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tutte le migliori ricette della SICILIA, che vi assicuro, sono eccezionali: tutte testate da me, ho scelto le piu BUONE in assoluto!!!

PROVATELE!!! [SM=x322200] a tutti! [SM=x322236]



03/04/2005 16:53
 
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"Insalata di polpo"


INGREDIENTI
Per 4 persone:
Uno o più
polpi di circa
1 chilo,
uno spicchio
d'aglio,
2 limoni,
olio
extravergine
d'oliva,
sale e pepe
quanto basta,
2 mazzi di
prezzemolo

TANTI OCTOPUS VULGARIS per un'insalata che, col tempo, è diventato uno degli antipasti più noti della Sicilia. L'insalata di polpi è targata Palermo e nel capoluogo, al nome originario latino e a quello attuale dell'italiano, si preferisce il siciliano "purpi fraieddi". Sono chiamati così probabilmente perchè "fraènti" sono detti gli scogli dove rompe l'acqua o perchè "fragagghia" è il minutame, la figliata. Gli isolani sono ghiotti di pesce, ne mangerebbero sempre ed hanno trovato un'infinità di maniere per cucinarlo. Il pesce è uno del simboli cristiani e della cattolicità Il sognar pesci in Sicilia, è segno di fortuna.Preparazione: Fate bollire dell'acqua salata in una grande pentola e copritela con un coperchio. Non appena l'acqua bolle, gettate il polpo (o i polpi) e lasciatelo cuocere per circa un quarto d'ora. Spegnete il fuoco e fate riposare il polpo dentro l'acqua per altri 20 minuti. Scolate il polpo ed affettatelo. Sistemate i pezzettini su un piatto largo. In una tazza preparate una salsa con olio, sale, pepe ed aglio tagliato a tocchetti. Versate la salsa cosi preparata sul polpo tagliato ed aggiungete succo di limone. Spolverate con il prezzemolo tritato e servite a tavola.[SM=x322223]



03/04/2005 16:56
 
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"Insalata di aringhe e arance"
UN ANTIPASTO catanese con due prodotti tipici della terra di Sicilia: le aringhe e le arance. Furono gli arabi, nel Xll secolo, ad importare le arance dall'oriente in Sicilia e in tutto il bacino del Mediterraneo. Ancora oggi, per, le arance sono chiamate "portuàllu" perchè‚ in realtà arrivarono in Europa passando dal Portogallo. L'abbinamento in un'insalata con le aringhe è quasi naturale perchè‚ la Sicilia offre un'ampia panoramica di pesce salato, più che ogni altra regione. I motivi sono la disponibilità di sale a basso costo, la grande pescosità e quindi la necessità di conservare il pesce in più per quei mesi di magra in cui le barche sono ferme.Sbucciate e tagliate con un coltello affilatissimo le arance riducendole a tocchetti o a spicchi. Dopo avere eliminato i semi eventuali, sistematele in una insalatiera. Aggiungete le aringhe sminuzzate e condite con olio, sale e pepe. Tagliate le cipolline scalogne a listerelle sottili, unitele alle aringhe e alle arance e servite in tavola, guarnendo a piacere, con una spolverata di prezzemolo. In mancanza delle arance sanguinelle, potete utilizzare arance di altra qualità, come tarocchi, o brasiliane. Vanno escluse sicuramente quelle di vaniglia.[SM=x322223]

VI ASSICURO che è buonissima, anche se sembra strano come accostamento!



03/04/2005 16:58
 
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"Olive Nere Fritte"


INGREDIENTI

Per 4 persone:
500 gr. di olive nere
1 cipolla bianca
olio d'oliva
extravergine
2 spicchi d'aglio
1/2 bicchiere
d'aceto
un mazzetto
di origano.

ONTRARIAMENTE a quanto si pensa le olive nere non sono una qualità, ma una varietà a parte. Vasto è l'uso che se ne fa nella tradizione gastronomica siciliana. Eppure versare olio o sognarlo porta male e per scongiurare disgrazie si buttano tre pizzichi di sale dietro le spalle. Le "aulivi niri fritti" sono un antipasto tra i più usati in Sicilia. Si accoppiano con la cipolla, che fu portata dal romani nell'isola direttamente dall'oriente. Considerata sacra dagli egizi ed energetica prima di una battaglia dai soldati romani, la cipolla veniva mangiata cruda dal contadini siciliani perchè ritenevano che facesse bene ai denti.Tritate finemente la cipolla e rosolatela in una padella con olio. Dopo qualche minuto aggiungete le olive nere. Tenetele a fuoco vivo per 5 minuti e servitele in tavola, calde. Le olive possono essere preparate con una variante. Anzichè usare la cipolla si può utilizzare aglio, aceto ed origano. Basterà allora soffriggere 2 spicchi d'aglio interi, aggiungere le olive e spruzzare con l'aceto. Quando questo sarà evaporato, potrete spolverare le olive con un poco d'origano. Servitele in tavola sempre calde.



