MISTERI DEL MONDO - Piramidi

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neve67
00mercoledì 27 febbraio 2008 19:23
MISTERI DEL MONDO - Piramidi


Le 3 Piramidi di Giza

Le teorie che illustrerò, perché mi affascinano e perché credo siano intelligenti più di altre, sono frutto di moltissimi anni di studio e duro lavoro di Mr.Graham Hancock e Mr.Robert Bauval, rispettivamente Giornalista ed Ingegnere, autori de "Lo specchio del cielo" e "Il mistero di Orione".
Il mio scritto ha lo scopo d'incitarvi verso una visione più aperta e realistica sul mistero delle Piramidi e della Sfinge, per cui riporterò le informazioni necessarie a darvi l'input che vi guiderà verso un approfondimento maggiore che troverete nei libri che ho citato ed in quelli che riporterò durante questo breve ma interessante "viaggio" che faremo insieme.
Ho deciso di prendere in considerazione soltanto le Piramidi e la Sfinge, ma ogni legame tra cielo e terra che troviamo nella piana di Giza, si riflette con una precisione maniacale anche in Cambogia, Messico, Pacifico, Perù, Bolivia, Inghilterra (Stonhenge).
Ringrazio sentitamente i sopracitati per aver portato a conoscenza informazioni preziose per la mia e la vostra cultura.Un ringraziamento particolare ai nostri concittadini Roberto Giacobbo e Riccardo Luna (Autore televisivo Rai e giornalista de "La Repubblica"), autori de "Il segreto di Cheope" e "Chi ha veramente costruito le piramidi e la Sfinge" per il loro interesse e contributo in merito.





SOVRANE DEL TEMPO



Come "Sovrane del tempo", le piramidi, si ergono da migliaia di anni in un luogo dal fascino indiscusso e misterioso, imponendo la loro maestosità ed ingegnosa architettura fino ai nostri giorni. Fin da bambini la storia, quella che c'insegnano dalla scuola dell'obbligo all'Università, le riporta nei libri scolastici come tombe dei faraoni, costruite per mezzo di migliaia di schiavi. La costruzione della Grande Piramide, intestata a Cheope, si dice abbia richiesto un arco di tempo approssimativo di vent'anni con l'utilizzo di diecimila schiavi per tre mesi l'anno.

Ma quale tecnica così rigorosamente precisa ed avanzata, in un tempo dove il metallo più duro era il rame, fu utilizzata? Sono stati veramente gli antichi egizi per mezzo degli schiavi? Erano veramente delle tombe? Ed il periodo storico in cui furono innalzate?

Penso sia lecito farsi queste domande quando si ha davanti agli occhi il complesso megalitico più imponente sulla faccia della Terra che, non a caso, è l'unica delle Sette Meraviglie del mondo ancora in piedi.
Il problema nasce quando andiamo ad analizzare attentamente le tre piramidi senza tralasciar nulla di scontato.
http://www.thecropcircles.eu/piramidi2.htm

neve67
00mercoledì 27 febbraio 2008 19:24
DIMENSIONI E ...


Attenti studi e ricerche ci riportano che per la Grande Piramide il lavoro architettonico e di muratura è stato di gran lunga superiore a quello richiesto per la costruzione di tutte le cattedrali, le chiese ed innumerevoli cappelle medievali d'Europa.
Il suo volume è trenta volte superiore a quello dell'Empire State Building di New York.
Al suo interno può contenere tranquillamente l'immensa Cattedrale di S. Pietro in Roma ed altre chiese. La sua altezza è stata stimata intorno ai 145 mt e 75 cm, ma originariamente raggiungeva i 150.
Il giornalista inglese Graham Hancock, che l'ha scalata e misurata, ci ha riportato queste misure:

- LATO NORD metri 230 e 25.05 cm

- LATO SUD metri 230 e 45.35 cm

- LATO EST metri 230 e 39.05 cm

- LATO OVEST metri 230 e 35.65 cm

E con zelante maniacalità i suo angoli misurano:

- NORD EST: 90 gradi, 3 primi e 2 secondi.

- SUD-EST : 89 gradi, 56 primi e 27 secondi.

- NORD OVEST: 89 gradi, 59 primi e 58 secondi.

- SUD OVEST: 90 gradi e 33 secondi.

