Nelle pareti dei corridoi e delle sale di accesso alla cripta, i faraoni scrivevano minacce e maledizioni contro tutto quello che osasse violare il loro eterno riposo e rubasse i loro beni personali. Forse da lì viene la famosa leggenda della "maledizione di Tutankamon", secondo cui tutti coloro che violassero la sua tomba resterebbero condannati a morire prematuramente e in strane circostanze.
Così, Lord Carnavon, promotore della spedizione di Howard Carter, morì a causa di una puntura di zanzara che si complicò dopo con un’infezione tagliandosi con la lametta del rasoio nello stesso punto dove lo aveva punto l’insetto.
Sir Douglas Reid, il radiologo dell’equipe che realizzò le lastre della mummia nell’interno dell’ipogeo, si sentì repentinamente stanco e sofferente. Dopo due mesi moriva senza ancora conoscere la causa della sua morte.
Audrey Herbert, che anche lui si trovava lì quando si ruppe la parete della cripta, cadde fulminato nella sua stanza quando si preparava per fare un bagno. Così come Arthur Mace, l’aiutante di Carnavon che ruppe il sigillo di accesso della stanza del sarcofago: morì pure lui bruscamente nella stanza del suo hotel in El Cairo.
Allo stesso modo, Bethel, segretaria di Howard Carter, moriva per un attacco di cuore, e suo padre, che anche lui era stato nella tomba, si suicidava non appena apprese la notizia lanciandosi nel vuoto dal settimo piano.
La leggenda della maledizione del faraone andò crescendo col tempo, dato che molte delle persone che ebbero contatto con lui furono vittime di incidenti e disgrazie.
È il caso di Mohamed Ibrahim, direttore di antichità dell’epoca, che tentò di impedire che alcuni oggetti del re viaggiassero per un’esposizione di Parigi, perché aveva avuto dei sogni premonitori, sollecitando a non permetterlo. Il governo egiziano lo obbligò a farlo e Ibrahim, lo stesso giorno che firmava il trasferimento, morì investito.
Il suo successore, Gamal Mehrez, quando si fece carico del posto, ostentò che non credeva alla maledizione: "È una credenza, non ha nessun senso. Io stesso ho lavorato tutta la mia vita tra le mummie, e qui mi vedono: ho l’aspetto di un morto? Si tratta soltanto di coincidenze." Gamal morì il giorno dopo avere inviato gli oggetti di Tutankamon ad un’esposizione a Londra.
E se non bastasse, l’equipaggio dell’aereo che ebbe questo incarico fu anche vittima della maledizione.
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