Quirinale, a Brancher non serve legittimo impedimento
Il Quirinale rileva: non serve, nessun ministero da organizzare in quanto senza portafoglio
ROMA - "In rapporto a quanto si è letto su qualche quotidiano questa mattina a proposito del ricorso dell'on. Aldo Brancher alla facoltà prevista per i ministri dalla legge sul legittimo impedimento - si legge in una nota del Quirinale - si rileva che non c'é nessun nuovo Ministero da organizzare in quanto l'on. Brancher è stato nominato semplicemente ministro senza portafoglio.
LEGALI, IMPEDIMENTO E' PER LEGGI SU RIFORME - La richiesta di legittimo impedimento dell'onorevole Aldo Brancher nel processo per la scalata ad Antonveneta ''sara' discussa domani in aula da un punto di vista tecnico'', ma non e' motivata con la necessita' di organizzare il nuovo Ministero, bensi' con l'esigenza di portare avanti le norme per le riforme istituzionali. Lo ha detto uno dei legali del neoministro, Filippo Dinacci, il quale ha spiegato che, nella lettera della Presidenza del Consiglio allegata alla richiesta di legittimo impedimento si fa riferimento al numero dei disegni di Legge in tema di riforme allo studio dello stesso Brancher e non, in senso stretto, alla necessita' di organizzare il Ministero. Un altro legale di Brancher, Piermaria Corso, ha aggiunto che ''tutte le questioni procedurali saranno esaminate domani nel corso del dibattimento''. ''Se qualcuno riterra' di introdurre nella discussione - ha osservato - i rilievi posti dal Quirinale sara' il giudice a valutarli''.
VELTRONI, NOMINA INOPINATA, ORA SI DIMETTA - Walter Veltroni chiede le dimissioni del neoministro per l'attuazione del federalismo Aldo Brancher, inteso come "il minimo atto di responsabilità richiesta". Veltroni lo chiede da Bologna, a margine di un convegno sul 'muro di gomma' legato alla strage di Ustica organizato dalla Fondazione Democratica in occasione del trentennale del disastro aereo. "Io penso che il ministro Brancher dovrebbe dimettersi - ha detto - Le ragioni della sua inopinata nomina sono emerse immediatamente nella loro reale natura. Brancher è stato nominato ministro esclusivamente nel tentativo di usufruire del legittimo impedimento per sfuggire a un processo. Il Quirinale ha reso evidente, con la sua nota, la pretestuosità delle motivazioni con le quali il neo ministro ha tentato di usare la sua carica per non rispondere ai magistrati". E ha aggiunto: "Il rapporto diretto tra la nomina e il tentativo di avvalersi immotivatamente del legittimo impedimento, delegittima completamente il ministro Brancher. Le sue dimissioni mi sembrano il minimo atto di responsabilità richiesta".
E. LETTA, UN MACIGNO PAROLE COLLE, SI DIMETTA - "Le parole del Quirinale sono un macigno. Solo le dimissioni del ministro Brancher possono sanare questo scandalo. Le chiediamo per il bene del Paese e per il rispetto delle istituzioni". Lo dichiara il vice segretario del Pd, Enrico Letta.
DI PIETRO, DOPO NOTA COLLE DIMISSIONI SUBITO - "La nota del Quirinale dimostra come Brancher abbia preso in giro non solo i magistrati ma lo stesso Presidente della Repubblica". Lo afferma in una nota il Presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. "L'Italia dei Valori ha sostenuto, sin dal primo momento, che la vera motivazione per cui Berlusconi ha nominato Brancher ministro è quella di permettergli di sfuggire dalle aule del Tribunale per garantirgli l'impunità e non certo quella di farlo lavorare per il Paese. L'IdV chiede le immediate dimissioni di Aldo Brancher e, per questo, presenterà una mozione di sfiducia". "Vogliamo vedere - conclude Di Pietro - il Parlamento da che parte si schiererà. D'altronde il caso Brancher è peggio del caso Scajola".
FINOCCHIARO, QUIRINALE INCONTROVERTIBILE E CHIARO - "Le parole che giungono dal Quirinale sono chiare, nette ed incontrovertibili. Brancher ne tragga le conseguenze, altrimenti in Parlamento non permetteremo che un uso così disinvolto delle istituzioni e delle loro prerogative continui ad oltraggiare la democrazia italiana". Lo afferma Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato.
MELANDRI, ISTITUZIONI USATE COME SCENDILETTO - "Uno dei grandi problemi del nostro Paese è chi usa le istituzioni come uno scendiletto, come fossero un galleggiante da lanciare nei momenti di difficoltà". Lo ha detto Giovanna Melandri (Pd), commentando il rcorso del neo-ministro Aldo BRancher al legittimo impedimento. "In tempi di austerità e di crisi - ha proseguito l'ex ministro del governo Prodi - avevamo duramente criticato la maggioranza per la scelta di istituire un nuovo dicastero, che é, nei fatti, totalmente inutile, avendo competenze sovrapposte ai dicasteri già esistenti, e che costerà ai contribuenti italiani un milione di euro all'anno". "Da oggi - aggiunge Melandri - cade la maschera alla Lega Nord. Proprio il partito che quotidianamente interviene per fustigare i costumi della 'casta' e inveire contro gli sprechi della politica, rimane sostanzialmente silente davanti ad una vicenda così vergognosa. Il silenzio della Lega, deve aprire gli occhi ai tanti elettori che, in buona fede, hanno dato credito alle sue promesse di cambiamento e trasformazione. La maschera è, finalmente, caduta - conclude - e la Lega mostra tutta la sua doppiezza ed ipocrisia".
Fonte:
ANSA