Ogni misura differisce dall'altra con un margine d'errore dello 0,1 per cento, un risultato da far invidia ad un edificio di piccole dimensioni dei nostri giorni.
Il suo peso consta in 6 milioni e mezzo di tonnellate di blocchi di granito del peso di circa 20 tonnellate ciascuno; in alcuni casi superano le 100 tonnellate. Tutto ciò è incredibilmente sorprendente ed impressionante.
La moderna architettura, con l'utilizzo dei mezzi di costruzione contemporanei, non sarebbe in grado di riprodurre qualcosa di simile.
Molte sono le ipotesi portate avanti finora, ma analizzandole una per una crollerebbero come un
castello di carte.

neve67
00mercoledì 27 febbraio 2008 19:24
Teoria delle rampe

Certo che sollevare blocchi dal peso di oltre venti tonnellate non deve essere stato uno scherzo ... e poi perché mettere i blocchi di granito più pesanti, a centocinquanta metri d'altezza?
Tra le teorie varie che si contrappongono su COME sono state costruite le piramidi, vi è quella classica delle rampe verticali.
Si ipotizza che gli antichi egizi costruirono una rampa inclinata sul quale facevano scivolare i blocchi di granito sfruttando il limo viscido del Nilo.
Soltanto che un "piccolo" problema viene a sorgere:
- dal momento che la pendenza era molta, la rampa doveva svilupparsi in lunghezza man mano che la piramide cresceva in altezza. Questo perché sotto il peso della gravità, a quella pendenza, anche le più forti braccia umane non avrebbero potuto spostare massi del peso di oltre 100 tonnellate ... e se, come ipotizzano, veniva sfruttato il limo viscido del Nilo sulla rampa, a quella pendenza i blocchi avrebbero preso velocità verso il basso per effetto della Forza di Gravità.
Inoltre la rampa avrebbe dovuto raggiungere una lunghezza di oltre un miglio, con un volume tre volte superiore a quello della piramide, poiché per sopportare il peso di simili blocchi, la sua struttura doveva essere completamente piena. Un simile lavoro avrebbe richiesto uno sforzo ed un tempo 10 volte superiore di quello impiegato per la costruzione di tutte tre le piramidi di Giza. Soltanto ad immaginarlo mi viene da ridere ...
L'altra teoria che sfrutta questo principio è quella della rampa a spirale. In questo caso la rampa doveva aggirare la piramide man mano che si procedeva verso la cima. Calcolando una leggera pendenza, intorno al 10%, gli egittologi sostengono che gli schiavi avrebbero potuto farcela. L'unico grande problema della rampa a gomito è che curvando eccessivamente nel salire, avrebbe causato uno scivolamento dei blocchi sugli schiavi, schiacciandoli: mi sembra di dover scartare la teoria delle rampe.

Ed ancora ...

Tra le altre teorie sulla costruzione delle piramidi, si è parlato ultimamente anche di operai altamente qualificati.

I sostenitori di questa teoria suppongono che i lavori di costruzione non furono effettuati da schiavi (Ebrei secondo chi sostiene questa tesi), ma da operai egizi (ovviamente) con la conoscenza di grandi tecniche avanzate.

Ok, può pure starci che conoscessero tecniche molto avanzate, ma secondo me è stato tralasciato uno dei problemi più grandi: quello del fisico umano: immaginatevi una miriade di persone, di uomini, a spostar massi con un peso medio di 20 tonnellate (i più pesanti superavano le 100) fino a 150 metri d'altezza sotto una temperatura che toccava i 40° ... il tutto con una gran coordinazione e uniti dallo spirito di gruppo. Tutto ciò per cosa?
Per innalzare la tomba più grande di tutti i secoli, destinata a contenere il cadavere (che poi non è

stato mai trovato) di un uomo?

Considerando anche il fatto che il Faraone era come Dio in Terra, non credo che nessuno non si sia mai ribellato a tutto ciò. Se veramente vi erano operai "iniziati" alla conoscenza di tecniche avanzate, quindi esseri dotati di un'intelligenza molto sviluppata, non credo che avrebbero costruito una piramide di 150 metri sotto il sole in una terra dove non esisteva la minima ombra di pioggia, felici e contenti di farlo, per farci riposare il Faraone da defunto.

è proprio l'idea di una tomba piramidale di 150 metri che non riesco a vedere nella testa di uomini così geniali.

Un grande enigma viene poi a sorgere; i massi provenivano da Assuan, una regione mille km a sud di Giza ... come avrebbero potuto trasportare oltre 6 milioni di tonnellate di blocchi di granito per mille km? Con le barchette? Ma dai ...

Inoltre i blocchi erano perfettamente levigati ... in un'era dove il metallo più duro era il rame, non credo neanche all'idea di un lavoro così utopico come quello della levigazione di 6 milioni di tonnellate di blocchi di granito, con legnetti ed oggetti in rame.

