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La Chiesa e le tasse

La CEI- Conferenza Episcopale Italiana, in una seduta presieduta dall’arcivescovo Angelo Bagnasco e tenutasi giorni fa in gran segreto , ha deciso, una volta tanto, di distrarre la sua attenzione dalle coppie di fatto e dai pedofili e di concentrarsi, invece, su un problema forse altrettanto grave, anche se col sesso se la dice poco. Ha trovato il modo di risolvere , almeno sul piano terreno, i problemi più urgenti di quattro milioni di titolari di basse pensioni, prendendo una iniziativa che certamente può essere criticata per ingerenza negli affari dello Stato . Secondo quanto hanno deciso i vescovi in vista della denuncia dei redditi, la Chiesa pagherà nel 2008 le imposte dovute , devolvendo anche gli introiti dell’ otto per mille e rinunciando alle sovvenzioni statali. Solo per queste due voci affluiranno, nelle casse dello Stato, due miliardi di euro, ai quali si aggiungeranno un miliardo e mezzo di euro di finanziamenti pubblici attualmente incassati dalle istituzioni cattoliche che si occupano di sanità e sei miliardi di euro che la Chiesa annualmente non versa grazie alle esenzioni fiscali di cui gode. Altri due miliardi e mezzo di euro verrano ai Comuni dal pagamento dell’ICI - Imposta Comunale sugli Immobili, per un totale complessivo di dodici miliardi di euro. Di conseguenza, la Chiesa, pur senza intaccare il suo cospicuo patrimonio (valutabile, per difetto, in centomila miliardi, quasi interamente composto di opere d'arte, stutture benefiche e chiese) si metterà alla pari con tutti gli italiani che pagano le tasse e soprattutto permetterà ai quattro milioni di pensionati più poveri di incassare nel prossimo anno 1.500 euro a testa, cifra che certamente non gli consente di cenare sulla Costa Smeralda ma comunque gli fa comodo. Per la verità, nel corso del dibattito fra i vescovi erano state avanzate anche altre due ipotesi , quella di destinare ai pensionati l’otto per mille dell’intero patrimonio e un’altra, ancor più estremista, suggerita da un palestinese ( Matteo,19,21) , di darglielo tutto. In tal caso, ai pensionati sarebbero venuti 25 milioni di euro a testa ma la proposta è stata, giustamente, ritenuta impraticabile e, insieme con l’altra, respinta, all’ unanimità. Quella che i vescovi hanno approvato è comunque una buona notizia. Purtroppo ha un difetto: è completamente destituita di fondamento . Se questa ammissione non ci fosse, chi scrive potrebbe anche essere condannato per diffusione di notizie false e tendenziose. Invece può darsi che se la cavi con l’accusa, per altro motivata, di bassa demagogia.

repubblica.it

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