Aperta la seconda antenna del radar italiano su Marte

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neve67
00sabato 9 luglio 2005 23:55


Si tratta dell'apparecchiature a bordo della sonda interplanetaria Mars Express che ha il compito di analizzare il suolo del Pianeta rosso anche a profondità da 2 a 5 chilometri per cercare acqua.

Si è aperta correttamente anche la seconda antenna di Marsis, il radar italiano a bordo della sonda Mars Express dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) destinato ad andare in cerca di acqua nel sottosuolo di Marte.
Sono state così dispiegate tutte e due le grandi antenne del radar, realizzate in un composto di kevlar, entrambe sottilissime e lunghe 20 metri: è la prima volta che antenne di questo genere vengono utilizzate nello spazio.
Dopo le analisi seguite all'apertura della prima antenna di Marsis (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding instrument), l'ESA aveva dato il via libera all'apertura della seconda antenna. Sono stati infatti superati rapidamente i problemi riscontrati durante l'apertura della prima antenna, all'inizio di maggio, quando uno dei segmenti si era bloccato in una posizione instabile: è stato sufficiente esporre l'antenna al Sole per sbloccarlo.
Al momento la seconda antenna si è aperta regolar mente, ha detto il responsabile dell'esplorazione del Sistema Solare dell'ASI, Enrico Flamini.
Realizzato dall'Alenia Spazio per conto dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) sotto la guida scientifica di Giovanni Picardi, dell'università di Roma La Sapienza e del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della Nasa, Marsis è stato progettato per analizzare il suolo di Marte anche a profondità notevoli, da 2 fino a 5 chilometri, utilizzando segnali radio a bassa frequenza.
Alla fine di giugno si farà il primo punto scientifico sullo stato di salute del radar italiano, che entrerà così nella cosiddetta fase di commissionamento per le successive settimane, prima di dedicarsi all'osservazione della ionosfera di Marte durante il giorno marziano e di spingersi sotto la superficie del pianeta rosso durante la notte.
I primi risultati scientifici potrebbero arrivare entro la prima metà di luglio.

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