Non lasciando nulla di scontato ed incerto, passiamo ad un particolare importantissimo: la stanza del Re situata nella Grande Piramide.

Questa stanza è un parallelepipedo perfetto con un rapporto di 2:1 contenente soltanto un sarcofago.

Niente scritte, niente affreschi e geroglifici, niente corpo del faraone ed oggetti funerari ... niente. Beh, mi sembrano un po' pochine le prove per intestare la Grande Piramide di Giza a Cheope. Questo perché se andiamo ad analizzare le tombe della V e VI dinastia di Saqqara, ci accorgiamo di un enorme contrasto: dal vuoto più desolante delle tre piramidi della IV Dinastia ai testi, geroglifici ed affreschi delle piramidi (che oltretutto non hanno niente a che vedere con quelle della piana di Giza) della V e VI dinastia.

Non credo minimamente a questo distacco.

L'idea che le tre Piramidi fossero Tombe non la trovo, a questo punto, esatta. Perché tombe così grandi per un cadavere? Perché Faraoni così megalomani non fecero neanche affrescare l'interno della loro sala?

neve67
00mercoledì 27 febbraio 2008 19:24
Conclusioni

Vorrei ora prendere in considerazione le teorie portate avanti per moltissimi anni dal giornalista inglese Graham Hancock, l'ingegnere belga Robert Bauval, John Antony West, e vorrei ringraziare i nostri concittadini Roberto Giacobbo e Riccardo Luna, autori del best-seller "Chi ha veramente costruito le piramidi e la Sfinge", per il loro contributo a favore.

Quello che ha spinto una popolazione così lontana nei tempi, a costruire quegli enormi "santuari" nessuno sa dirlo con certezza. Si accavallano teorie di ogni tipo, dagli Egizi ai Navigatori di Atlantide, agli Extraterrestri.

Non credo fermamente ad ogni particolare riportato in ogni singola di queste teorie.

Essendo però quelle di Robert Bauval, Graham Hancock e John Antony West secondo me più reali ed affascinanti, preparatevi ad entrare in un mondo mistico ai confini con il tempo e le stelle che vi aprirà nuovi orizzonti, e vi porterà a conoscenza di informazioni diverse, ma più credibili di quelle che la storia tradizionale, gli egittologi e gli storici, finora ci hanno raccontato.

neve67
00mercoledì 27 febbraio 2008 19:26
DISEGNI CELESTI E GEOGRAFIA DEL COSMO


In un lontano passato, quando i cieli erano figli di un Universo più giovane, l'altopiano di Giza era il punto di unione tra Terra e Stelle.

Facilitati sicuramente da un'atmosfera più limpida di quella odierna, gli "astronomi" di quel periodo si dedicarono con molta attenzione e rigorosa dottrina, allo studio delle Costellazioni.

Ciò avvenne con una precisione divina se pensiamo che in quei tempi remoti, quando l'Uomo si trovava nell'Età del Rame, non esistevano strumenti di misurazione astronomica.

Queste attente osservazioni possiamo ritrovarle a centocinquanta km a sud di Karnak nel tempio tolemaico di Dendera, dedicato a Hathor, la dea della saggezza e dell'amore, che associavano ai cieli notturni.

L'intero edificio è coperto di rilievi che raffigurano una serie di figure astronomiche guidate dai dodici segni dello Zodiaco.

Con maggior precisione però, i riferimenti ad un culto delle Stelle e ad un interesse in particolar modo per i cieli, li troviamo con grande stupore nella piana di Giza.

Sappiamo con gran precisione che la Grande Piramide è collocata perfettamente ad un terzo della distanza tra l'Equatore ed il Polo nord. Questo possiamo notarlo nella Fig. 1.


FIG. 1


Inoltre le tre piramidi sono allineate perfettamente con i punti cardinali, e con maggior precisione questo possiamo riscontrarlo nella Grande Piramide poiché il suo asse meridiano è scostato rispetto al vero Nord-Sud di soli 3/60 di grado.

Non si sta parlando delle direzioni della bussola che si orientano in base al Polo Nord magnetico, ma dei poli geografici del pianeta: Nord e Sud ... questo è a dir poco sconcertante.

neve67
00mercoledì 27 febbraio 2008 19:26
CORRELAZIONI STELLARI

Nel 1984 l'ingegnere Robert Bauval propose una nuova teoria: guardando attentamente dall'alto la piana di Giza, si accorse che la posizione delle tre piramidi rispetto al Nilo, e lo schema creato dalla diagonale che le unisce, è l'immagine riflessa delle tre stelle della cintura di Orione.
Questa prova è sconcertante soprattutto per un fatto: l'allineamento delle tre stelle (Fig. 2) segue una diagonale che s'inclina con la stella più piccola, DELTA ORIONIS.

