Iraq: Falluja sotto una pioggia di fuoco
BAGHDAD - Nonostante il cessate il fuoco firmato due giorni fa, che ha evidentemente solo un valore nominale, violenti combattimenti sono continuati nella giornata di oggi dopo i bombardamenti e le battaglie notturne nella città assediata di Falluja, mentre il presidente George W. Bush, dopo aver parlato con il generale John Abizaid, comandante della campagna Libertà per l'Iraq, ha affermato risoluto: faremo "tutto il necessario per rendere sicura" la città.
Immagini televisive hanno mostrato scontri a fuoco e colonne di fumo innalzarsi al cielo, mentre fonti militari americane, che stamane parlavano di un attacco "difensivo", hanno confermato che ci sono ancora operazioni militari in corso nella città sunnita a Nord-Ovest di Baghdad. Le stesse fonti si sono peraltro rifiutate di fornire dettagli sul numero dei marines impiegati o sul numero dei civili iracheni rimasti uccisi.
A Baghdad, il leader dell'Alleanza nazionale irachena (Ani), Jabbar Al Kubaisi, ha affermato che "da ieri notte ci sono state 638 vittime e arriveremo sicuramente a cifre superiori", ma da Falluja non arrivano dati ufficiali di fonti locali.
Le forze Usa circondano Falluja sin dal 5 aprile, dopo che alcuni giorni prima quattro guardie della sicurezza americane erano state uccise in città e sui corpi di due di loro era stato fatto scempio. Durante i combattimenti seguiti, secondo fonti mediche, sono morti centinaia di iracheni.
Il generale Mark Kimmitt, vice capo delle operazioni militari in Iraq, ha reso noto che oggi sono morti tre soldati della coalizione, uno ucciso in azione e due in seguito alle ferite riportate in attacchi. Il generale ha precisato che un soldato è stato ucciso nei pressi di Swairah, a Sud di Baghdad, dove un altro è morto per le ferite riportate. Il terzo è morto nel Nord dell'Iraq. Il generale Kimmitt non ha precisato la nazionalità dei tre soldati, ma il ministero della difesa ucraino ha reso noto oggi che uno dei suoi soldati è stato ucciso nella stessa zona a Sud della capitale. A Nord, invece, a Mossul, ha reso noto la polizia locale, cinque agenti iracheni sono stati uccisi in un'imboscata.
I combattimenti di oggi a Falluja, dove secondo alcuni residenti le forze americane hanno utilizzato anche aerei da guerra per bombardare il quartiere Golan e almeno altri due quartieri, fanno seguito ad una battaglia notturna in cui i marines hanno impiegato elicotteri da combattimento per uccidere gli insorti e distruggere un carico di munizione che si ritiene essi stessero trasportando attraverso la città.
Attorno alla 22:00, i marines sono stati attaccati a colpi di granate rpg e armi automatiche. Le forze Usa hanno risposto chiamando in combattimento elicotteri d'assalto che hanno distrutto due veicoli che trasportavano armi per gli insorti. Secondo testimoni sul posto, nel momento più intenso della battaglia, durato circa mezz'ora, si sono udite anche dieci esplosioni al minuto, mentre gli altoparlanti delle moschee trasmettevano versetti del Corano.
I soldati americani hanno attaccato anche un edificio dove si erano rifugiati gli insorti, che si ritiene fosse anche un deposito di munizioni, poichè dopo essere stato centrato dai colpi delle forze Usa è esploso fragorosamente, secondo quanto hanno riferito i marines in un comunicato.
In questo quadro, il cessate il fuoco firmato lunedì appare ormai lettera morta. Da allora, i marines avevano interrotto la loro avanzata verso il centro della città, pur denunciando che i combattenti non hanno rispettato il loro impegno a deporre le armi pesanti.
Inoltre, la situazione solleva seri dubbi sull'effettivo potere di controllare i combattenti da parte degli iracheni che hanno negoziato lo stesso cessate il fuoco. Frattanto, l'Alto commissario dell'Onu per i rifugiati ha oggi denunciato con forza che la situazione a Falluja e nel resto dell' Iraq ostacola gli sforzi per portare aiuti alla popolazione.
L'organizzazione umanitaria ha reso noto di aver distribuito aiuti a migliaia di persone che sono fuggite da Falluja, ma la continuazione di tale attività è resa particolarmente difficile poichè - è detto in un comunicato - i combattimenti e i rapimenti rimangono una minaccia costante.
La giornata di oggi segna peraltro il 67/mo compleanno dell' ex rais Saddam Hussein, ma questo non sembra aver influito particolarmente sull'intensità dei combattimenti, nè tantomeno sono state segnalate particolari manifestazione a Tikrit, città natale dell'ex dittatore, o a Baghdad e in altre città del Paese.
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