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Commissario Figc, "spero che possano essere assegnati a noi"

(ANSA) - VICENZA, 12 GEN - Il commissario straordinario della Figc, Luca Pancalli, e' ottimista sulla candidatura italiana per gli Europei di calcio 2012. "Rimango fiducioso - ha detto Pancalli - e mi auguro che possano essere assegnati a noi perche', soprattutto pensando a stadi piu' belli e confortevoli per il calcio italiano, la rassegna continentale potrebbe essere un punto di partenza, non solo a livello di impiantistica".
14/04/2007 22:57
 
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SUPERSUPREMO
Abete, ben proiettati

(ANSA) - ROMA, 14 APR - La candidatura dell'Italia ad organizzare Euro 2012 e' "ben proiettata", ma secondo Giancarlo Abete non si puo' pensare "di averne diritto". Per il presidente Figc gli ingredienti a favore, a quattro giorni dalla votazione dell' esecutivo Uefa a Cardiff, sono "determinazione, passione, professionalita' e umilta'". Abete ha poi aggiunto: "Sono fiducioso, abbiamo le risorse morali e professionali per farcela. La nostra candidatura e' forte e c'e' la volonta' di ospitare un altro grande evento".

[Modificato da speedy13 20/04/2007 23.33]

20/04/2007 23:34
 
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Napolitano: 2012 perso per violenze
(ANSA) - ROMA, 20 APR - L'Italia ha perso la gara per aggiudicarsi i campionati europei del 2012 anche per colpa della violenza negli stadi. Lo ha detto il presidente della Repubblica Napolitano, parlando con alcuni studenti ricevuti nella tenuta di Castelporziano. Della violenza negli stadi, ha aggiunto Napolitano,'si devono occupare molto le societa' di calcio: non incoraggino i violenti'. Napolitano ha anche parlato di bullismo richiamando scuola e famiglia alle rispettive responsabilita'.
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Euro 2012: occorre trovare colpevole
(ANSA) - MILANO, 20 APR - "Bisogna trovare il colpevole, io sto indagando...l'Italia aveva bisogno di Euro 2012 per migliorare le cose": cosi' Carlo Ancelotti."C'e'il pericolo che il calcio italiano torni indietro e, per come vanno le cose, sembra essere cosi", aggiunge. Per Giovanni Cobolli Gigli, l'Italia avrebbe meritato di ospitare la rassegna "per la sua storia sportiva e per la passione della sua gente", mentre il presidente della Fidal, Arese, ritiene che questa bocciatura "deve far meditare a lungo".
20/04/2007 23:35
 
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Berlusconi: Euro 2012?Se c'ero io. . .
(ANSA) - ROMA, 20 APR - Silvio Berlusconi e' convinto che se avesse governato il centrodestra l'Italia si sarebbe aggiudicata l'organizzazione di Euro 2012. "Avete visto cos'e' successo con gli Europei?", ha detto il presidente di Forza Italia parlando con alcuni cronisti al suo rientro a Palazzo Grazioli. "Se ci fossi stato io a Palazzo Chigi, vi posso assicurare che non succedeva. Nella maniera piu' assoluta".
06/06/2007 00:46
 
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Uefa monitora situazione Euro 2012
(ANSA) - BRUXELLES, 5 GIU - Per gli europei del 2012 la Uefa continuera' a monitorare la situazione in Ucraina e Polonia, come in Svizzera e Austria per Euro 2008. "Per ora nessun problema" ha spiegato il presidente Uefa, Michel Platini, che sul punto ha preferito scherzare: "Gli inglesi hanno problemi con i biglietti e i tifosi, voi italiani avete problemi con gli europei, l'Uefa per ora non ha alcun problema". Il governo ucraino ha intanto rassicurato la Uefa sulla situazione interna del Paese.
14/11/2007 01:42
 
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Euro 2012: Varsavia senza stadio?
(ANSA)- VARSAVIA, 13 NOV - Varsavia rischia di non avere in tempo un nuovo stadio per Euro 2012 per i ritardi nel passaggio di poteri tra vecchio e nuovo governo. Il ministro dello sport uscente ha deciso infatti di lasciare ai successori la facolta' di scegliere la societa' di costruzioni incaricata di realizzare il progetto. Secondo la stampa, il tempo stringe dato che per progettazione e costruzione dell'impianto ci vogliono almeno 3 anni. Per il calendario Uefa, lo stadio deve essere pronto nel 2011.
28/01/2008 00:23
 
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Euro 2012, Polonia-Ucraina verso il no ma gli stadi italiani non sono pronti
EUROPEI 2012: se Polonia-Ucraina non ce la fanno, come sembra probabile ormai, toccherà all'Italia? "Toccherebbe" all'Italia, anche perché un anno fa a Cardiff aveva presentato il dossier tecnico migliore prima di essere battuta, umiliata (otto presenze per Polonia-Ucraina, quattro per l'Italia...). Il problema è che a livello di stadi nulla è stato fatto nell'ultimo anno. Solo parole e una commissione ministeriale, guidata da Luca Pancalli, che ha lasciato in eredità un progetto, pur interessante. Nessuno si muove. Gli stadi si svuotano, sono orrendi (tranne eccezioni), è stato messo solo qualche tornello in più perché imposto dalla legge Amato-Melandri. La Figc e la Lega Calcio non hanno fatto nulla, se non qualche inutile riunione: non c'è un piano organico e molti club (vedi la Juventus) non hanno deciso ancora come muoversi. Il ministero dello sport poi è scomparso. Un bel problema: rischiamo di fare una figura senza precedenti. La Germania è pronta, la Francia pure. Michel Platini è un amico (dell'Italia) ma cosa può fare? C'è tempo sino a questa estate ma bisogna che Abete, ben conscio di come stanno le cose, prende la situazione in pugno. E dia una scossa.