FIG. 2

Lo stesso allineamento lo ritroviamo a Giza e la diagonale che unisce le tre piramidi si inclina proprio con l'ultima, la più piccola, quella di MICERINO.
Questa correlazione fra Piramidi e Stelle ha messo in luce un enigma impressionante: Cielo e terra combaciavano in questo modo soltanto nell'anno 10.500 a.C. Questo perché la posizione delle stelle cambia lentamente nel tempo a causa del fenomeno noto come Precessione degli Equinozi causato dal un lento movimento oscillatorio dell'asse terrestre in un lungo periodo: 25.920 anni.
Com'è possibile questo se le piramidi sono state datate come tombe dei faraoni della IV Dinastia, e cioè intorno al 2.500 a.C.?
Tutto ciò è a dir poco impressionante, ma seguitemi in questo viaggio perché quello che leggerete ora vi lascerà senza fiato.
neve67
00mercoledì 27 febbraio 2008 19:27
CAMERE ALL'INTERNO DELLA GRANDE PIRAMIDE

La Grande Piramide presenta al suo interno due sale note con i nomi di "Sala del Re" e "Sala della Regina". Al contrario delle altre tombe dello stesso periodo, in queste sale non è stato trovato ne il cadavere del defunto, ne testi, geroglifici, oggetti funerari ... soltanto un sarcofago vuoto. Niente di più enigmatico ... non capisco come gli egittologi diano così per scontata la loro funzione da camere funebri.

Le pareti presentano in entrambe due condotti (Fig. 3) quadrati con il lato di 20 cm che, diretti uno a Nord e l'altro a Sud, ascendono l'interno roccioso della Grande Piramide.

All'inizio si pensava fossero dei condotti di ventilazione, ma poiché quelli della sala della Regina erano chiusi alle estremità, non potendo supportare questa funzione la teoria fu ritenuta infondata.

Tuttavia gli storici sostengono ancora, nonostante non abbiano prove in merito, che la loro funzione era quella di aerazione della "camera funebre" ... niente di più inutile per un cadavere.


FIG. 3

neve67
00mercoledì 27 febbraio 2008 19:28
ASCENSORI COSMICI
Nel 1963 una formidabile scoperta scosse la maggior parte degli studiosi. Un gruppo di ricerca si accorse che i condotti erano orientati rispetto alle stelle con la precisione di un mirino laser.

Quelli diretti a Nord puntavano verso le stelle della costellazione del Drago mentre quelli diretti a Sud contemplavano le tre stelle della costellazione di Orione (Osiride) e nello stesso tempo la luminosa Sirio (Iside).

Nelle piramidi della V e VI dinastia sono stati ritrovati al loro interno dei testi noti col nome di "Testi delle piramidi".

Questi scritti, di età posteriore alle tre "Signore di Giza", ci spiegano come il faraone fosse considerato l'incarnazione del Sole e che dopo la sua morte, la sua anima chiamata Ba, viaggiava nei cieli e diventava una stella immortale nel magico mondo del Duat. Il Duat era il regno di Osiride, che veniva identificato con la costellazione di Orione.


Secondo questi antichi testi la civiltà in Egitto era stata creata da Osiride in un'antica età dell'oro nota col nome di Zep Tepi (primo periodo).

Orus, suo unico figlio, nato dalla dea Iside, identificata con la stella Sirio, era personificato con il Sole. Durante la loro vita i faraoni erano ritenuti la reincarnazione di Orus.

Alla loro morte, venivano sostituiti da un successivo e la loro anima si tramutava in una stella che raggiungeva Osiride nel magico universo del Duat.

Questo ci indica con chiarezza che le piramidi erano considerate come un "ascensore" da cui le anime dei morti potevano raggiungere con facilità la via per la costellazione di Orione nel Duat.





neve67
00mercoledì 27 febbraio 2008 19:29
LA SFINGE

Non esiste al mondo monumento più enigmatico ed antico della Sfinge Leonina. Come possiamo non emozionarci alla vista di questa enorme statua, lunga settantatre metri ed alta circa 20, situata, insieme alle tre piramidi, nella piana di Giza.

Da secoli è oggetto di studio di storici, egittologi, archeologi; ma non solo: geologi ed astronomi ne sono altrettanto coinvolti nel decifrarne il messaggio che vuole mandarci. Deve esser veramente antica.

Alta più di un edificio di sei piani e lunga come un quartiere di palazzi a schiera, ha i fianchi lisci e scavati dalle erosioni; il collo è puntellato con un collare di cemento al fine di mantenere eretta la testa.

