Le borse più trendy di Londra sono made in Sardinia

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isa46
00sabato 1 marzo 2008 15:33
Profumo di erba fresca e macchia mediterranea, visioni di mani sapienti su un telaio antico e la chimica dei colori che guarda alle tradizionali ricette erboristiche. E poi gli studi di marketing, le passerelle della moda internazionale e i principi di un'economia ecosotenibile. C'è tutto questo in una borsa di Antonello Tedde. "Ogni tanto - racconta il fondatore della Pibiones - nella trama delle mie borse capita di trovare qualche filo di erba che si è impigliato nella lana della pecora al pascolo".
L'idea di questo giovane di belle speranze nato a Siligo (Sassari) 36 anni fa è stata quella di produrre il più classico degli accessori femminili con le lane sarde intrecciate e ricamate dalle tessitrici isolane. Pibiones è, infatti, il termine usato per indicare i grani o chicchi che rappresentano uno dei punti della tradizionale tessitura sarda.
Laurea nel 1992 in Scienze Politiche presso l'Università di Sassari con una tesi sull'abbigliamento negli anni '90 ("Fu un argomento rivoluzionario e dovetti lottare perché fosse accettato"), la partenza per l'Inghilterra per approfondire la conoscenza della lingua e poi gli studi modaioli britannici mentre già cominciava la gavetta negli atelier delle griffes più prestigiose dell'alta moda. È stato questo l'esordio di un uomo appassionato e testardo che ha quasi "rubato" il sapere dalle dita delle ricamatrici sarde, compresa la mamma e la nonna, le sue prime maestra che alla fine si sono dovute arrendere al talento di un maschio che cuciva meglio di una donna. "In principio non ne volevano sapere di insegnarmi i loro segreti - racconta Tedde - erano diffidenti perché abituate alla tradizionale separazione dei ruoli".

Chi compra le sue borse?
"Chi cerca la novità ma è anche affascinato dal richiamo alla tradizione. I tessuti e le stampe sono realizzati secondo regole antiche ma l'idea di trasformare in borse stoffe e motivi nati per arazzi e tappeti, è assolutamente innovativo. Pibiones ha la sua sede a Londra ma vende anche negli Usa, soprattutto Hollywood, e in Europa. Ultimamente ho avuto molte richieste da Giappone e Russia."
I prezzi come sono?
"Vanno dai 90 euro delle borse più piccole e in bianco e nero, fino ai 1500 per quelle eseguite con le tecniche particolari come i papaveri, faona o rombetti."
Di recente a Londra si è svolta la Fashion Week ed è stata la sua prima volta alle famose sfilate britanniche. Com'è andata?
"Molto bene, ho avuto grandi soddisfazioni. Pibiones ha avuto un suo spazio nella fiera espositiva che fa da contorno alla London Fashion Week in una sezione interamente dedicata ai prodotti ecosostenibili: gli stilisti vengono selezionati in base a rigidi criteri ecologici. Tutti chiedevano spiegazioni sull'origine dei tessuti e sulla tecnica."

E lei ha parlato delle tessitrici del suo paese?
"Purtroppo restano poche donne che ancora lavoravano al telaio. Ci sono molte aziende che fanno tessuti ma i più belli sono quelli fatti a mano. Oggi vengono usati i telai semimeccanici però ci sono anche dei bellissimi telai antichi che vengono usati dalle signore nelle loro case, soprattutto per eseguire i ricami a fiori."

Dove produce, da dove vengono le lane?
"Le lane le fanno a Samugheo (Oristano) e vengono colorate ad Atzara. In questo paese del Nuorese c'è Maurizio Savoldo, un chimico che ha elaborato delle tecniche di colorazione delle lane mescolando erbe e altri elementi naturali secondo antiche ricette locali. Le lane vengono poi tessute a Nule e da qui sono inviate a Londra dove realizziamo i modelli."

Che hanno tutti nomi di paesi sardi.
"Sì, mi serve per aiutarmi con la memoria e per non perdere il contatto con la mia terra."

Come è cominciato questo sogno?
"A 12 anni mi alzavo la notte e di nascosto facevo i vestiti copiandoli dai cartamodelli di mia madre. Sono sempre stato appassionato di moda, non perdevo un numero della rivista Vogue che compravo con i miei risparmi."
Di nascosto perché un maschio non avrebbe dovuto avere a che fare con ago e filo?
"Sì. Dopo la laurea si aspettavano che facessi il commercialista o il concorsi per aeronautica. Mia madre mi ha insegnato a ricamare solo perché dovevo fare una camicia per la tesi del corso di studi londinese. All'inizio era riluttante ma poi è stata contenta.

A Londra ha fatto la gavetta presso le grandi firme degli accessori mentre studiava.
"Già durante gli anni universitari ho lavorato per Antonio Marras in Sardegna. Poi c'è stato il corso londinese del noto London College of Fashion, dove mi sono laureato in sviluppo dei prodotti di moda. Durante gli studi ho sempre lavorato iniziando come commesso nei negozi fino ad arrivare all'ufficio stile. Ho collaborato con Bella Freud, Paul Smith e Mulberry. Per Esprit ho fatto l'assistente alle pubbliche relazioni. Per Fendi la formazione del personale. Dopo aver lavorato per Fendi ho pensato di fare qualcosa di mio. Ho iniziato con le magliette fatte con inserti di tessuto, poi mi sono accorto che quelle lane rivide e fatte a mano erano buone per le borse. Sicuramente avere lavorato per Mulberry e Fendi ha influenzato il mio stile.

Quali sono le novità della sua linea. A cosa sta pensando per la prossima stagione?
Sto riflettendo sull'opportunità di produrre portafogli. Ma non è facile farlo senza pelle e io ho deciso di eliminare tutti i pellami dalle mie collezioni."

Solo elementi ecocompatibili?
"Alla fiera di Londra un giornalista mi ha messo in difficoltà chiedendomi conto della provenienza del bambù e del legno che uso per i manici. Quindi ho deciso di fare tutto in lana. Ci sono delle lane intrecciate e irrigidite che sono perfette per i manici."
E in patria cosa pensano del suo lavoro?
"Il comune di Siligo è molto interessato e con l'amministrazione locale stiamo pensando a delle iniziative per ridare spazio ai prodotti delle tessitrici sarde. Ci sono vecchi telai inutilizzati ed è un vero peccato lasciarli a questo oblio."





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