La giustizia cinese ha emesso il suo verdetto di condanna dei movimenti di protesta contadini che hanno scosso il paese lo scorso dicembre. Yu Changwu, l'agricoltore che aveva guidato la protesta nella regione settentrionale dello Heilongjiang, e' stato assegnato ai lavori forzati per due anni dal centro di detenzione di Jiamusi, dove era rinchiuso da un mese. I familiari lo hanno annunciato al quotidiano di Hong Kong "South China Morning Post", dal momento che la lettura della sentenza e' avvenuta a porte chiuse nel carcere dove e' custodito Yu. L'accusa e' quella di aver turbato l'ordine pubblico accompagnando due giornalisti stranieri sul luogo della protesta e parlando con essi, piuttosto che l'aver guidato il movimento in se', hanno dichiarato i familiari.
Secondo il regolamento in vigore da piu' di un anno i giornalisti stranieri hanno liberta' di movimento e di intervista all'interno del paese, per un periodo di tempo che include i Giochi Olimpici. Ma se i giornalisti non devono piu' chiedere autorizzazioni per ottenere interviste, i soggetti intervistati sono ancora sottoposti a ritorsioni da parte delle forze di sicurezza cinesi. L'accusa piu' frequente e' quella di turbare l'ordine pubblico.
Yu Changwu, insieme ad altri 40mila contadini, aveva firmato un documento per chiedere il ritorno nelle loro mani della terra coltivata fino ad oggi in modo collettivo, un metodo che essi giudicano una privazione di diritti per lungo tempo appartenuti ai contadini. La legge cinese non tollera, pero', il principio di proprieta' privata della terra, e anche l'ultima legge approvata lo scorso marzo ed entrata in vigore il 1ottobre conserva il concetto di usufrutto del suolo, che resta di proprieta' dello Stato.
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