MU: UNA TERRA PERDUTA
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In quello che oggi è l'oceano pacifico, si stendeva, circa 12.000 anni fa, un favoloso continente: Mu. Non siamo completamente certe della sua esistenza, ma ci sono molte possibilità che sia così. Tutta la vicenda comincia nel 1868, per parte di un certo colonnello Churchward che a quell'epoca si trovava in India dove era diventato l'assistente di un Gran Sacerdote e studiava con accanimento le iscrizioni di un antico bassorilievo. Traducendo varie crittografie, apprese che gli archivi del tempio dove si trovava, custodivano molte tavolette di argilla: esse erano state redatte dai Naacal (fratelli santi) nella loro terra madre scomparsa: il continente Mu.
Purtroppo le tavolette non potevano essere lette poiché erano conservate in un involucro di tessuto. Il colonnello però, per mezzo di uno stratagemma, riuscì a convincere il Gran Sacerdote a svolgere il loro involucro. Evidentemente anche il Gran Sacerdote era curioso di leggere le tavolette, se si fece convincere così facilmente. Aprì quindi gli involucri e apparvero varie iscrizioni su argilla che furono tradotte dal colonnello Churchward. Le tavolette contenevano nientemeno che la storia dell'umanità dall'inizio e la storia dello sprofondamento, avvenuto 12000 anni fa, del continente Mu. In Messico, nel frattempo, un geologo inglese, un certo William Niven, aveva rinvenuto delle tavolette con iscrizioni indecifrabili. Churchward, osservate le iscrizioni, disse che erano identiche a quelle che egli aveva veduto in quel lontano tempio indiano. E c'era di più: il colonnello disse che con la chiave indù era riuscito a tradurre due famosi testi maya: il "Codex Cortesianus" e il "Manoscritto Troano". Convinto dell'universalità della civiltà di Mu, Churchward si mise in giro per il mondo per trovare conferme alla sua scoperta. Il popolo di Mu avrebbe infatti colonizzato il mondo intero. Si chiamava, nella propria lingua, Uighur e avrebbe avuto la capitale in Asia, precisamente dove il professore russo Koslov aveva scoperto, nel deserto di Gobi, in Cina, a 50 piedi di profondità sotto le rovine della città di Khara-Khota, una tomba dipinta, vecchia di almeno 18000 anni. In essa vi erano i resti di un re e di una regina fregiati, secondo il colonnello Churchward, delle insegne di Mu, una M, il Tau ed un cerchio attraversato verticalmente da una linea. Un manoscritto scoperto in un antico tempio di Lhasa, in Tibet, racconterebbe anch'esso la fine di Mu.
Inoltre, il vasellame trovato a Glozel, in francia, nel 1925 riprodurrebbe i segni e la scrittura di Uighur. L'apogeo di Mu daterebbe da 75000 anni ma l'impero vero e proprio risalirebbe a 50000 anni fa.
Il colonnello Churchward non ha mai fornito le prove delle sue famose tavolette di argilla indù, ma certamente non se l'è inventate. Forse la sua teoria non è vera, ma bisogna considerare che quello che lui affermava nella seconda metà del XIX secolo si ritrova confermata nei ritrovamenti di Glozel (avvenuti 50 anni dopo) e di Tiahuanaco. Un altro punto a favore della buona fede del colonnello è che egli sperperò la sua fortuna nei giri fatti intorno al mondo per trovare una conferma alla sua storia.
Forse Mu è un'invenzione o forse no. Un giorno forse lo sapremo.