03/04/2005 17:00
 
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"Polpette Di Ricotta"




INGREDIENTI

Per 4 persone:
500 grammi
di patate vecchie
3 uova (solo i rossi)
70 grammi di
caciocavallo
grattugiato
200 grammi
di ricotta fresca
di pecora (o mista)
Sale e pepe
quanto basta
Pan grattato
quanto basta
Olio d'oliva
extravergine


LA CUCINA SICILIANA apprezza particolarmente i piatti di polpette. La sua tradizione ne è piena: ci sono quelle di sarde, di finocchietto selvatico di patate, di cavolfiore e cosI via di seguito. Quelle di ricotta sono molto usate, come antipasto, nelle Madonie, terra ricca di formaggi. Ma se, in questo campo, "Sicilia docet", la polpetta è un'aspirazionecomune a tutte le civiltà antiche e moderne. Già gli antichiromani gli tributavano molti onori e Apicio mette al primo posto quelle di pavone. Fare polpette risponde all'esigenza di rendere il cibo più masticabile per vecchi e bambini, più digeribile e di più rapida cottura.Lessate le patate, spelatele e con l'aiuto di una forchetta, riducetele a purea. Aggiungete le uova sbattute e il caciocavallo grattugiato, quindi salate, pepate e amalgamate il tutto. Se l'impasto non fosse sufficientemente omogeneo e consistente, rinforzate con pan grattato. Con le mani, fate delle polpette tonde e regolari. Farcitele con la ricotta precedentemente schiacciata con una forchetta, passatele nel pan grattato e lasciatele riposare per qualche minuto prima di friggere. Fate riscaldare abbondante olio in una padella larga e sistematevi le polpette, che farete dorare ben bene. Prendetele con una schiumarola e ponetele su di un foglio di carta assorbente, per eliminare l'olio superfluo. Sistematele su un piatto molto largo e servite a tavola.[SM=x322267]



03/04/2005 17:02
 
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"Peperoni ripieni"


INGREDIENTI

Per 4 persone:
150 grammi
di pan grattato
40 gr di uvetta
sultanina e
pinoli
120 grammi di
caciocavallo
fresco
2 acciughe
30 gr di capperi
olio extra
vergine d'oliva
sale e pepe q.b.


SIMILMENTE ad altre varietà provenienti dal nuovo mondo, ma diffuse solo nell'ottocento, i peperoni hanno una storia breve ma ricca nella cucina meridionale. Lo provano diverse qualità, tutte variamente impiegate nelle mense ricche e povere del nostro mondo occidentale. L'uso di riempire le "caverne" del peperone con i prodotti più vari (carne macinata, pan grattato, fette di cipolla, formaggio pecorino etc.) è semplicemente il portato di tutta la bontà di sapori, dal dolciastro al piccante, che dalla "parete" del peperone si trasmettono al ripieno man mano che il calore del fuoco ne scioglie la compattezza originaria.Lavate i peperoni, svuotateli e togliete il picciolo che metterete da parte per utilizzarlo come coperchio dopo averli rlempiti. Mettete una padella su fuoco moderato con un cucchiaio di olio. Quindi aggiungete l'uvetta, i pinoli, le acciughe tagliuzzate, il pan grattato, il caciocavallo fresco a pezzetti, i capperi lavati bene, sale e pepe e irrorate con olio quanto basta. Mescolate il tutto e riempite i peperoni. Tappateli con il picciolo e disponeteli in una pirofila. Infornate a circa 220° per 45minuti.