Le zampe, ricoperte da un moderno rivestimento di mattoni, appaiono rovinate. Anche il volto, non ben decifrabile, è rovinato e fissa da secoli l'Est, come stesse custodendo un segreto ... come stesse aspettando un qualcosa.

FIG. 5


La geologia, non è in grado di fornirci una cronologia ben precisa, ma si parla ormai da tempo della possibilità che questo gigante di pietra possa avere oltre 10500 anni.

Alcuni pensano possa risalire addirittura all'ultimo Periodo Glaciale, quando non esistevano civiltà in grado di concepire un'opera di questo tipo.



neve67
00mercoledì 27 febbraio 2008 19:29
EROSIONI

Alla fine degli anni settanta, John Antony West, un ricercatore americano, era impegnato con lo studio di misteriosi ed oscuri scritti del matematico francese R.A.Schwaller de Lubicz.

Nel suo testo "Sacred Science" vi erano commenti inerenti alle inondazioni che colpirono la terra Egizia più di 12000 anni or sono: "Una grande civiltà deve aver preceduto i vasti movimenti di acque che sommersero l'Egitto, il che ci fa credere che la Sfinge esistesse già, scolpita nella roccia della scogliera occidentale di Giza: quella Sfinge, il cui corpo leonino, eccettuata la testa, mostra segni inequivocabili di erosione provocata dall'acqua".

Il problema è nel fatto che la Sfinge appare corrosa fino al collo, e questo implica un'inondazione di almeno 20 metri sull'intera Valle del Nilo.

è difficile credere a ciò perché, se la teoria fosse corretta, i blocchi interni del nucleo di pietra calcarea del cosiddetto Tempio Mortuario, sarebbero corrosi a loro volta, e ciò significa che l'acqua avrebbe corroso anche la base delle piramidi per almeno 25-30 metri.

Dal momento che ciò non è riscontrabile, cos'è che ha corroso la sfinge?



ACQUA PIOVANA



Nel 1989 John West incontrò un geologo molto stimato dell'Università di Boston: Robert Schoch.

Schoch, esperto paleontologo e stratigrafo stentò inizialmente nel credere che la Sfinge fosse più antica di 4500 anni. Tuttavia cambiò idea nel 1990 quando visitò Giza.

Benché gli fosse vietato di entrare nel recinto, Schoch osservò con gran minuziosità e rigorosa professionalità la Sfinge da pochi metri più in là. Il suo responso fu incredibile: la Sfinge era sì, erosa dall'acqua, ma non furono inondazioni, bensì numerose "precipitazioni atmosferiche".

Schoch notò che le erosioni sul corpo e sui fianchi erano formate da canali verticali inconfondibili come quelli che provoca l'acqua piovana nel corso degli anni.

Zahi Hawass, direttore degli scavi di Giza, respinse senza pensarci due volte la teoria dell'erosione da acqua piovana: "è stato il vento a corroderla per anni".

Ma quale vento ... le erosioni del vento hanno un'impronta molto diversa ... non formano stretti canali verticali. Fatto sta che l'accesso alla Sfinge era privilegio soltanto di pochi egittologi dal 1978 in poi.

Perché fu vietato a Schoch di visitare la Sfinge da vicino? Perché soltanto pochi egittologi hanno il permesso d'accesso?

Con l'aiuto del rettore della Boston University, Schoch ebbe, dopo numerosi tentativi andati a vuoto ed insistenti proposte, l'autorizzazione per eseguire un vero e proprio studio geologico sulle erosioni della Sfinge.



TEMPI REMOTI



Tornato a Boston, Schoch dopo qualche mese di esami in laboratorio ebbe i risultati definitivi dei suoi studi. Il suo responso, con l'appoggio totale dei paleoclimatologi, si basa sul fatto che piogge insistenti come quelle che avevano eroso la Sfinge, cessarono di cadere in Egitto migliaia di anni prima del 2500 a.C.

Tuttavia non si allargò molto, ma le prove geologiche elargivano un'ipotesi molto cauta che faceva risalire la Sfinge in un periodo collocabile tra il 7000 e 5000 a.C. Tutto ciò apparve ridicolo alle orecchie degli egittologi più fedeli.

"In quel periodo l'Egitto era popolato da primitivi del Neolitico, abili cacciatori, ma le loro capacità si limitavano esclusivamente alla "affilazione" di pezzi di pietra e di legno."