Abete è alla caccia di 30 voti. Per entrare in Europa
Giancarlo Abete punta ad un posto di membro dell'Esecutivo Uefa, che oggi occupa Franco Carraro: come noto, l'ex presidente Figc non si ripresenterà il prossimo anno. L'ha detto e manterrà la parola, pur avendo preso, nell'ultima votazione, 42 presenze, che non sono certo poche. Ad Abete ne servono almeno una trentina, per bloccare le ambizioni di qualche Nazione. L'Italia merita quel posto nel governo europeo, ma deve guadagnarselo: Abete comincerà la sua campagna elettorale già a Zagabria, il 30 e 31 gennaio in occasione del congresso Uefa.


Uefa, sempre più potere ai club. Con Rummenigge e Gandini
Il comitato Eca (associazione club europeo) è l'ultima creatura inventata da Michel Platini: un grande riconoscimento per i blu europei che ora potranno dialogare con l'Uefa. Perderanno un po' di potere le Federazioni nazionali e anche le Leghe. Non solo: i club che danno i giocatori alle nazionali (vedi Spy Calcio del 18 gennaio) saranno indennizzati. Fissata anche la cifra, 4000 euro al giorno, a giocatore. Molto per i club dell'Est, un riconoscimento importante anche per i club ricchi. Nel comitato Eca ci sono nomi importanti: Kalle Rummenigge (Bayern) e Joan Laporta (Barcellona) ai vertici. E per l'Italia c'è Umberto Gandini, direttore organizzativo del Milan, molto stimato da Platini ma (stranamente) a volte dimenticato da Lega Calcio e Figc. Eppure Gandini è il dirigente più preparato sulle politiche internazionali, oltre che sui diritti tv.


Addio ministero dello sport. E la Melandri va negli Usa
Addio al ministero dello sport, il Pogas sta chiudendo i battenti a largo Chigi: i dipendenti saranno trasferiti al ministero per i beni e le attività culturali (sede di via di Santa Croce in Gerusalemme, vicino a Porta Portese). Il ministro Giovanna Melandri, scottata anche dal Pd dove ha un ruolo marginale, starebbe pensando di andare negli Stati Uniti, per un breve "sabbatico". Non si sa a chi toccherà occuparsi in futuro dei problemi dello sport: non ci sarà più un ministero, questo è sicuro. Ma un sottosegretario è probabile, alle dipendenze della presidenza del consiglio o dello stesso ministero per i beni culturali: i nomi che circolano sono quelli di Giovanni Lolli, braccio destro della Melandri, o di Mario Pescante. Dipenderà da quale schieramento politico vincerà. Molto aveva fatto il Pogas per i giovani e lo sport in poco tempo: anche la legge sui diritti tv che nel 2010, si spera, darà un diverso assetto al nostro calcio. Molto restava ancora da fare: riforma legge '91, privatizzazione stadi, disegno di legge sul merchandising (pronto ormai), ecc. E c'erano da chiarire poi i rapporti fra Gianni Petrucci e la Melandri: fra i due una frattura forse insanabile. Al Coni ora aspettano di vedere chi sarà il loro "referente" politico. Ma di nemici di Petrucci in giro se ne vedono sempre meno...

http://www.repubblica.it/2003/h/rubriche/spycalcio/euro-2012/euro-2012.html
10/06/2012 21:50
 
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CALENDARIO:


Venerdì 8 giugno 2012 – Gruppo A
Polonia – Grecia, 18.00, Varsavia
Russia – Repubblica Ceca, 20.45, Wroclaw

Sabato 9 giugno 2012 – Gruppo B
Olanda – Danimarca, 18.00, Kharkiv
Germania – Portogallo, 20.45, Lviv

Domenica 10 giugno 2012 – Gruppo C
Spagna – Italia, 18.00, Danzica
Irlanda – Croazia, 20.45, Poznan

Lunedì 11 giugno 2012 – Gruppo D
Francia – Inghilterra, 18.00, Donetsk
Ucraina – Svezia, 20.45, Kiev

Martedì 12 giugno 2012 – Gruppo A
Grecia – Repubblica Ceca, 18.00, Wroclaw
Polonia – Russia, 20.45, Varsavia

Mercoledì 13 giugno 2012 – Gruppo B
Danimarca – Portogallo, 18.00, Lviv
Olanda- Germania, 20.45, Kharkiv

Giovedì 14 giugno 2012 – Gruppo C
Italia – Croazia, 18.00, Poznan
Spagna – Irlanda, 20.45, Danzica

