Piani d'attacco studiati fra il '97 e il 2001. Nel mirino pure Costanzo
Un tunisino rivela«Così volevamo colpire Milano»
L'uomo è un pentito di Al Qaeda. Ha svelato progetti di attentati contro stazione Centrale, caserma dei carabinieri e questura
Un attentato alla Stazione Centrale di Milano con un modus operandi che ricorda la strage di Madrid. I terroristi avevano già compiuto la prova finale. Azioni suicide contro la Questura e il comando dei Carabinieri in via Moscova, sempre a Milano. Con tecniche che rammentano il massacro dei militari a Nassiriya. Un’operazione kamikaze all’interno di una base della Nato a Mondragone, in provincia di Caserta. Un attacco ad un consolato tunisino come ritorsione per il fermo di un loro compagno. Possibili agguati a personaggi dello spettacolo, a cominciare da Maurizio Costanzo, «colpevole di parlare male in tv dei musulmani».
A rivelare questi inquietanti progetti - preparati in un periodo
Controlli della polizia ferroviaria alla stazione Centrale (Infophoto)
compreso tra il 1997 e il 2001 - è il primo pentito in Italia di una rete pro Al Qaeda. Di nazionalità tunisina, laureato in musica, ex tassista, Ahmed (ma il suo vero nome è un altro) ha riempito decine di pagine di verbali indicando personaggi, ricostruendo contatti e appoggi di un nucleo operante nelle Regioni del Nord Italia. Una fazione radicale che si riconosceva nei principi dello Sceicco del terrore. Il collaboratore di giustizia ribadisce poi due elementi investigativi importanti. Primo: ogni nucleo può contare su un buon numero di uomini-bomba. Secondo: l’esistenza in Italia di cellule in sonno pronte a passare all’azione, create ben prima dell’11 settembre 2001.
dal corriere.it e questo è il link
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