03/04/2005 17:04
 
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"Vermicelli alla siciliana"


INGREDIENTI

Per 4 persone:
600 grammi
di vermicelli
500 grammi
di pomodori
pelati
1 melanzana
2 peperoni
2 spicchi
d'aglio
2 olive nere
20 grammi
di capperi
10 foglie
di basilico
3 acciughe
sale e pepe
quanto basta
Olio
d'oliva

UN PRIMO PIATTO di Alcamo e di tutto il trapanese. Questo particolare tipo di pasta, il cui nome d'origine era ytria o tria, è un'invenzione araba. Il geografo arabo Idrisi, vissuto dal 1100 al 1165, ci racconta ne "Il libro di Ruggero" che a Trabia e a ponente di Termini c'erano vasti poderi dove si facevano i vermicelli in abbondanza, per il consumo interno e per esportarli in diversi territori musulmani e cristiani. La parola "tria", come si legge nel vocabolario del Traina, indica, oltre che la pasta stessa, anche l'attrezzo col quale i pastai la fabbricavano. I vermicelli sono detti nel dialetto dell'isola "filàti".
Tritate i pomodori pelati e tagliate a dadini la melanzana. Arrostite i peperoni, eliminate la pelle ed affettateli finemente. In un tegame fate rosolare con l'olio i pomodori, la melanzana, i peperoni, le olive snocciolate, i capperi, le acciughe sminuzzate e diliscate, gli spicchi d'aglio interi (che poi eliminerete). Aggiungete il basilico e un po' di sale e lasciate cuocere, coprendo, per circa venti minuti a fuoco basso. Lessate i vermicelli in acqua salata, scolateli al dente e conditeli. Spolverate di pepe e servite.



03/04/2005 17:05
 
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PASTA CON LE SARDE


INGREDIENTI

Per 4 persone:
500 gr. di bucatini
700 gr. di sarde
deliscate private
della testa e delle
interiora
3 mazzi di
finocchietto
un cucchiaio
di estratto di
pomodoro
una cipolla
4 acciughe salate
pulite e deliscate
un cucchiaio di pinoli
un cucchiaio
di uva passa
zafferano puro a fili
olio d'oliva
extravergine
sale pepe q.b.
1/2 bicchiere
di vino bianco.

SARDE, sardine, acciughe, fanno parte della grande famiglia del "pesce azzurro". E' così detto perchè questa specie migratoria viene pescata in quantità quando si avvicina alle acque costiere, azzurre e luccicanti. Consumate fresche o salate o ancora, ridotte ad una salsa salata ottenuta dalla loro decomposizione, le sarde erano fortemente apprezzate nell'epoca classica. Nè il loro consumo è diminuito nel corso dei secoli, pescandosene in abbondanza (da qui la denominazione di "pesce povero" e poco costoso). Piatto tipicamente e originariamente palermitano, la pasta con le sarde si è diffusa in tutta l'Isola, assumendo numerose varianti.Mondate il finocchietto selvatico e Iessatelo in abbondante acqua salata per circa mezz'ora. Scolatelo e mettete da parte l'acqua di bollitura, quindi tritatelo grossolanamente e soffrigetelo con poco olio. A parte fate dorare, a fuoco Iento, la cipolla tritata finemente. Aggiungete le acciughe e l'estratto di pomodoro, sciolto con 1/2 bicchiere di acqua e 1/2 di vino bianco. Lavorate il composto con una spatola di legno affinchè si trasformi in una crema. Unite una metà delle sarde deliscate, il finocchietto, I'uva passa con i pinoli e lo zafferano e fate cuocere a fuoco lento per circa mezz'ora. Allungate il composto, di tanto in tanto, con l'acqua di cottura del finocchietto. A parte friggete l'altra metà delle sarde deliscate, e dopo averle fatte dorare depositatele su della carta assorbente per eliminare l'olio superfluo. Fate lessare i bucatini nella restante acqua dei finocchietti. Scendeteli al dente, mescolate con il condimento e metteteli in un piatto di portata, aggiungendo le sarde fritte. Servite spolverando a piacere con pane grattato tostato.





03/04/2005 17:07
 
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"Spaghetti con le uova di ricci"


INGREDIENTI

Per 4 persone:
500 gr. di
spaghetti
n° 100 ricci di
mare
1 spicchio
d'aglio
pepe e sale
quanto basta
un mazzetto
di prezzemolo
olio d'oliva
extravergine.