Venerdì 15 giugno 2012 – Gruppo D
Svezia- Inghilterra, 20.45, Kiev
Ucraina – Francia, 18.00, Donetsk

Sabato 16 giugno 2012 – Gruppo A
Repubblica Ceca- Polonia, 20.45, Wroclaw
Grecia – Russia, 20.45, Varsavia

Domenica 17 giugno 2012 – Gruppo B
Portogallo – Olanda, 20.45, Kharkiv
Danimarca – Germania, 20.45, Lviv

Lunedì 18 giugno 2012 – Gruppo C
Croazia – Spagna, 20.45, Danzica
Italia – Irlanda, 20.45, Poznan

Martedì 19 giugno 2012 – Gruppo D
Inghilterra – Ucraina, 20.45, Donetsk
Svezia – Francia, 20.45, Kiev

Mercoledì 20 giugno 2012
Nessuna partita

Giovedì 21 giugno 2012
Repubblica Ceca – Portogallo
20.45, Varsavia

Venerdì 22 giugno 2012
Germania – Grecia
20.45, Danzica

Sabato 23 giugno 2012
Spagna – Francia
20.45, Donetsk

Domenica 24 giugno 2012
Inghilterra – Italia
20.45, Kiev

Lunedì 25 giugno 2012
Nessuna partita

Martedì 26 giugno 2012
Nessuna partita

Mercoledì 27 giugno 2012
Portogallo - Spagna

Giovedi 28 June 2012
Germania - Italia

Venerdì 29 giugno 2012
Nessuna partita

Sabato 30 giugno 2012
Nessuna partita

Domenica 1 luglio 2012
Finale
[Modificato da !Serenella! 27/06/2012 20:48]
10/06/2012 21:58
 
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La Polonia si spegne, orgoglio Grecia

Regala emozioni la prima gara di Euro 2012. La Polonia passa in vantaggio con Lewandowski ma si vede recuperata dalla Grecia rimasta in dieci uomini. Karagounis sbaglia il rigore del possibile 2-1 greco



Ci si aspettava sicuramente qualcosa in più dalla Polonia. Squadra con tanto talento in campo, ma incapace nel corso dei novanta minuti di chiudere un match decisamente alla portata e capace anzi di rischiare addirittura la rimonta e la sconfitta nel secondo tempo. Le stelle della Bundesliga, Lewandowski, Blaszczykowski, Piszczek riescono a spingere per la prima parte della gara per poi spegnersi completamente nella ripresa. Una Polonia a due volti, diametralmente opposti e che evidenzia lacune preoccupanti soprattutto in difesa. Difficile poter dare un giudizio alla Grecia. Squadra non certo irresistibile ma capace, trascinata da capitan Karagouinis e dall'intuito del ct Santos di risolvere una situazione complicata e resa ancor più difficile dalle decisioni sbagliate dell'arbitro spagnolo Velasco Carballo. Assurda la doppia ammonizione a Papastathopoulos nel primo tempo.

LA POLONIA DURA UN TEMPO - La Polonia della vigilia, delle azioni veloci sulla fascia e della fisicità portata al limite, è cosa solo del primo tempo. E' sulla destra che i polacchi fanno vedere le migliori cose con le cavalcate di Piszczek e la forza di Lewandowski. A rendere la vita impossibile alla non impeccabile retroguardia greca le incursioni di Obraniak e Blaszczykowski. Insomma, la Polonia che ti aspetti e che dovrebbe sistemare la pratica greca con non eccessivi problemi. Proprio da una azione sulla destra di Blaszczykowski arriva il gol del vantaggio polacco dopo un quarto d'ora di gioco. Perfetto lo stacco di testa di Lewandowski che sorprende tutti e batte Chalkias.

I padroni di casa si ritrovano così avanti e con la possibilità di chiudere il conto già alla mezzora, stavolta con Obraniak che decide però di calciare sul fondo da distanza ravvicinata. La Grecia non riesce a costruire nulla e le cose si complicano con l'espulsione di Papastathopoulos per doppia ammonizione (inesistente). L'arbitro spagnolo riesce nell'impresa di rovinare il vantaggio più che meritato dei padroni di casa prima con il rosso quindi non fischiando il tocco di mano in area di Perquis. Peggio di così impossibile e per la Polonia, vista la situazione in campo, sembra essere un gioco da ragazzi mantenere e anci incrementare il vantaggio.