John West, entusiasta dei risultati da laboratorio di Schoch, non si fece intimorire dagli egittologi e si spinse più avanti con la convinzione che la Sfinge doveva esser stata concepita nell'ultimo periodo dell'Era della Glaciazione, in un tempo dove arcani e misteriosi paesaggi dimoravano la crosta terrestre: il 15000 a.C.

Tutto ciò sembrerebbe il frutto di molte fantasie se non considerassimo una scoperta tra le più importanti ed incredibili che sia stata mai fatta.

neve67
00mercoledì 27 febbraio 2008 19:30
IN CONCLUSIONE ...



Tutto quello che ho scritto è documentato da prove, degne di esser prese in considerazione da tutti noi e soprattutto da persone competenti nel ramo, al fine di poterci guidare verso la via che potrebbe svelarci l'arcano mistero custodito nei secoli nella Valle di Giza.

Perché gli egittologi e gli storici ritengono eresie la maggior parte di queste teorie, sostenendo le loro, basate su incertezze, casualità e nulla di fondato?

Come si può dar così per scontato il trasportare blocchi di quaranta e più tonnellate da una regione distante mille miglia da Giza per portarli fino a centocinquanta metri di altezza per innalzare i monumenti più imponenti del mondo?

E dare per scontato, o addirittura solo causato da coincidenze, il fatto di riprodurre in terra la mappa stellare del cielo com'era nel 10500 a.C., gli allineamenti perfetti con i quattro punti cardinali, l'incredibile prova che la Sfinge guardava il sorgere del sole, all'EST vero, soltanto nel 10500 a.C. quando iniziava l'Era del Leone?

E vorrei inoltre citare alcune prove che gli egittologi rifiutano come tali, scartandole a priori con frasi come "fantasie, falsità, storielle per ingenui":

1- Il sacerdote egiziano Maneto,affermò che la civiltà egizia esisteva già 36525 anni prima della fine della XXX dinastia e nella sua "Storia dell'Egitto" vi sono documenti e prove. L'opera si perse intorno al IX secolo d.C. ma è giunta, in compendio, fino a noi tramite gli scritti di Eusebio di Cesarea (IV sec.), Sesto Giulio Africano (II-III sec.) e Giorgio Sincello (IX sec.).

2- L'antico "Papiro di Torino" (XIII sec. a.C.) presenta dati molto più sconvolgenti e sembra che una gran parte dei dati di Maneto sia contenuta nelle dimensioni della Grande Piramide. Un'iscrizione attribuita a Cheope, sulla Stele dell'Inventario della XXI dinastia (custodita nel Museo del Cairo) dice che la Grande Piramide e la Sfinge esistevano da molto prima che egli salisse al trono. Il celebre medium e chiaroveggente americano Edcar Cayce (1877-1945) sosteneva che la Grande Piramide fu costruita dagli Atlantidei nell'arco di tempo di 100 anni tra il 10490 e il 10390 a.C. Gli stessi riferimenti ci provengono dagli scritti di Platone.

Tra le altre prove che testimoniano che le piramidi non erano tombe dei Faraoni:

1- In nessuna delle piramidi è mai stato trovato il cadavere di un faraone.

2- I sacerdoti egizi dissero apertamente allo storico greco Erodoto che Cheope (o Khufu) non era mai stato seppellito nella Grande Piramide.

3- Quando nel 1954 fu aperta per la prima volta la piramide di Sekhemkhet a Saqqara furono ritrovati molti vasi e gioielli, ma nella "Camera del Re" fu trovato un sarcofago in alabastro ancora intatto e inviolato, con i resti di una ghirlanda di fiori. Alla sua apertura, una sorpresa inaspettata: era completamente vuoto.

4- Una netta differenza distingue i tre colossi di Giza dalle successive piccole piramidi: queste non hanno il minimo canone di precisione riscontrato nelle precedenti ... sono molto piccole ed imprecise.

Le prove ci testimoniano, senza incertezze e casualità, che le Piramidi di Giza non erano tombe. gli egittologi tuttavia si impuntano sostenendo il contrario e non avendo la minima prova in favore.

Stiamo parlando di un lavoro colossale, padre di una precisione irraggiungibile ai nostri giorni, con tutti gli strumenti necessari e tecnologie all'avanguardia. Un lavoro ancora oggi non databile, non attribuibile a nessuno con certezza ... Giza custodisce un enigma che forse è lì dai primordi della nascita della civiltà umana.



Spero di aver suscitato in voi un interesse che potrà darvi l'input per continuare da soli uno studio ed una ricerca più approfondita sull'argomento.


