle 4.30 l'esecuzione. Poco prima, Dhananjoy Chatterjee ha avuto parole per il suo boia, al quale ha augurato la benedizione divina. Come vuole la prassi, il corpo dell'uomo e' stato lasciato penzolare per 30 minuti prima di essere portato via. La famiglia di Dhananjoy Chatterjee ha atteso nel suo villaggio, assediato dalla polizia, la notizia dell' esecuzione. Non ha voluto riavere il corpo dell'uomo e cosi' la cremazione e' stata effettuata da una associazione umanitaria. Dhananjoy Chatterjee aveva chiesto di donare i suoi occhi e i reni, ma non e' stato possibile accondiscendere alle sue richieste, per l'opposizione della famiglia.
Mentre l'uomo veniva impiccato, all'esterno della prigione si alternavano numerose manifestazioni, organizzate dal Manab Adhikar Surakha Manch (Masum) e da membri del collegio episcopale, che hanno intonato canti e acceso candele. Secondo il portavoce del Masum, Kiriti Roy, ''l'esecuzione era inutile. La sua impiccagione fermera' gli stupri? Ogni giorno vengono stuprate numerose donne, anche bambini di 2-3 anni, e l' impiccagione non fermera' questi reati. Dobbiamo abolire l' omicidio di Stato''.
In India la pena di morte e' stata usata per casi eccezionali. Sotto il boia, negli ultimi cinquant'anni, sono finiti l'assassino del Mahatma Gandhi e quelli del primo ministro Indira Gandhi. ''Eppure ¿ ha detto Zark Antony, altro esponente del Masum -, questo non ha fermato l'assassina di Rajiv Gandhi e non ne fermera' altri''.
14/08/2004 17:25
E' al di sopra delle nostre possibilità... fuggiamo!!!!!!