LA POLONIA SI SPEGNE, LA GRECIA RISCHIA IL COLPACCIO - Fa tutto da sola la Polonia. Prima domina, segna e sfiora il raddoppio, quindi resta negli spogliatoi e regala alla Grecia l'occasione di rimontare addirittura sfiorare il colpaccio nella prima a Varsavia. A salire in cattedra, e non certo in modo npositivo è il portiere Szczesny che dopo appena cinque minuti di gioco esce a vuoto permettendo al neoentrato Salpigidis di pareggiare il conto. Ed è proprio in Salpigidis che è racchiusa la piccola opera d'arte del ct Santos, bravissimo a correggere in corsa alcuni errori (vedi la scelta di lasciare in panchina Kyriakos Papadopoulos). I tagli di Salpigidis diventeranno l'arma letale per i greci anche se a consegnare il match in mani elleniche ci pensa ancora una volta Szczesny con un'altra uscita abbastanza al limite, stavolta direttamente su Karagounis in area. Non ci sono dubbi, calcio di rigore e occasione sorpasso per la Grecia. Cartellino rosso per il portiere polacco. Karagounis, un odei migliori in campo, si fa ipnotizzare dal secondo portiere polacco, Tyton. Occasione sprecata quindi per la Grecia che rimane però protagonista del secondo tempo. Passa il tempo e la Polonia non riesce a ritrovare la spinta del primo tempo e il ct Smuda decide di non effettuare neanche un cambio in tutta la partita (Solo la sostituzione per l'espulsione del portiere con Tyton che prende il posto di Rybus.

Non cambia il risultato e per la Grecia il pareggio di Varsavia è un regalo davvero importante e inatteso. Per la Polonia un paio di giorni per rivedere alcuni dettagli che potrebbero compromettere l'Europeo di casa. Bene davanti ma da centrocampo in giù i polacchi sono davvero poca cosa. Preoccupante il calo della ripresa. E' vero, sognare non costa niente ma per realizzare questi sogni non basta certo giocare quaranta minuti per poi spegnere l'interruttore. Troppo alto il potenziale in campo per permettersi certi cali e certe disattenzioni. Il ct Smuda è avvisato. Fonte
[Modificato da !Serenella! 11/06/2012 20:24]
10/06/2012 22:00
 
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Russia travolgente, suoi i primi 3 punti

I primi tre punti dell'Europeo in Polonia e Ucraina spettano alla Russia che travolge la Repubblica Ceca. Dopo un quarto d'ora equilibrato i gol di Dzagoev e Shirokov. Nella ripresa accorcia Pilar ma nel finale arrivano altri due gol degli uomini di Advocaat: ancora Dzagoev, poi Pavlyuchenko



Non poteva sognare un miglior esordio nella 14a edizione del Campionato Europeo la Russia del "Piccolo Imperatore" Dirk Advocaat che ha letteralmente travolto la Repubblica Ceca. I primi tre punti del gruppo A vanno dunque alla Russia, attualmente prima in classifica con Polonia e Grecia ad un punto. A conferma di quanto dichiarato alla vigilia dal tecnico, la Russia è una squadra compatta, che con la grande prestazione di questa sera dimostra che il 3-0 contro l'Italia in amichevole non nasceva solamente dalle lacune tattiche e dall'instabilità psicologica della squadra di Prandelli.

FASE DI STUDIO, POI RUSSIA IN CATTEDRA - C'è una fase di studio che dura più o meno per i primi quindici minuti, con le due squadre che si equivalgono ma che cominciano il match con un atteggiamento aggressivo e propositivo. A dire il vero la più tonica sembra la Repubblica Ceca, che con i suoi fraseggi crea la prima conclusione in direzione della porta avversaria con Hubnik (di testa alto sopra la traversa al 5'). Dopo i primi dieci minuti comincia un forcing sempre più insistente della Russia, Arshavin ammattisce Gebre Selassi che prima gli concede un corner e poi lo spazio per servire in area Kerzhakov che per poco non trova il vantaggio (14'). Basta attendere un minuto e, prova e riprova, la Russia passa: Zyryanov serve un cross morbido in area per la punta che coglie il palo, Dzagoev è pronto e ribadisce in gol con un destro di potenza.

CONTROPIEDE LETALE, SHIROKOV PER IL 2-0 - Da questo momento la Russia prende pieno possesso del campo e della gara. Sembra intravedersi la mano di Spalletti sul blocco Zenit, ma non bisogna togliere alcun merito ad Advocaat quando la sua squadra riparte con favolosi contropiede. E' quello che succede al 19': quattro passaggi e Dzagoev è solo davanti a Cech, ma sbaglia inspiegabilmente. Il copione si ripete cinque minuti più tardi e questa volta arriva il raddoppio: dal limite Arshavin è libero di trovare in verticale Shirokov che con un tocco sotto beffa Cech.

Al 27' potrebbe starci un rigore su Arshavin, ma Webb non vede gli estremi per la massima punizione e continua a dirigere il match con straordinaria sicurezza e senza piazzare mai degli interventi fuori luogo. La Russia detiene il 54 % del possesso palla, occupa meglio il campo rispetto ai cechi che, diversamente da quanto fatto vedere in avvio, si affidano a sporadiche quanto inoffensive giocate dei singoli (su tutti Pilar).

PILAR LA RIAPRE, 2-1 - Si ricomincia da un cambio: Bilek manda in campo Hübschman al posto di Rezek (uno dei più attivi del primo tempo) e la sua mossa porta indubbiamente vantaggi. Plasil non ha più il solo compito di arginare e così può dedicarsi alle verticalizzazioni: una di queste, al 52', mette Pilar davanti a Malafeev per il gol che riapre la gara. Cechi ricaricati da una ventata da entusiasmo portata dal 24enne del Viktoria Plzen (all'ottava presenza in nazionale) e Russia che non può più limitarsi a controllare. Il ritmo si alza nuovamente, le squadre si allungano, ma la voce grossa è ancora quella russa.

