Per Baggio l'Italia si ferma a Genova
28.04.2004
Per Baggio l'Italia si ferma a Genova
C'è l'Italia, c'è la Spagna e l'Europeo che ora è vicino sul serio. Ma il vero tema di Genova è l'inno a Baggio. È una musica, una canzone, un grido che sembra partire da Nervi, raggiungere Pra e Voltri, sfiorando Sant'Eusebio, fermandosi con il ruggito di un vulcano, rauco e travolgente, nel cuore di Marassi. È il saluto dei ragazzi del Ferraris che per una volta uniti rappresentano tutta Italia nell'abbraccio forte e simbolico a un campione amato come pochi altri. Tutto il resto passa in secondo piano: le prossime partite, la formazione, la nazionale snobbata dai vip, le polemiche.
Il risultato, addirittura, di questa sfida amichevole con la Spagna non importa granché a nessuno. Per Baggio invece, c'è una attesa enorme. Sembra preparato anche l'ingresso, che avviene per lui in un ritardo studiato, con gli azzurri che scendono in campo per il riscaldamento e Roby che non c'è, il pubblico che ammutolisce e poi che esplode al suo arrivo. Lo stadio è tutto un inno a Baggio, non si contano le foto, le riproduzioni col suo volto, le bandiere col suo nome, e poi decine di striscioni in suo onore: «Trap grazie per l'idea, ci voleva in Corea». «Senza Roberto non mi diverto», «No Roby? No party», «Con Baggio in nazionale l'Europeo si può conquistare». «Baggio capolavoro che mancava a Genova 04», «Baggio ti avremmo voluto con noi, i campioni passano gli uomini restano», «Amo Baggio alla follia come Renzo ama Lucia».
Peccato che dopo l'apertura di martedì Trapattoni la porta della nazionale l'abbia subito richiusa. In un’intervista rilasciata mercoledì mattina ha fatto capire bene che esiste una gerarchia nelle convocazione e che neanche una esclusione di Inzaghi (mercoledì più probabile dopo la notizia dell'intervento) farebbe scattare immediatamente la sua chiamata. Ci sono altri nomi, altre scelte, altre necessità. Come quelle di avere nel gruppo muscoli giovani, tendini integri, ginocchia d'acciaio, mentre Baggio è tutto un acciacco, ha una gamba più corta e un curriculum di infortuni da far paura, è rattoppatto e incerottato, come un reduce di guerra ed è difficile capire come riesca a correre, lottare e giocare. Ma sono in pochi a toccare la palla come lui...
Sampierdarena e Boccadasse, le due sponde del Bisagno, sono un unico blocco nell'applauso al Codino del pallone, saltano in piedi all'unisono quando, al ventesimo del primo tempo Baggio semina il panico nell'area spagnola; quando allo scadere dei primi 45' il gol sembra cosa fatta, quando al 18' della ripresa scavalca Casillas e vola verso il miracolo che tutti aspettano; quando a sei minuti dalla fine calcia una punizione senza sorprendere l’altro portiere spagnolo, Canizares.
Ma il gol non arriva, manca la ciliegina, insomma, ma la torta c'è, è grande e dolce. Guardando le gradinate e i trentamila spettatori che le riempiono capisci che Baggio è un simbolo. Il simbolo della bellezza contro la rozzezza, della lotta contro la sfortuna, della rivincita sugli avversari. Baggio è amato dalla gente, tutti scattano in piedi quando Trap lo richiama, ma questo non basterà per farlo arrivare a Lisbona. I suoi tentativi di rinascita, rabbiosi e leggendari, si fermeranno all'azzurro di Genova. A meno che succeda l'impensabile.
Lui ci ha già abitati a imprese quasi impossibili, adesso davanti ha una strada tortuosa e in salita ma niente è impossibile. In campo, è un sorvegliato speciale, tenuto stretto tra la morsa di Albeda e Alonso, può poco ma quello che fa strappa l'applauso. In campo ci sono campioni del calibro di Vieri e Cannavaro, giocano Raul e Salgado, Morientes e Helgera, ma gli occhi sono tutti per lui. I compagni lo cercano non solo perché è la sua festa ma perché il carisma lo senti al fiuto, attira le azioni, catalizza le intenzioni. Ogni volta che la palla arriva sui suoi piedi è un boato, quasi tutti aspettassero il capolavoro ad ogni costo, l'impossibile realizzato, il sogno che si materializza. Non segna Baggio, ma a ben guardare il miracolo vero è Baggio in azzurro. Per ora accontentiamoci.
la verità ti rende libero
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