Tutto quello che avete letto, l'ho tratto dai libri che ho citato nella piccola finestra contenente la bibliografia. Non vi assicuro riscontri immediati, nel caso vogliate scrivermi per condividere alcune idee od approfondimenti, ma conto di farlo non appena avrò un po' di tempo a disposizione. Voglio comunque precisare che quello di cui ho parlato nelle mie pagine, non ha nulla a che vedere con extraterrestri, paranormale ecc.
Sono solo portato a credere che le Piramidi non fossero tombe, che la loro datazione sia antecedente al 4500 a.C. e che abbiano dei legami molto profondi con l'astronomia.

http://www.thecropcircles.eu/piramidi2.htm
neve67
00mercoledì 27 febbraio 2008 19:33
di Tuccio Rapisarda - tratto da Un Mondo di ... Illusioni Ottiche
La storia

Le piramidi di Egitto hanno da sempre affascinato i viaggiatori e i conquistatori nei tempi antichi e continuano a suscitare meraviglia nei turisti, matematici, e archeologi che le visitano, le esplorano, le misurano e le descrivono.

Le tombe dei primi re egiziani erano dei tumuli modellati a forma di panca e chiamati mastabe.



MASTABA

La mastaba era la tomba per i nobili e i dignitari, costruita a somiglianza della casa che il defunto aveva abitato quand'era in vita. La necropoli di Sakkara conserva un considerevole numero di mastabe, alcune delle quali sono fra le più celebri per la bellezza e la grazia della loro decorazione.
Si ricorda la mastaba di Nebet, del visir Unefert, della principessa Idut, di Kagemmi, di Ptah-Hotep e di Mereruka. La più bella di tutto il complesso funerario è però, forse, la mastaba di Ti. I bassorilievi di questa mastaba , per l'alta espressione artistica raggiunta e per l'equilibrio della composizione, sono stati considerati fra gli esempi più belli dell'Antico Egitto.



PIRAMIDE "A GRADONI" - SAKKARA

Intorno al 2780 a.C., l'architetto del Re Zoser, Imhotep, costruì la prima piramide collocando sei mastabe, una sopra l'altra, dalla più grande alla più piccola, creando una sorta di catasta o "Piramide a Gradoni".
Questa Piramide può essere ammirata sulla riva del Fiume Nilo a Sakkara, vicino a Memphis.
Come le altre piramidi, contiene varie stanze e passaggi, compresa la camera di sepoltura del re.

La transizione dalla Piramide a Gradoni a quella con le pareti lisce ebbe luogo, però, durante il regno del Re Snefru, il fondatore della Quarta Dinastia (2680-2560 d.C.). A Meidum, infatti,era stata costruita una piramide inizialmente a gradoni, che fu ricoperta poi con la pietra, e rivestita da lastre di calcare.



PIRAMIDE DI MEIDUM - ASPETTO "A TORRIONE"

Era la Piramide di Huni (III dinastia), anch'essa concepita come "piramide a gradoni” (prima 7, poi 8).
Fu durante il regno di Snefru che venne trasformata in piramide “geometrica”, a facce lisce.
La piramide di Meidum, col tempo, subì il crollo dei muri esterni più recenti, che aderivano ai lisci blocchi del rivestimento a gradoni più antico. Per questi motivi oggi presenta l’aspetto bizzarro “a torrione”, ed è chiamata in arabo “Haram el-Kadab”, la “falsa piramide”.

Vicino a Dahshur, invece, la costruzione fu iniziata su una piramide progettata per avere i lati lisci.

PIRAMIDE ROMBOIDALE - DAHSHUR
http://www.thecropcircles.eu/piramidi3.htm

neve67
00mercoledì 27 febbraio 2008 19:35
Circa a metà altezza, però, l'angolo di inclinazione fu modificato da più di 51 gradi a quasi 43 gradi.
I lati in quel punto, perciò si elevano con un angolo minore e creano uno spigolo e per questo essa viene chiamata "Piramide Romboidale". Il cambiamento nell'angolo è stato probabilmente fatto durante la costruzione per dare più stabilità all'edificio.

Un'altra grande piramide fu costruita a Dahshur durante il regno di Snefru, con i lati che si elevavano con un angolo di un poco più di 43 gradi, col risultato di una vera piramide, ma rannicchiata, e chiamata "Piramide Rossa" per il colore del calcare su cui fu costruita.


PIRAMIDE ROSSA - DAHSHUR


Nelle due piramidi di Snefru vediamo comparire tutte le invenzioni del complesso funerario classico della IV dinastia: la struttura generale con piramide, piramide satellite, muro di cinta, tempio della piramide, via cerimoniale e tempio a valle.


