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MODERATORE

SUPERSAGGIO
Santi soldi/ L'America avverte il Vaticano:
non fate molto per l'antiriciclaggio,
rischiate di far passare i soldi per i terroristi



I funzionari americani mandano un avvertimento importante al Vaticano: deve fare di più sull'antiriclaggio e ratificare la convenzione Onu contro la Corruzione perché se le misure volute da Benedetto XVI non si rivelassero sufficientemente adeguate attraverso le sue istituzioni finanziarie potrebbero anche passare soldi per il finanziamento del terrorismo internazionale. Ma prendono un granchio nei rimproveri alla Santa Sede. Parola del Dipartimento di Stato americano che ha pubblicato oggi il suo "International Narcotics Control Strategy Report. Un rapporto in due volumi, uno sul traffico di droga e uno sul riciclaggio e i crimini finanziari, all'interno del quale la Santa sede viene indicata come paese potenzialmente esposto al rischio riciclaggio. Il paragrafo si intitola "Principali paesi colpiti dal riciclaggio di denaro sporco" e, per la prima volta, a entrare nell'elenco dei paesi indicati come "jurisdiction of concern" (cioè quei paesi che sollevano dubbi negli investigatori) è la Santa Sede.

I RILIEVI MOSSI ALLA SANTA SEDE - In particolare, al Vaticano vengono mossi cinque rilievi: non ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite contro il traffico illecito di narcotici e sostanze psicotrope, del 20 dicembre 1988, firmata dalla Santa Sede. Inoltre, non ha aderito alla Convenzione Internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo, del 9 dicembre 1999, e alla Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale, del 15 novembre 2000. Ma attenzione: questi tre testi legislativi sono stati ratificati dalla Santa Sede il 26 gennaio di quest'anno, con un comunicato diffuso dal segretario di Stato Tarcisio Bertone (clicca qui). Solo che gli americani non lo sanno. E bocciano il Vaticano. Ma hanno ragione su due punti: ad oggi la Santa Sede non ha ratificato la Convenzione Onu contro la corruzione e non ha ricevuto sanzioni da parte degli USA o a livello internazionale.

ITALIA A FORTE RISCHIO, VATICANO POTENZIALE - Precisamente, il report offre un primo gruppo di paesi, ossia la jurisdiction of primary concern, con 66 paesi tra cui Cina, Russia, Brasile (i paesi BRICS, guarda caso), Colombia, Iraq, Francia, USA e Italia. In questi c'è il forte rischio che possa essere riciclato o passi denaro dal traffico di droga, per esempio. Poi abbiamo i paesi "preoccupanti", tra cui Albania, Egitto, Portogallo, Yemen, Marocco, Monaco e ora il Vaticano. E infine i paesi cosiddetti "monitorati", che al momento comunque non pongono grosse preoccupazioni. I funzionari americani spiegano che ogni anno vengono monitorate "le situazioni di antiriciclaggio in 200 paesi. L'analisi comprende una valutazione sul significato delle transazioni finanziarie nelle istituzioni del paese che possono comportare infiltrazioni criminali, passi presi o non presi per rispondere al crimine finanziario e il riciclaggio di denaro sporco, la vulnerabilità di ogni paese al riciclaggio, la conformità delle leggi e politiche intraprese agli standard internazionali, l'efficacia con cui il governo ha agito e la volontà politica del governo di prendere le azioni necessarie". Ecco, su questo punto, "conformità delle leggi e politiche", il Vaticano ha risposto in tempi abbastanza recenti con la legge 127 del dicembre 2010 istitutiva dell'AIF, l'autorità antiriciclaggio vaticana presieduta dal Cardinale Attilio Nicora. Che alla fine di gennaio 2012 ha visto un ridimensionamento delle sue prerogative. Sono infatti entrate in vigore le modifiche alla legge vaticana 127 che nel 2010 aveva imposto all'Aif la competenza in tema di antiriciclaggio. Adesso la responsabilità dovrà essere coesercitata insieme alla Segreteria di Stato, la Pontificia Commissione per lo Stato Città del Vaticano che esercita il potere legislativo ed è guidata da monsignor Giuseppe Bertello (considerato vicino a Bertone), e l'Aif di Nicora.