MAGGIO E GIUGNO sono i mesi migliori per la raccolta dei ricci di mare. A luna piena i ricci di femmina sono pieni d'uova arancione attaccate lungo l'orlo della calotta inferiore. Di solito, aperte le sfere ricciute con appositi coltelli, le uova vengono prelevate con pezzettini di pane o con cucchiaini dopo averle spruzzate di limone. La pasta con le uova di ricci è una vera preziosità. Rientra come gli spaghetti con vongole o con le cozze nelle vasta famiglia delle pietanze condite con i frutti di mare Non potevano quindi non figurare nei menù delle nobili mense della cultura marinara del bacino del mediterraneo.Tagliate i ricci a metà, puliteli bene e prelevate le uova che sistemerete in una terrina. Mettete sul fuoco una padella con dell'olio e fate soffriggere a fuoco lento l'aglio schiacciato. Mettete una pentola sul fuoco con l'acqua e portate ad ebollizione. Salate, calate gli spaghetti e fateli lessare. Scolateli bene al dente e conditeli con l'olio, dopo avere eliminato l'aglio. Aggiungete quindi le uova dei ricci senza mescolare e spolverate con abbondante prezzemolo tritato e pepe. Serviteli caldissimi su di un piatto di portata.



03/04/2005 17:08
 
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"Risotto alla marinara"


INGREDIENTI

Per 6 persone:
500 gr di riso
1/2 litro di brodo
vegetale
50 g. di burro
1/2 cipolla
300 gr di vongole
500 gr di cozze
300 gr di gamberetti
senza guscio
1 calamaro
nettato
500 grammi
di pomodori
pelati
4 spicchi d'aglio.

ORMAI DA TEMPO, siamo abituati a pensare al riso come a un cereale proprio della Valle Padana. La storia però, mostra che gli itinerari del riso furono ben altri da quelli immaginabili. Originario delle Indie, fu comune nelle tavole dei cinesi, dei fenici, degli ebrei di alcuni secoli o millenni avanti Cristo. In Europa, giunse attraverso la Sicilia dove fu naturalmente importato dagli Arabi nel diciannovesimo secolo. Nell'Isola, fu coltivato negli acquitrini dei versanti meridionali pianeggianti, e solo nel Cinquecento conquistò le basseterre della Valle Padana. Il risotto alla marinara ce lo fa ritrovare in Sicilia.Preparate due casseruole, ponendo in ciascuna 3 cucchiai di olio e due spicchi d'aglio schiacciato. Lavate le cozze in acqua salata insieme alle vongole. Ponete intanto una delle due casseruole sul fuoco e fate cuocere l'aglio senza farlo scurire. Buttatevi le vongole e !e cozze e rigirate finche non s'aprano. Bagnate con una parte del vino e fate evaporare. Togliete i molluchi dal guscio e metteteli da parte, quindi filtrate il loro brodo di cottura. Intanto tagliate il calamaro a piccoli pezzi e buttateli assieme ai gamberi nell'altra casseruola. A questo punto unite i pomodori pelati, scolati e fate cuocere per 15 minuti a fuoco moderato. Unite le vongole, le cozze e il loro brodo. Mescolate pepate, salate e cuocete per altri 15 minuti a fuoco bassissimo. Mettete sul fuoco una casseruola con burro e cipolla tritata finissima e fate soffriggere, irrorando con l'altra quantità di vino. Unite il riso che farete cuocere diluendo poco alla volta con il brodo. A tre quarti di cottura unite la salsa e continuate la cottura. Spolverate infine col prezzemolo tritato.



03/04/2005 17:09
 
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"Spaghetti con la neonata"
INGREDIENTI

Per 6 persone:
500 gr.di neonata
600 gr.di spaghetti
5 pomodori
semi maturi
due spicchi d'aglio
1/2 bicchiere di vino
sale e pepe q.b.
olio d'oliva
extra vergine q.b.
un mazzetto
di prezzemolo

I MINUTISSIMI pesci appena nati, dall'aspetto ancora informe e dalla consistenza gelatinosa, disposti sui banchi delle pescherie rionali costituiscono una perenne sfida all'autorità costituita (essendone vietata per legge la pesca). Allo stesso tempo però sono molto ricercati per la loro prelibatezza. Anche in questo caso non manca la storia a dare consistenza simbolica al prodotto Sarde, sardine, triglie e varietà locali rivelano, attraverso i diversi nomi che assumono da noenate nelle diverse zone costiere dell'Isola, ascendenze ora arabe, ora greche, in ogni caso diluite nei secoli. Il piatto è la neonata diffuso in tutta la Sicilia.
Sbollentate i pomodori, quindi spellateli, togliete i seml e tritateli finemente. Mettete una padella con l'olio, fate soffriggere l'aglio senza farlo imbiondire e toglietelo prima di aggiungere il pomodoro tritato che terrete a fuoco vivo per 5 minuti circa. A questo punto potrete buttarvi la neonata, ma state attenti a non mescolare. Per evitare che si riduca in poltiglia, fatela cuocere da sola. Dopo 5 minuti circa, innaffiate con 1/2 bicchiere di vino, lasciate evaporare e togliete dal fuoco. Nel frattempo avrete messo una pentola sul fuoco con abbondante acqua e non appena avrà raggiunto bollore salate e calate gli spaghetti. Mentre questi si cuociono, allungate con un mestolo della loro acqua la salsa di neonata e aggiungete sale e pepe quanto basta. Scolate bene gli spaghettl al dente e rimetteteli immediatamente in pentola aggiungendo un cucchiaio di olio crudo. Condite con la salsa di neonata, mescolate delicatamente e deponete infine in un piatto di portata. Spruzzate con abbondante prezzemolo tritato finemente prima di servire in tavola.[SM=x322223] [SM=x322223] [SM=x322223] [SM=x322267]