VALLE DEI TEMPLI

La più grande e più famosa di tutte le piramidi, però, è la Grande Piramide a Giza, che fu costruita dal figlio di Snefru, Khufu, conosciuto meglio con nome greco Cheope. Fu costruita tra il 2700 e il 2600 a.C., durante la IV dinastia.




GRANDE PIRAMIDE DI CHEOPE

Le sue misure sono imponenti: il lato di base misura 230 metri; l'altezza è di 150 metri.
È composta da due milioni e trecentomila blocchi di granito, che pesano circa due tonnellate e mezzo l'uno; il suo peso totale è di cinque milioni e settecentocinquantamila tonnellate.
All'interno è quasi completamente piena, ma stretti passaggi collegati con l'esterno da prese d'aria conducono a camere sotterranee.
Due altre grandi piramidi sono stato costruite a Giza, la prima per il figlio del Khufu, Khafre (Chephren),

guidoreali
00venerdì 29 febbraio 2008 08:19
"Fatto sta che l'accesso alla Sfinge era privilegio soltanto di pochi egittologi dal 1978 in poi".

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Posso testimoniare che nell'Aprile 1980 epoca del mio primo viaggio a Gaza la Sfinge NON era interdetta ai turisti...io stesso...ne venni direttanente a contatto..avrei potuto perfino salirci...se non ci fossero stati gli addetti al montaggio delle tribune per uno spettacolo di "sont&lumiere".

speedy13
00domenica 16 marzo 2008 00:01
Piramide di Cheope: la verità sulla costruzione
Il più intricato enigma legato al complesso mondo dell'Antico Egitto potrebbe essere prossimo a una soluzione, grazie alle ricerche certosine di Diego Baratono, egittologo attivo all'Università di Torino. Baratono in anni di studi ha dato vita a teorie convincenti e puntualmente verificate sul campo, riguardanti la costruzione della grande piramide di Cheope e di quelle attigue di Chefren e Micerino, sulla piana di Gizah (periferia occidentale del Cairo). Il luminare torinese è riuscito, con appropriati rilevamenti sul terreno, a provare l'esistenza all'epoca della costruzione delle tre piramidi (IV Dinastia, attorno al 2550 a. C.) di un terrapieno, da lui denominato ‘terzo livello della piana di Gizah'; una sorta di altura ben al di sopra del piano calpestato, che costituì il livello d'appoggio delle piramidi e dunque la base di lavoro, dove gli operai trasportarono i blocchi per la futura struttura.
Come venne di fatto costruita la piramide? Gli enormi blocchi furono innalzati sulla sommità del terrapieno mediante l'utilizzo di slitte o di traversine in legno, capaci di far scorrere massi di elevato tonnellaggio e da lì vennero prima calati "in situ" e poi sistemati con traiettoria sempre più orizzontale. Una volta che la nuova costruzione raggiunse il livello del terrapieno gli ingegneri egizi iniziarono a dar corpo all'imponente camera mortuaria e ai condotti, quasi tutti ad essa collegati; la piramide di Cheope fu poi completata utilizzando la camera del re come base d'appoggio per la parte terminale e per il ‘pyramidion': in questa fase finale gli operai verosimilmente utilizzarono le strutture sottostanti come punto d'appoggio per innalzare il materiale utilizzato per il vertice: in questa non agevole operazione si utilizzò un sistema di carrucole, che scorreva su un fianco della parte già eretta, ultimato solo alla fine.
Nella fase conclusiva le teorie di Baratono riprendono e completano l'ipotesi in passato avanzata da Jean-Pierre Houdin e verificata con simulazioni in 3D al computer. La nuova tesi è anche la conferma di quanto ipotizzato da un altro celebre egittologo, Michel Valloggia, direttore dello scavo nell'area della piramide di Gedefra ad Abu Rawash (a nord di Gizah): Valloggia nel corso delle più recenti campagne di scavo ha osservato e poi verificato con prospezioni in altri siti come la scelta del terreno, su cui erigere una piramide di notevoli dimensioni, fosse determinata dalla stabilità del terreno stesso e dalla possibilità di portare i pesanti blocchi con il maggior agio possibile (magari appunto sfruttando terrapieni attigui). Le tracce della presenza di un terrapieno a Gizah sono state riscontrate da Baratono e dalla sua équipe con sofisticati sistemi di accertamento e consentono di postulare l'esistenza a tutto l'Antico Regno di una sorta di collina di ampie dimensioni, elemento nodale per il buon esito di quell'epica impresa ingegneristica. Insomma un progresso importante nel campo dell'egittologia, che ha il pregio di basarsi su elementi evidenti e di non ricorrere a strampalate supposizioni esoteriche o astronomiche.

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