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Museo della Figurina
Mezzo milione di prodotti a stampa sono l'enorme dotazione del nuovo Museo della Figurina di Modena. Un viaggio imperdibile tra memoria e fantasia alla scoperta di quei piccoli frammenti di mondo che sono le figurine.
Dalle leggendarie Liebig ai mitici album dei calciatori che hanno fatto sognare generazioni di bambini. Chi non ha mai giocato a "Muretto" o a "Ce l'ho ce l'ho... mi manca"? Chi non ha mai aperto con frenesia una bustina colorata, sperando di trovare la figurina mancante? Ora c'è un luogo, unico al mondo, un contenitore di ricordi che lega milioni di persone e che apre al pubblico negli spazi di Palazzo Santa Margherita, mostrando quel mondo fantastico e sorprendente di piccole stampe che, partendo dai secoli scorsi fino ai giorni nostri, risveglia memorie, emozioni, ma anche stimoli e sorprese inaspettate.
Il Museo della Figurina nasce dalla passione collezionistica di Giuseppe Panini, fondatore delle omonime Edizioni, che sin dagli inizi della sua attività imprenditoriale raccoglie centinaia di migliaia di piccole stampe provenienti da tutto il mondo. Il patrimonio si amplia a tal punto da diventare nel 1986 un museo interno all'azienda stessa. Nel 1992 Giuseppe Panini decide di donare la raccolta, una delle più importanti del mondo, alla sua città, eletta capitale internazionale della figurina, e quindi sede naturale di un museo che ne potesse documentare le origini e lo sviluppo.
Negli anni a seguire l'attività del museo si è concentrata sulla catalogazione della raccolta, costituita da circa cinquecento mila esemplari, e sulla sua divulgazione attraverso pubblicazioni e mostre tematiche di livello nazionale.
Il pubblico, scorrendo le pagine dei grandi album delle meraviglie, trova un inedito punto di vista sulla storia e il costume degli ultimi 150 anni, fino ad arrivare alla svolta operata dai fratelli Panini di Modena e rappresentata dall'album I Calciatori del campionato 1961/1962, quando la figurina, in precedenza venduta esclusivamente in abbinamento a un prodotto commerciale, acquista lo status di mezzo di comunicazione autonomo.
Partendo dalla tecnica della cromolitografia e dalla sua storia, legata alla pubblicità e a nomi di grandi e piccole ditte che diffusero la figurina nel mondo, si possono scoprire altri materiali ugualmente interessanti come le cigarette cards, i bolli chiudilettera, le fascette da sigari e gli album d'epoca. I visitatori, oltre all'esposizione permanente, trovano uno spazio dedicato a mostre temporanee a tema, un laboratorio per attività didattiche, una zona multimediale.
Frammenti di celluloide
Il cinema è uno dei principali soggetti delle figurine fin da quando, fra il 1912 e il 1913, la Liebig dedica una serie ai Trucchi del cinematografo, nella quale vengono "smontati" gli effetti speciali dell'epoca. Successivamente sono i volti degli attori e soprattutto delle attrici più famosi a essere stampati e riscuotere successo: negli anni Trenta, per esempio, alcune ditte alimentari italiane decidono di utilizzare foto di personaggi cinematografici da inserire come figurine all'interno delle confezioni di prodotti per incrementarne la vendita. Col tempo, agli attori si affiancano le immagini di successi radiofonici (come i 4 Moschettieri di Nizza e Corbelli), programmi tv, fino a telefilm (Sandokan per esempio) e cartoni animati.
Figurine nel pallone
Automobilismo, motociclismo, atletica, pugilato, ciclismo e soprattutto calcio. Tardivo ma sempre crescente è l'interesse del mondo delle figurine per lo sport. Proprio come l'onda della passione popolare, che a partire dal XX secolo affolla stadi e autodromi. Il salto di qualità, l'avvio dell'industria della figurina moderna si ha con i fratelli Panini che editano l'album "I calciatori del campionato 1961/1962" (la copertina riportava l'immagine di Niels Liedholm), che vende oltre quindici mila bustine: proprio quella calcistica (il tradizionale giocatore ripreso, almeno nelle prime serie, sul campo) diventa la raccolta per eccellenza.
Le raffiguriazioni del saporeDalle delizie del palato sfornate da ogni angolo del mondo ai modi di imbandire la tavola. Sono tante le serie di figurine nel corso della storia dedicate alla cucina e all'arte gastronomica. L'azienda più famosa che le utilizzò fu la Liebeg, industria alimentare conosciuta per il suo estratto di carne: era il classico gadget per bambini legato a una merce acquistata dagli adulti. Le figurine Liebig si caratterizzarono per il barattolo dell'estratto sempre presente sulla stampa. Ma sono tante le piccole imprese che hanno utilizzato le piccole stampe come veicolo pubblicitario, dalle dirette concorrenti della Liebig a quelle che producevano cioccolato e biscotti.
Immagini per imparare
Il carattere ludico ma anche didattico della figurina è uno degli elementi più importanti da prendere in considerazione per capire ed entrare pienamente in questo mondo. Attraverso gli album i bambini migliorano la propria conoscenza di ciò che li circonda: i paesi e i costumi dall'Europa all'America all'Africa, la Storia con serie dedicate a episodi importanti e personaggi famosi; la natura con sguardi ravvicinati su piante e fiori, la scienza e le sue straordinarie scoperte, la letteratura e le sue fiabe, ma anche le trasformazione della famiglia nel tempo, i giochi dei bambini attraverso i decenni, l'urbanistica e i mezzi di trasporto.
Ritagli di stile
Le figurine annotano i cambiamenti di stile con raffinata precisione, percorrendo un arco di storia del costume e della moda lungo 150 anni: a fine Ottocento risulta evidente per esempio, proprio attraverso le piccole stampe, che l'abbigliamento maschile conferisce una espressione di severità alla persona, mentre tutto l'aspetto decorativo si concentra sulla figura femminile, nei confronti della quale domina l'eclettismo, ispirato spesso al passato con soluzioni che richiamava il Rococò e il Rinascimento. Non mancano peraltro le idealizzazioni attraverso le quali la donna da personaggio reale diventa allegorica, fino ad arrivare alla donna-fiore, uno degli stilemi degli illustratori dell'Art Nouveau.
Figurine d'autore
Di particolare interesse storico e artistico sono le figurine nelle quali è riconoscibile l'autore. L'album della ditta di biscotti LU (Lefévre-Utile) di Nantes per esempio riporta immagini ad alto livello artistico in cui sono distinguibili gli stili delle arti maggiori a cavallo tra Ottocento e Novecento: alcuni portano firme allora celebri, come quelle di Volon, Loir, Mucha.Tra i nomi di maggior spicco si ricordano anche Benjamin Rabier, uno dei più famosi illustratori dell'epoca, Robida, Guillaume, Cheret - creatore del manifesto cromolitografico d'arte.
In Italia si ricorda Bioletto, autore della famosa serie del concorso Perugina-Buitoni legato alla serie radiofonica del 1934 dei 4 moschettieri di Nizza e Morbelli, con la famosa figurina del Feroce Saladino.

fonte: www.tiscali.it
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