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"Pasta con aragosta"


INGREDIENTI

Per 4 persone:
400 gr di spaghetti
una aragosta da 1 kg.
una cipolla
un pomodoro maturo
1/2 bicchiere
di vino bianco
sale e pepe q.b.
olio d'oliva
extravergine
30 grammi di
burro
un mazzetto
di prezzemolo.


NOTA SIN DALLA più remota antichità: Plinio e gli scrittori la chiamarono locusta, voce pure usata nel Medioevo, l'aragosta si può ritenere a ragione, la regina dei crostacei e dei frutti di mare! Non solo per i deliziosi sapori che trasudano da essa, ma soprattutto per la particolarità della sua conformazione! Pregiata, rara, dunque costosa, rientra nella tradizione gastronomica siciliana, soprattutto dell'area trapanese, dove la carne di aragosta entra in molte ricette, tra cui quella, meritatamente famosa, di condimento alla pasta! L'epoca della pesca va per lo più da luglio ad ottobre e si adoperano prevalentemente le nasse.
Lavate bene l'aragosta, legate la coda a una tavoletta di legno quindi immergetela per un minuto in acqua bollente. Scendetela, slegatela e tagliatela a pezzi con un coltello. A parte in una padella con olio e il burro, fate soffriggere la cipolla tagliata sottilissima. Aggiungete il pomodoro tagliuzzato dopo aver eliminato la buccia e i semini, salate e lasciate cuocere per 5 minuti circa. A questo punto unite l'aragosta tagliata a pezzi e sbagnate con il vino. Fate evaporare e lasciate cuocere ancora per 20 minuti, aggiungendo l'acqua di tanto in tanto. Scendete la padella dal fuoco, prendete i pezzi dell'aragosta e togliete la polpa dal guscio aiutandovi con l'apposita pinza, avendo cura di eliminare il budello addominale. Rimettetela nella padella dove risiede il sughetto. Nel frattempo fate bollire l'acqua in una pentola, salate e mettete giù gli spaghetti. Scolateli al dente e tuffateli nella padella dove è contenuta la salsa delI'aragosta. Mescolate ben bene e spolverate con il prezzemolo tritato e pepe. Servite gli spaghetti caldissimi e ben conditi.[SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]

COME VARIANTE VI CONSIGLIO LE LINGUINE O I VERMICELLI...sono piu adatti degli spaghetti!



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"Arancini"


INGREDIENTI
Per 4 persone:
400 gr di riso
1/2 bustina di zafferano
150 gr di carne
tritata di vitello
1/2 pomodoro pelato
100 gr di piselli
sgusciati
6 uova
75 gr di caciocavallo
fresco
sale e pepe q.b.
olio di semi
per frittura
100 gr di burro
1/2 cipolla
300 gr di farina
300 gr di pan
grattato.

GLI ARANCINI sono una delle classiche preparazioni a base di riso nella cucina tipica siciliana. Possono degnamente sostituire il primo piatto perchè in definitiva si tratta di un timbaletto di riso. Sono una specialità palermitana, ma vengono fatte, con qualche variante, in tutta l'isola. Nella Sicilia orientale, a Messina e a Catania soprattutto, è d'uso prepararli a forma ovaloide. Nel resto dell'isola, invece, la forma è rotonda, simile ad una arancia, dalla quale appunto prende il nome per analogia. Diversi anche i ripieni: con un tocco di formaggio nel catanese, con cipolla e vino bianco nell'ennese e con cacio, senza zafferano, nel ragusano.Lessate il riso e scolate bene al dente. Rimescolatelo con lo zafferano, 3 uova leggermente, metà del burro e lasciate freddare. Sbollentate i piselli, scolateli e rosolateli nel burro rimasto. In un altro pentolino soffriggete la cipolla tritata, aggiungete la carne, un pò di sale e pepe, il pomodoro pelato e lasciate cuocere a fuoco basso, coprendo. Appena questo ragù sarà pronto, mescolatelo ai piselli e passate alla preparazione degli arancini: prendete un pò dell'impasto fatto con il riso e fatene una conchetta, versate in essa un pò di ripieno, un dadino di caciocavallo fresco e coprite con altro riso, formando una palla. Passate gli arancini in farina, poi nelle uova sbattute con sale, quindi nel pan grattato. Friggete in olio abbondante.

