Il rapporto della Direzione Nazionale Antimafia si concentra
sulle nuove realtà criminali in Italia provenienti dall'estero
Avanzano le mafie straniere
Russi, cinesi e nigeriani prendono potere
Vogliono controllare prostituzione e immigrazione clandestina
Ma i clan sono attivi anche nell'import export e immobiliare
ROMA - Aziende agricole in Toscana, investimenti immobiliari sulla riviera ligure, persino il controllo di parcheggi di minibus destinati al trasporto di merci e persone tra l'Ucraina e l'Italia e alla consumazione di estorsioni nei confronti degli autisti degli automezzi e dei passeggeri. L'ombra della mafia russa si allarga a macchia d'olio in Italia: dalla Lombardia al Lazio, dalla Toscana al Piemonte, dall'Emilia Romagna fino alle Marche, è stata accertata la presenza di elementi sospetti, soprattutto ai fini del riciclaggio di ricchezze provenienti da illeciti penali. Lo segnala la relazione annuale della Procura Nazionale Antimafia, che dedica un intero capitolo alla geografia delle mafie straniere.
In Lombardia, ad esempio, è stata accertata la presenza di cittadini russi che si dedicano alla ristrutturazione di immobili di grande pregio e alla gestione di ditte di import-export. E tra le attività delinquenziali tipiche, poste in essere in Italia da gruppi criminali dell'ex Unione Sovietica, va rilevato, si legge nella relazione della Dna, il traffico di sostanze stupefacenti sintetiche, quali ecstasy ed eva, di hashish e di eroina derivante dalla coltivazione del papavero da oppio nei territori delle repubbliche dell'Asia centrale e di quelle trans caucasiche, soprattutto l'Azerbaidjan. Le donne vengono, di solito, avviate alla prostituzione o al lavoro di badanti e colf, mentre gli uomini vengono destinati al lavoro in fabbriche tessili o nel settore agricolo.
La comunità cinese in Italia è cresciuta in maniera esponenziale. Comunità cinesi, negli ultimi anni, si sono insediate anche nelle regioni insulari e meridionali.
I settori commerciali praticati dalle comunità cinesi sono quelli della ristorazione, dell'abbigliamento, dell'import-export di prodotti artigianali ed alimentari nonchè quelli alberghiero, turistico e pubblicitario. Ma ciò che maggiormente preoccupa è il fenomeno della immigrazione clandestina, prevalentemente dalla provincia dello Zhejiang. Per poter arrivare in Italia, ciascun clandestino paga una somma variabile dai dieci ai quindicimila euro, molto spesso anticipata da organizzazioni che, in Cina, gestiscono questo tipo di traffico.
Lo stesso avviene per coloro che fungono da mano d'opera sottopagata, prevalentemente in aziende clandestine e le investigazioni svolte hanno messo in evidenza che in Italia non opera un'unica organizzazione criminale cinese, ma numerosi gruppi delinquenziali composti, di norma, da persone aggregatesi secondo la provenienza dalla città di origine della Cina popolare.
Le attività delinquenziali tipiche commesse dai gruppi cinesi vanno dal traffico di clandestini alla falsificazione di documenti, dai sequestri di persona a scopo di estorsione a danno di connazionali, estorsioni, rapine, recupero crediti con metodi intimidatori e violenti, organizzazione del gioco d'azzardo.
Alla tratta di esseri umani, in particolare donne e minori, e allo sfruttamento della prostituzione sono dedite le organizzazioni criminali bulgare. Tra le altre attività illecite, segnala la Dna, anche i furti con destrezza cui si dedicano anche quotidianamente per l'intera giornata e con straordinaria mobilità sul territorio centinaia di donne, molto spesso minori non imputabili, nomadi di etnia Sinta.
Un fenomeno che desta grande preoccupazione è l'aumento dello sfruttamento della prostituzione da parte della criminalità nord-africana, in particolare nigeriana e maghrebina. Vi sono ormai, rileva la Direzione Nazionale Antimafia, interi paesi e arterie nazionali e provinciali che registrano massicce presenze di donne di colore, prevalentemente nigeriane che, arrivate in Italia con la promessa di un lavoro,non riuscendo a pagare il prezzo per l'ingresso clandestino, sono costretto a prostituirsi dietro minaccia.
La maggior parte delle ragazze proviene dal sud della Nigeria. Hanno un'età media tra i 17 ed i 30 anni, diverse sono sposate con figli e spesso sono state abbandonate dai loro mariti. Il fenomeno del crimine organizzato nigeriano risulta in costante aumento nell'intera Italia.
(18 febbraio 2007)
Repubblica.it