TWO WORLDS - Xbox360 - Rec.

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pandado
00mercoledì 19 settembre 2007 15:43
L'eroe dei due mondi
Non si può certo dire che il catalogo dei giochi di ruolo per Xbox 360 sia affollato, se poi vogliamo spostarci su quelli di stampo occidentale, l'ossigeno è ancor più rarefatto, riducendosi praticamente ad The Elder Scrolls IV: Oblivion, titolo di ottima fattura che da un lato offre centinaia di ore di divertimento per i giocatori e una pietra di paragone scomoda per tutti coloro che vogliono cimentarsi nella produzione di gdr.
Two Wolrds è il primo titolo che accetta la sfida con il campione in carica, proponendosi come esperienza permeante e completa in un mondo fantasy capace di splendere di luce propria. Forte di un buon esordio su pc ecco dunque arrivare, non senza qualche ritardo, la controparte per Xbox 360, al cui traino viaggiano le speranze di schiere di amanti di spadoni, orchi e magia. Accendendo la console siamo gettati subito nella mischia dopo una breve creazione (unicamente dedicata all'aspetto fisico) del personaggio che guideremo per tutto il gioco. In groppa ad un cavallo non certo tra i migliori del regno, stiamo portando nostra sorella in un luogo sicuro, dopo le gravi ferite ricevute durante un attacco a sorpresa nel nostro villaggio. Ma il tempo non è dei migliori e, lasciandola pochi secondi da sola per trovare un riparo quantomeno asciutto, scopriamo che il breve allontanamento ha coinciso con la sua scomparsa. Dopo i primi comprensibili attimi di panico, come dal nulla compare una figura avvolta in una spaventosa armatura nera. A poco servono le nostre parole, l'unica informazione che riusciamo a carpire è che se vogliamo scoprire qualcosa su nostra sorella, dovremo recarci ad un appuntamento già prestabilito a nostra insaputa in una vicina cittadella. In men che non si dica un vortice di avventure, timori, forze oscure e terribili minacce ci ha avvolto. Se vogliamo scoprire come ritrovare chi amiamo e fare chiarezza su ciò che sta sconvolgendo il nostro mondo, l'unica speranza è di diventare mercenari per mantenerci e indagare su qualsiasi indizio utile



“Allora... una spada... un arco... e mi dia anche un paio di scudi, mi raccomando che siano freschi!”
Dopo la doverosa introduzione sulla trama e sulla causa che ha dato il via alla nostra avventura, è d'obbligo sottolineare i primo due fattori che balzeranno all'attenzione di chiunque abbia deciso di dedicarsi a Two Worlds: un mondo vastissimo e un altrettanto grande carenza di fluidità. Dopo alcune battute iniziali, atte a prendere un minimo di confidenza con i comandi di gioco e le meccaniche basilari per muoverci per il mondo, sarà impossibile non restare meravigliati da quanta carne al fuoco ci si para di fronte. Uno sguardo alla mappa dalle enormi dimensioni e una veloce occhiata nel primo villaggio, dove ogni singolo personaggio non giocante ha qualcosa da dirci e quasi ogni edificio è visitabile. La scheda dove avremo le statistiche del nostro eroe è quasi disarmante, a fronte di pochi valori destinati a Forza, Vitalità, Destrezza e Mana (energia magica), la quantità di abilità utilizzabili è quanto mai corposa. Altri 10 minuti a zonzo e avremo potenzialmente già incontrato decine di abitanti del mondo di Antaloor e trovato una manciata di quest più o meno importanti da eseguire, in modo da proseguire le nostre ricerche o semplicemente rimpinguare la vuota borsa delle monete d'oro. Una situazione esaltante anche solo a descriverla, se non fosse che non faremo in tempo a goderci la quantità di cose da fare a causa di quella che è a tutti gli effetti una pesantissima spada di Damocle che pende sulla testa di tutto il gioco: ad ogni passo, ad ogni movimento e ad ogni azione, una pessima fluidità grafica ci desta da quello che poteva essere una piacevole esperienza di gioco. Scatti, rallentamenti, pop-up e continui caricamenti sono la doccia fredda che dovrà subire ogni avventuriero bramoso di esplorare Two Worlds su Xbox 360. Dopo la pregevole versione per pc, il gioco arriva su console afflitto da una situazione deficitaria in termine di fluidità, lasciandoci con l'amaro in bocca.

Guerriero, mago, ladro... o tutti e tre?
Ecco dunque presentarsi immediatamente lo scoglio dove la barca si arena. La parte grafica del titolo non fa gridare al miracolo, spostandosi da elementi ben realizzati ad altri più dozzinali (le espressioni facciali ne sono un esempio), ma chiunque conosca il mondo dei giochi di ruolo con velleità di rappresentare enormi zone esplorabili e una grande libertà d'azione, sa bene che lo scotto da pagare per tutto questo, si traduce spesso in un compromesso visivo. Il titolo dei Reality Pump mostra i suoi difetti, ben conscio che d'altro canto offre un'esperienza di ampio, anzi ampissimo, respiro. Se si passa facilmente sopra ad animazioni legnose e luminosità non sempre ben calibrata, tutto decade andando a braccetto con i rallentamenti di cui parlavamo sopra. Un conto è scendere a patti, un altro è trovarsi con azioni costantemente frammentate.
E dire che a tener duro e proseguire nel gioco oltre il primo impatto, non fa che confermare quanto di buono si pregusta con l'antipasto fornito dai primo minuti di gioco. Il sistema di combattimento non è dei più intuitivi, ma presa la mano con i comandi e compreso che una certa meccanicità è da rimandare alle tante possibilità d'azione, ci si trova a pennello nel menar fendenti grazie al grilletto destro del pad di Xbox 360, tra una schivata e un incantesimo da scegliersi tra una buona lista. Come accennavamo prima, tanti personaggi con cui parlare, ognuno distinto da un'icona, rotonda per segnalare che è disponibile al dialogo, romboidale per chi ha da assegnarci una missione e con monete per segnalarci i mercanti.

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