Milano chiude tra eleganza e tradizione

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!Serenella!
00sabato 19 gennaio 2008 18:34
La quattro giorni milanese ha portato in passerella una moda sicura, seria e disincantata. Con un piede nel passato e l’altro nel presente, chiede più conferme che progetti

mutui sub-prime e le carte di credito revolving arrivano anche sulle passerelle di Milano Moda Uomo. Così, invece degli investimenti sul nuovo, le griffe decidono di ripiegare sui beni-rifugio. Che nella moda hanno due nomi semplicissimi: eleganza e tradizione. In ogni sfilata, dentro ogni showroom, in ogni cartella stampa è tutto un fiorire di aggettivi come “sartoriale”o “regale” o, ancora, “raffinato”. Da Giorgio Armani la silhouette degli abiti è impeccabile, con i pantaloni più stretti del solito e le giacche disegnate come nelle sartorie inglesi. Da Fendi il grigio e il beige regnano sovrani, mentre la pelliccia, carta vincente della maison romana, si limita a sottolineare piccoli dettagli come sciarpe o interni.

Per D&G, invece, sarà l’anno del tartan: la fantasia scozzese a quadri invaderà giacche, pantaloni e cappotti in una guerra senza quartiere. Per tutti, sarà una moda sicura, seria, disincantata: con un piede nel passato più lineare (il college, gli intramontabili anni Settanta, i dandy, l’Inghilterra dei cacciatori e dei Lords…) e l’altro immerso in un presente che chiede più conferme che progetti.

Nell’inverno 2008/2009, con la tredicesima o il bonus di fine anno, gli uomini cercheranno prima un montone col pelo selvaggio, poi un abito con le spalle all’inglese (quelle un po’ rialzate), poi un cardigan di lana grossa e infine un paio di pantaloni stretti e corti. I più estrosi si concederanno mocassini di vernice o stringate bicolori da abbinare alla giacca da caccia. Quelli che amano stupire oseranno la camicia di Prada, col doppio colletto e l’abbottonatura sulla schiena. I russi, i cinesi e gli altri nouveau riches scopriranno la pelliccia e i colbacchi da ussaro.

Chi invece non potrà contare su uno stipendio da banker, troverà tutti i capi sopra citati nei negozi di Zara e H&M a un prezzo più leggero e con un tessuto meno sofisticato. Tra pochi giorni inizieranno le passerelle parigine, di solito più propense al nuovo e alla sperimentazione. L’impressione finale di Milano Moda Uomo è di un debutto mancato o, meglio, di uno spettacolo rodato da tempo che ritorna senza nessun cambiamento. Una sorta di Festival di Sanremo con i soliti big e le consuete canzoni d’amore.

Resta da vedere se il Made in Italy, da sempre deputato all’innovazione e al desiderio del “nuovo”, possa continuare a vivere del suo nome e della sua fama, senza segnare un nuovo traguardo stilistico o formale. Mentre si chiudono le sfilate però, dall’altra parte del pianeta la Apple inaugura un nuovo show per presentare i modelli che cambieranno il futuro prossimo come ha fatto l’iPod ieri e come sta facendo l’iPhone oggi. Forse occorrerebbe lo stesso spirito di innovazione e lungimiranza nella moda per fare breccia in un mercato granitico come quello dell’abbigliamento maschile. Non per nulla, uno dei primi abiti a sfilare in passerella (Jil Sander) recava un stampa-marmo al posto del solito gessato. Speriamo non sia solo una provocazione. Fonte
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