I CECHI SI ARRENDONO, DOPPIETTA DI DZAGOEV - La carica ceca si esaurisce nel finale con la complicità di una retroguardia avversaria quasi impeccabile grazie alle prestazioni di Ignshevich e Berezutski. Negli ultimi dieci minuti il passivo aumenta: al 79' Dzagoev (già capocannoniere russo con 4 reti nella fase di qualificazioni) trova la sua doppietta personale quando, servito in verticale ancora una volta da Arshavin, controlla e fa partire un destro molto potente per il 3-1. Tre minuti più tardi c'è spazio anche per la gloria di Roman Pavlyuchenko che, entrato da pochi minuti al posto di un esausto Kerzhakov, ammattisce Hubnik in area prima di lasciar partire un siluro che piega ancora una volta le mani di Cech.

Successo strameritato della Russia che balza da subito in testa alla classifica ed ora si preparerà alla seconda giornata del raggruppamento. Il 12 giugno a Varsavia Advocaat se la vedrà con i padroni di casa della Polonia. Fonte
[Modificato da !Serenella! 11/06/2012 20:25]
10/06/2012 22:02
 
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Olanda-shock: è ko con la Danimarca

Nel Gruppo B, gli Oranje perdono 1-0 al debutto: decide tutto un gol di Krohn-Dehli al 24', gli uomini di van Marwijk non vanno oltre il palo colpito da Robben alla mezz'ora del primo tempo. Ora la strada verso i quarti si complica nel "girone della morte"



Era stato definito il "girone dalla morte". Bene, mai definizione fu più azzeccata per il Gruppo B dell'Europeo, quello che si è aperto con Olanda-Danimarca 0-1, la prima grande sorpresa della rassegna ospitata da Polonia e Ucraina. Nel match di Kharkiv, la spuntano gli uomini di Morten Olsen, che grazie a una partita di puro catenaccio mettono al tappeto degli Oranje vistosamente in ritardo di condizione e quasi del tutto privi di gioco per colpa di una mediana imbottita di fosforo ma alquanto priva di qualità. Adesso tocca a Germania e Portogallo, ma per l'Olanda finalista dell'ultimo Mondiale la strada per i quarti si fa tremendamente in salita.

HUNTELAAR IN PANCA, POULSEN PURE - Bert van Marwijk non sorprende e non tocca il 4-2-3-1 tradizionale degli Oranje. In attacco c'è come sempre van Persie, preferito a Huntelaar nel ruolo di prima punta. Sulla trequarti i "veterani" Robben e Sneijder vengono coadiuvati dal recuperato Afellay, mentre in difesa Vlaar prende il posto dell'infortunato Mathjisen, con Willems terzino sinistro. L'esterno del PSV Eindhoven stabilisce così un nuovo primato: è il giocatore più giovane di sempre ad avere preso parte a un Europeo, battendo il record di Vincenzo Scifo del 1984 (18 anni e 71 giorni per l'olandese, 18 e 115 per il belga). Morten Olsen risponde con un modulo speculare nel quale Bendtner funge da centravanti con il supporto del "vecchio" Rommedahl e di Krohn-Dehli esterni, ma soprattutto della nuova stella Eriksen da trequartista centrale. In mezzo al campo c'è Zimling e non l'ex juventino Christian Poulsen, mentre al centro della difesa non manca il romanista Kjaer. Tra i pali, Andersen viene ancora una volta preferito a Lindegaard al posto dell'infortunato Sorensen.

LA DANIMARCA COLPISCE A FREDDO - L'Olanda fa la partita da subito, ma la Danimarca si chiude bene e con un atteggiamento piuttosto sparagnino riesce a bloccare le principali iniziative avversarie, anche perché gli Oranje si muovono poco senza palla e non sembrano in gran condizione a livello fisico. Van Persie ci prova al 7' ma non trova la porta, mentre al 18' è Robben a non trovare la stoccata dopo un buco difensivo danese. Al 24' arriva la grande sorpresa. Poulsen spinge per la prima volta a sinistra, ne nasce un rimpallo che fa arrivare il pallone a Krohn-Dehli al limite. Il trequartista si butta dentro, salta un incredibilmente statico Heitinga e insacca facendo passare il pallone sotto le gambe di Stekelenburg. È l'1-0 danese, che taglia le gambe agli Oranje. Dopo una decina di minuti di shock, però, arrivano le occasioni principali per gli uomini di van Marwijk. Al 35' Robben colpisce un palo dal limite dell'area dopo un rinvio sbagliato da Andersen, mentre al 43' van Persie sbaglia il controllo solo davanti al portiere avversario. E la Danimarca? Nel finale di tempo dimostra le migliori condizioni fisiche e si riporta avanti. Zimling (40') e ancora Krohn-Dehli (42') ci provano, ma si va all'intervallo "soltanto" sull'1-0.

