E' morto il regista Sidney Lumet
Il cineasta aveva 86 anni
E' morto oggi a New York il regista Sidney Lumet. Il cineasta aveva 86 anni. Lo ha riferito al New York Times la figlia, Leslie Gimbel. Il regista di "Serpico", di "Quel pomeriggio di un giorno da cani" e di "Quinto Potere", forse il suo film più celebre, è deceduto nella sua abitazione di Manhattan. Da tempo aveva un linfoma.
LA BIOGRAFIA
Se l'obiettivo di ogni film è quello di intrattenere, le pellicole di Sidney Lumet avevano la pretesa di andare oltre. Di costringere lo spettatore a riflettere su un aspetto o l'altro della propria coscienza e stimolare riflessioni. Di porlo di fronte a tematiche sociali, alla corruzione dell'essere umano, ma anche al suo coraggio. Questo è quello che una volta aveva scritto lo stesso Lumet, questa era la sua idea di cinema.
Nato a Philadelphia nel 1924, si trasferisce a New York da bambino; con la città manterrà un legame indissolubile, visto che nella città che non dorme mai gira la maggior parte dei suoi film, preferendo le sporche strade del Bronx o di Manhattan a Hollywood.
Il suo debutto dietro la macchina da presa avviene nel 1957, a 33 anni, con "La parola ai giurati", il primo di cinque film girati con l'amico Henry Fonda. Poi dirige Sophia Loren in "Quel tipo di donna" (1959), Anna Magnani e Marlon Brando in "Pelle di serpente" (1960), ancora Henry Fonda nel ruolo del presidente degli Stati Uniti in "A prova d'errore" (1964), Sean Connery nel film "La collina del disonore" (1965).
Ormai regista affermato, negli anni Settanta dirige forse i suoi film di maggiore successo, a partire da "Serpico" (1973) e "Quel pomeriggio di un giorno da cani" (1975), che impongono sul grande schermo un giovane attore di origini italiane, Al Pacino. Poi gira "Assassinio sull'Orient-Express" (1974), tratto da un romanzo di Agatha Christie, e "Quinto potere" (1976), probabilmente il suo film più famoso, una feroce critica al sistema televisivo. La pellicola vince quattro Oscar, tra cui quelli ai due protagonisti, Peter Finch e Faye Dunaway.
Nonostante il successo, Lumet non riesce mai a vincerne uno come miglior regista, nonostante le quattro nomination e le oltre 40 assegnate ai suoi film. Solo nel 2005 l'Academy, con notevole ritardo, gli consegnerà l'Oscar alla carriera.
Negli anni Ottanta gira altre pellicole di successo, come "Trappola mortale" (1982) con Michael Caine, "Il verdetto" (1982) con Paul Newman, "Il mattino dopo" (1986) per il quale Jane Fonda viene nominata all'Oscar, "Sono affari di famiglia" (1989) con Sean Connery e Dustin Hoffman.
Negli anni successivi, invece, i suoi film non riscuotono grande successo. Il suo ultimo lavoro resterà "Onora il padre e la madre" con Ethan Hawke e Philip Seymour Hoffman: in una società immorale e senza dignità, una storia di tragedie e delitti di famiglia. Quella che lascia, invece, è composta da Mary Gimbel, la quarta moglie, dai figliastri Leslie e Bailey e dalle figlie Amy e Jenny, da nove nipoti e un pronipote.
Fonte:
tgcom