"Repubblica, diffamazione evidente"
Ghedini: "Non vedo nessuno scandalo"
Nessuno scandalo, la diffamazione è evidente. Così Niccolò Ghedini, l'avvocato di Silvio Berlusconi, ribadisce le motivazioni che hanno portato il premier a querelare il quotidiano la Repubblica per le dieci domande sull'affaire Noemi. Il legale, in un'intervista a la Stampa prende le distanze dall'opposizione "non capisco le preoccupazioni di Franceschini e di tutti gli altri. Ci siamo rivolti ai giudici, mica ai marines".
Per Ghedini, dunque, la quesrstione è semplice: "Se costruisco un falso articolo dove dico che Franceschini, Veltroni e Bersani dirigono un'associazione per delinquere di stampo mafioso, magari dedita allo spaccio di droga, in tal caso non è cronaca, tantomeno critica politica. Per noi, è palese diffamazione".
Così evidente da portare il legale del premier da avere "ragionevole certezza" di poter vincere la causa. "Se troveremo giudici super partes -afferma- non potranno che prenderne atto". Il suggerimento dato al Cavaliere di passare alle vie legali, spiega ancora Ghedini, è arrivato da più parti. "Non solo dal sottoscritto - specifica - ma anche da tutti gli altri avvocati interessati alla vicenda. Su Berlusconi, in questi anni, se ne sono dette e scritte di tutti i colori e quasi mai abbiamo reagito. Quando lo si è fatto, come nel caso delle foto di Zappadu, abbiamo ottenuto ragione". Quanto al risarcimento di un milione di euro rischiesto, una precisazione:"E' una cifra indicativa -conclude- che il giudice potrà adeguare" e che sarà devoluta in beneficienza.
Al contrario, nulla da eccepire sull'attacco di Feltri al direttore di Avvenire: ''Più che un attacco, il Giornale ha raccontato il contenuto di una indagine''. Insomma, rimarca il difensore del premier, ''si può discutere sull'opportunità politica di pubblicare o meno quelle carte. Però qui siamo davanti a fatti oggettivi, incontestabili. Questa si chiama cronaca''.
Giornale e Libero: "Ezio Mauro comprò casa con soldi in nero"
Da ultimo l'attacco del Giornale e di Libero al direttore di Repubblica, Ezio Mauro, per l'acquisto di una casa a Roma da 2 miliardi di vecchie lire, pagata in nero. Il quitidiano di Feltri ha pubblicato anche gli assegni che Mauro avrebbe firmato al suo commercialista che poi è sparito con la cassa. Di 2,15 miliardi di euro il dierettore dei Repubblica ne avrebbe dichiarato solo 1,3. Tiutti i dettagli della vicenda sono riportati sul blog di Franco Bechis e ripresi dal Giornale
Fonte:
tgcom