ASSEDIO STERILE: DANIMARCA PREMIATA - L'avvio del secondo tempo fa ben sperare per gli Oranje, che rientrano dagli spogliatoi con tanta rabbia in corpo e la scaricano su Andersen. Van Bommel al 51' spara un gran destro dalla distanza, mentre al 53' Heitinga manda a lato di testa sugli sviluppi di un corner. Con il passare dei minuti, però, la reazione evapora. E van Marwijk contribuisce operando soltanto al 71' i primi due cambi. Escono de Jong e Afellay, entrano van der Vaart e Huntelaar con Sneijder che si sposta sull'esterno sinistro e van Persie che diventa trequartista. Olsen risponde togliendo un pessimo Eriksen e inserendo Schone per coprirsi maggiormente. La scelta paga, perché l'Olanda oltre un tiro di Huntelaar da due passi (74') non crea assolutamente nulla. E l'assedio finale porta soltanto le sterili proteste per un mani involontario di Jacobsen in area (89'). La Danimarca vince 1-0, la prima grande sorpresa dell'Europeo si è consumata.

OLANDA PREOCCUPANTE, SORPRESA DANESE - Gli Oranje vanno ko senza quasi combattere, un segnale bruttissimo per van Marwijk, che ci ha messo del suo nella sconfitta. Da una formazione iniziale troppo accorta a dei cambi eccessivamente tardivi. Ora non resta che fare bottino pieno nelle altre due sfide: si parte mercoledì 13 con la Germania (ore 20:45) e si chiude domenica 17 contro il Portogallo. Adesso serve un'impresa, anzi qualcosa in più. Con l'unico dato confortante che arriva dal passato. L'unico Europeo vinto dall'Olanda, quello del 1988, iniziò con un ko per mano dell'URSS. Questa volta, però, dall'altra parte c'era una Danimarca di certo non eccelsa dal punto di vista qualitativo. Complimenti, però, a Olsen, che è riuscito a costruire un piccolo miracolo fatto di equilibrio e abnegazione difensiva. Il bel calcio è un'altra cosa, ma partire meglio era impossibile. Fonte
[Modificato da !Serenella! 11/06/2012 20:25]
10/06/2012 22:04
 
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La Germania suda ma batte il Portogallo

Al 72' la rete decisiva di Gomez: 1-0 tedesco all'esordio europeo. Successo importante per la squadra di Löw che raggiunge la Danimarca in testa al Gruppo B dopo la prima giornata, mentre il Portogallo si rammarica per le troppe occasioni sprecate



Al 72' Joachim Löw decide di effettuare il primo cambio del suo Europeo e indica a Miroslav Klose di togliersi la pettorina: l'attaccante della Lazio si avvicina al bordo del campo, ma la palla non esce. Schweinsteiger gestisce la sfera sulla trequarti e apre a destra per Khedira, il cui cross viene leggermente deviato da Moutinho trasformandosi in un assist perfetto per l'incornata di Mario Gomez, che insacca all'angolino il pallone dell'1-0 che decide Germania-Portogallo.

IL RAMMARICO PORTOGHESE - A volte il calcio è così, è questione di attimi, e la sorte ancora una volta ha sorriso ai tedeschi, grandi favoriti del torneo accanto alla Spagna ma non proprio perfetti in un match d'esordio equilibratissimo contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo, beffato due volte dalla traversa sul finire della prima e della seconda frazione.

LA SCELTA GIUSTA DI LÖW - Ma andiamo con ordine e partiamo dalle scelte dei due ct, con Löw che sceglie dal primo minuto Gomez un po' a sorpresa e recupera Schweinsteiger a centrocampo, mentre Paulo Bento si affida in avanti a Helder Postiga, che alla fine risulterà senza dubbio il peggiore in campo. Questione di attimi dunque, ma anche questione di scelte.

PRIMO TEMPO SENZA GOL - La Germania prova a partire prendendo in mano il pallino del gioco: i tedeschi spingono soprattutto a destra, con Boateng e Müller che si propongono sovente per il cross teso, ma non trovano quasi mai l'uomo giusto al centro. Rui Patricio interviene subito su Gomez e poi in due tempi su Podolski, mentre al 30' il neoacquisto dell'Arsenal spara alle stelle sull'invito del brillante Özil. Il Portogallo, comunque, non sta a guardare e pur soffrendo un po' a centrocampo è capace di costruire la miglior occasione del primo tempo al 45', sugli sviluppi di un angolo da destra: è il centrale del Real Madrid Pepe a calciare nel traffico con il destro, ma il pallone sbatte contro la parte interna della traversa e rimbalza sulla riga, regalando un sospiro di sollievo alla Germania.

BOATENG SALVA, GOMEZ PUNISCE - Nella ripresa i tedeschi provano a cambiare marcia affidandosi ai continui scambi tra Özil e Müller sulla trequarti destra, ma gli attaccanti di Löw continuano a peccare d'incisività negli ultimi 16 metri, mentre dall'altra parte serve un tackle disperato di Boateng per disinnescare Cristiano Ronaldo al 64'. È un momento chiave, perché poco più di 5 minuti dopo arriverà l'azione decisiva dall'altra parte del campo, con il colpo di testa da 3 punti di Mario Gomez, abilissimo a farsi spazio in area sulla marcatura "relativa" di Pereira.