UN SOLO FAVORE: QUANDO VENITE IN VACANZA IN SICILIA, GLI ARANCINI... NON CHIAMATELI SUPPLì!!![SM=x322193] [SM=x322193] [SM=x322193] [SM=x322193]



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"Pomodori al gratin"


INGREDIENTI

Per 4 persone:
8 pomodori
maturi
2 acciughe
salate e
deliscate
20 grammi
di capperi
150 grammi
di pangrattato
olio d'oliva
sale pepe e
basilico
quanto basta.

IL POMODORO è diffusissimo in tutta l'isola in grande varietà e nella cucina viene utilizzato in tantissimi modi. La sua denominazione dialettale originaria è pumu dàmuri. Non facendo etimologie linguistico-filologiche ma culturali, fa pensare il fatto che il nome non abbia nulla in comune con la parola tomate (messicano), si ricollega invece, pumu dàmuri, con il francese "pomme d' mour", ripreso forse dall'inglese di corte "apple of love". Questo itinerario culturale, fissato in un rosario di parole d'amore, ci fa pensare ad un universo di poeti, regine, innamorati in cui traspare l'associazione tra il rosso del frutto, il cuore, l'amore.Tagliate a metà e svuotate i pomodori, salateli e metteteli a scolare capovolti in una padella. Con un po' d'olio fate sciogliere a fuoco lento le acciughe, lavorandole con una spatola di legno, finchè si licquefaranno, quindi aggiungete i capperi, il basilico e scendete dal fuoco. A parte fate tostare il pangrattato in una padella unta d'olio e mescolate fino a quando non si sia ben tostato. Unitelo alla salsa di acciughe, mescolate e con il composto ottenuto, farcite i pomodori che porrete in una teglia. Mettete in forno caldo per circa 20 minuti.



03/04/2005 17:17
 
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Forumandiano..!!

SUPERMASTER
"Caponata di melanzane"


INGREDIENTI

Per 6 persone.
8 melanzane
siciliane lunghe
400 gr di salsa
di pomodoro
250 gr di olive
bianche di
Castelvetrano
in salamoia
i mazzetto di sedano
150 gr di capperi
salati o sottaceto
due cipolle
un mazzetto
di basilico
40 gr dizucchero
1/2 bicchiere d'aceto
sale quanto basta
olio d'oliva
extravergine.

Piatto universalmente noto, esclusivo della tradizione gastronomica Siciliana. Nella cucina ricca baronale, la preparazione prevedeva come ingrediente principale il pesce, spesso il polpo. Nella sua origine spagnola, la caponata comprendeva anche vari molluschi. Nella cucina povera, per ovvie ragioni economiche, si valorizzavano le verdure e si eliminava il pesce. C'è chi vuole che la parola derivi dal latino "cauponae", le taverne romane, e chi dal biscotto dei marinai spagoli il "capon". Più semplicemente, la denominazione caponata deriverebbe dal fatto che in origine, fra gli ingredienti principali, c'era il pesce capone.Tagliate le melanzane a dadi senza eliminare la buccia e lasciatele in acqua salata un'ora. Scolatele, asciugatele e friggetele in un tegame con olio abbondante tanto da coprirle. A parte sbollentate il sedano, tagliato a pezzetti in acqua salata. Snocciolate le olive e.mettetele per una decina di minuti in acqua calda. Nel frattempo avrete cucinato la salsa con 400 grammi di pomodori maturi, due cipolle piccole e basilico. Fate rosolare in un tegame con poco olio le olive snocciolate, i capperi ed il sedano. Poi aggiungete la salsa di pomodoro e condite con l'aceto e lo zucchero. Versate nel tegame anche le melanzane e lasciatele insaporire per qualche minuto nel sugo a fuoco bassissimo. Servite la caponata fredda.



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