NEL FINALE CI PENSA NEUER - Nell'ultimo quarto d'ora il Portogallo si sbilancia in avanti e la Germania si abbassa troppo, offrendo il fianco a CR7 e compagni, rivitalizzati dagli ingressi di Oliveira e Varela, due attaccanti veri a differenza dell'abulico Postiga. Quando serve, però, ci pensa Manuel Neuer, che all'81' respinge la conclusione dal limite di Ronaldo e all'88' salva in uscita proprio su Silvestre Varela, mentre nel mezzo era arrivata anche la traversa "involontaria" di Nani con un cross sbilenco da destra.

GERMANIA PRIMA CON LA DANIMARCA - L'ultima respinta di Badstuber sullo stesso Nani in pieno recupero sentenzia il successo della Germania, che soffre parecchio ma la spunta e sale quindi in testa alla classifica del Gruppo B accanto alla sorprendente Danimarca, capace di battere con lo stesso punteggio di 1-0 l'Olanda. La prossima partita contro gli Orange sarà a dir poco decisiva, ma almeno una certezza - per la Germania - c'è: Mario Gomez partirà titolare. Fonte
[Modificato da !Serenella! 11/06/2012 20:25]
10/06/2012 22:05
 
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Orgoglio Italia: con la Spagna è 1-1

Battaglia emozionante all'esordio: Di Natale ci illude (61'), ma dopo soli 3 minuti arriva il pareggio definitivo di Fabregas. Italia e Spagna si accontentano quindi di un punto nella prima gara del gruppo C



Tutti aspettavano Cassano e Balotelli, alla fine è arrivato Antonio Di Natale. È il bello del calcio, è il bello di un'Italia che nonostante le critiche e nonostante l'avversario (formidabile) ha fatto semplicemente la sua partita, di lotta e qualità, riuscendo a confermare ciò che le statistiche già dicevano: contro la Spagna, quando conta, non si perde mai.

FABREGAS A SORPRESA - Del Bosque in avvio prova a sorprendere Prandelli schierando la sua Roja senza un attaccante vero, preferendo Fabregas a Torres in un 4-2-4-0 dominato dalla qualità dei trequartisti. Una mossa che però non mette in soggezione l'Italia, positiva in avvio con il 3-5-2 atteso da tutti, Giaccherini compreso.

SILVA CHIAMA, L'ITALIA RISPONDE - Nel primo quarto d'ora David Silva si fa notare con un paio di iniziative individuali, ma Pirlo risponde su punizione e poi Cassano costruisce una buona chance con un diagonale destro fuori di poco. L'Italia c'è e se la gioca, senza concedere totalmente l'iniziativa a centrocampo, come si temeva. De Rossi, poi, è un baluardo fondamentale là dietro tra gli alfieri Bonucci e Chiellini in un match che progressivamente si trasforma in battaglia, anche se l'arbitro Kassai sembra aver dimenticato a casa i cartellini.

CASSANO IN VERSIONE "MAGO" - Quando si accende Iniesta, poi, ci pensa Buffon, ma il finale di primo tempo è tutto azzurro, tutto di Antonio Cassano: il numero 10 sbatte contro Casillas al 34' e poi sforna due assist dei suoi, ma il portiere spagnolo è bravo anche sul sinistro al volo di Marchisio e soprattutto sull'incornata da due passi di Thiago Motta, che al 45' di fatto si mangia l'1-0 da pochi metri.

LA SPAGNA CAMBIA MARCIA - Passata la paura, la Spagna prova a cambiare marcia in avvio di ripresa e per la difesa azzurra sono dolori: nell'arco di 5 minuti Buffon deve salvare da campione su Fabregas e (proprio con la punta delle dita) Iniesta, mentre dall'altra parte Mario Balotelli - già ammonito ingenuamente nella prima frazione - si costruisce e spreca la miglior occasione della partita cincischiando sul recupero di Ramos. Prandelli allora decide per il cambio: fuori l'attaccante del City e dentro Totò Di Natale; mossa un po' anticipata rispetto alle attese, visto che arriva al 56', eppure è la scelta più giusta...

DI NATALE-FABREGAS: DUE GOL IN 3 MINUTI - Al 61' infatti arriva il gol azzurro. Pirlo si libera a centrocampo in slalom e inventa una gran verticalizzazione proprio per il neoentrato Di Natale: uno sguardo a Casillas e destro all'angolino che supera il portiere spagnolo che l'1-0 che manda in tripudio i tifosi italiani. La gioia, però, è effimera, perché al primo affondo la Spagna pareggia: questa volta l'assist illuminante parte dal piede sinistro di Silva, con Fabregas che ringrazia e insacca di giustezza solo davanti a Buffon: al 64' è già 1-1.

TORRES ENTRA E SE NE MANGIA DUE - Dopo il botta e risposta è il momento dei cambi: Prandelli butta nella mischia Giovinco, Del Bosque sceglie Navas e Torres, tutte sostituzioni di un certo impatto. El Niño al 75' infatti si presenta solo davanti a Buffon, che però è bravissimo a ipnotizzarlo in uscita, mentre Giovinco 3 minuti dopo inventa un grande assist per Di Natale, il cui destro al volo termina fuori da pochi passi, facendo saltare tutta la panchina. Le emozioni proseguono nel finale, con Fernando Torres che si mangia un altro gol all'85' alzando di poco un pallonetto (quando avrebbe dovuto servire il solissimo Navas), mentre Marchisio sbatte contro Casillas al termine di una sgroppata da mille e una notte (88').

Finisce in parità ed è giusto così, perché l'Italia ancora una volta ha saputo sopperire al tasso tecnico inferiore con la grinta, la volontà, il carattere di una squadra che fuori dal campo a volte sembra fragile, quasi impotente, ma quando il pallone inizia a scottare si trasforma in un gruppo vero, quello che ha saputo costruire Cesare Prandelli con la rivoluzione di testa e qualità figlia del disastro sudafricano. Fonte
[Modificato da !Serenella! 11/06/2012 20:25]
11/06/2012 20:32
 
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Monologo croato, l'Irlanda affonda

Una Croazia impressionante per qualità di gioco supera un'Irlanda troppo brutta per essere vera. Ora serve un miracolo agli uomini di Trapattoni. Croazia in vantaggio con un gol Mandzukic. Illusorio pareggio di St Ledger. Poi è un monologo croato con Jelavic e ancora Mandzukic



Un'Irlanda troppo brutta per essere vera affonda sotto i colpi di una Croazia sontuosa. Gli azzurri sono avvisati. Gli uomini di Bilic saranno infatti i nostri prossimi avversari, giovedì prossimo a Poznan. La nazionale croata stupisce per qualità di gioco e intensità. Enorme il gap tecnico tra le due squadre stasera. La generosità e la fisicità degli irlandesi (sostenuti da ventimila scatenati tifosi) non sono bastate. Ora L'Irlanda (impegnata giovedì sera contro la Spagna) dovrà realizzare un'autentica impresa per qualificarsi in un gruppo C che ora vede la Croazia guardare tutti dall'alto verso il basso.

AVVIO SCOPPIETTANTE DEL MATCH - Se il Trap si affida a un granitico 4-4-2, Bilic sceglie un modulo più versatile. Srna agisce prevalentemente da ala destra, per poi sdoppiarsi in fase d'interdizione. La partita si sblocca immediatamente. È proprio Srna a mettere in mezzo un cross dalla linea di fondo dell'out destro. La palla, deviata, s'impenna al centro dell'area, proprio dove è appostato Mandzukic. L'attaccante del Wolfsburg (dal destino incerto per la prossima stagione) prima scivola, poi ritrova l'equilibrio e la scaltrezza d'infilare un chirurgico colpo di testa all'angolino. Il copione è chiaro già in avvio. La Croazia si affida al fraseggio prolungato, forte di un centrocampo di palleggiatori che poco ha da invidiare alle corazzate europee, l'Irlanda si difende strenuamente e si affida alle ripartenze sulle fasce laterali, con Mc Geady e Duff sugli esterni. La reazione d'orgoglio della green army viene premiata dal pareggio di St Ledger. Sulla punizione tagliata di Mc Geady dalla destra, St Ledger brucia Corluka e trova la deviazione aerea vincente. 1-1 e popolo irlandese in festa. Sarà solo un illusorio ruggito. Da qui in poi sarà un monologo a scacchi biancorossi. Modric, ectoplasmatico in avvio (forse infastidito dalla stretta marcatura di Andrews), sale in cattedra e comincia a far girare la squadra da par suo. Le occasioni da rete per la Croazia cominciano a fioccare. Given è chiamato agli straordinari sulle conclusioni dalla distanza di Perisic e Modric. A un minuto dalla fine del primo tempo la Croazia passa. Modric scaglia un sinistro sporco dal limite dell'area, la palla viene intercettata da Ward e rinviata maldestramente sui piedi di Jelavic che da rapace d'area (dieci gol con il Tottenham quest'anno) supera Given con un pallonetto morbido.

DOPPIETTA DI MANDZUKIC - È ancora un gol lampo a indirizzare la seconda frazione di gioco e - di fatto - a chiudere la partita. Consueta azione avvolgente della Croazia. La palla arriva tra i piedi vellutati di Rakitic che dalla sinistra fa partire un cross a rientrare sulla testa di bomber Mandzukic. La girata dell'attaccante è ancora una volta impeccabile. La sfera sbatte sul palo e incoccia la testa di Given. La palla sarebbe entrata ugualmente. Doppietta personale per il free agent quest'anno in gol dodici volte con il Wolfsburg. L'Irlanda è stordita, la Croazia rischia di dilagare. Il Trap le prova tutte inserendo Cox, Long e Walters ma ottiene solo fumo. A conti fatti l'unico "pericolo" creato dall'Irlanda ha i crismi del giallo in area di rigore. Robbie Keane viene scalciato da Schildenfeld,ma il direttore di gara Kuipers lascia correre. Nel finale ci prova in tutti i modi (senza fortuna) lo stoico Andrews, con Duff l'ultimo a mollare. Fonte
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