TIMORE TERRORISMO- Il report indica la valutazione dei paesi: quelli di primary concern presentano un'implementazione delle leggi antiriciclaggio "critica" per il flusso di denaro e l'attività criminale svolta. Quelli di semplice "concern", come il Vaticano, vengono distinti dalla categoria più bassa, i "monitorati", sulla base di alcuni fattori - scrivono i funzionari USA - "Che possono includere: 1) se le istituzioni finanziarie del paese finiscono coinvolte in transazioni che raccolgono quantità significative di denaro proveniente da reati gravi; 2) l'ampiezza con cui l'ordinamento giurdico del paese è o resta vulnerabile al riciclaggio, nonostante le sue norme antiriciclaggio, se presenti"; 3) La natura e l'ampiezza del fenomeno del riciclaggio in ogni paese (per esempio se vi entrano soldi dalla droga o altro contrabbando); 4) I modi in cui il governo USA considera la situazione in quanto dotata di ramificazioni internazionali; 5) L'impatto della situazione sugli interessi americani; 6) Se il paese ha preso le giuste azioni normative per risolvere problemi specifici; 7) Se c'è una mancanza di supervisione e autorizzazione di centri finanziari offshore e business; 8) Se le leggi del paese vengano effettivamente applicate; e 9) Dove vengono coinvolti interessi americani, il grado di cooperazione tra il governo straniero e il governo americano". Non è tutto: "Infine, date le preoccupazioni sulle sempre più crescenti relazioni tra norme antiriciclaggio inadeguate e il finanziamento terroristico, il finanziamento del terrorismo è un fattore aggiuntivo che viene preso in considerazione nel decidere in quale categoria classificare una nazione, e cioè se Jurisdiction of Concern o Other Jurisdiction Monitored". Il Vaticano rientra nella categoria "concern", quindi i timori degli americani sono quantomeno pesanti. E ancora: "Mentre l'attuale problema del riciclaggio nei paesi classificati come 'concern' non è così acuto come quello nei paesi classificati come di 'primary concern, devono in ogni caso sforzarsi di sviluppare o migliorare i loro regimi antiriclaggio". Un chiaro messaggio per la Santa Sede e tutti i paesi coinvolti in questa lista.

I FATTORI DI VULNERABILITA'- Il report prosegue, a proposito dei fattori di vunerabilità dell'ordinamento giuridico di un paese al riciclaggio finanziario: "L'attuale capacità dei riciclatori di denaro sporco a penetrare qualsiasi sistema finanziario rende ogni nazione un potenziale centro di riciclaggio. Non c'è una misura precisa della vulnerabilità di un sistema finanziario e non tutti i sistemi finanziari vulnerabili potranno di fatto raccogliere ampie quantità di denaro sporco". Ma tra i segnali del rischio riciclaggio ci sono vari fattori: "Incapacità a individuare come reato il riciclaggio e catalogarlo insieme a tutti i reati più importanti, o limitare il danno ai minimi termini; segreto bancario troppo rigido che impedisce le indagini o proibisce o inibisce il reporting di transazioni molto ingenti e/o sospette o insolite sia da parte delle banche o da parte di istituzioni non bancarie". Bisogna dire che nello specifico lo IOR, la Banca vaticana guidata da Ettore Gotti Tedeschi, ha vietato l'intestazione dei conti a nomi di fantasia e operato molto per la trasparenza nei mesi scorsi. E anche l'ultimo requisito, "Assenza di un'ente centrale di reporting che riceva, analizzi, trasmetta alle autorità competenti informazioni su transazioni di grosse somme, sospette o insolite che identifichino una possibile attività di riciclaggio" sembra essere soddisfatto dalla presenza dell'Aif di Nicora. Inquietante questo requisito: "Paesi in cui organizzazioni onlus o sistemi di rimessa alternativi, a causa della loro natura non regolamentata né supervisionata, vengono usati come mezzi di riciclaggio o finanziamento al terrorismo". Infine una precisazione sull'elenco presentato nelle tabelle del report: "L'identificazione come principale paese colpito dal riciclaggio di denaro sporco si basa su se la nazione o le sue istituzioni finanziarie autorizzino o compiano transazioni finanziarie che importino ampie quantità di denaro proveniente da reati molto pesanti. Non è basato su una valutazione della base legale del paese per la lotta al riciclaggio; il suo ruolo nel finanziamento del terrorismo internazionale; o il grado della sua cooperazione nella lotta internazionale al riciclaggio. Questi fattori, tuttavia, vengono inclusi tra i fattori di vulnerabilità che guidano la scelta del posizionamento di un paese o un ordinamento nelle categorie 'Jurisdictions of Concern' o 'Other Jurisdictions monitored'".

LE REAZIONI VATICANE- Naturalmente questo si è fatto sentire in Vaticano. Una fonte sentita da Affari spiega: "Documenti e corvi non hanno aiutato l'immagine della Chiesa, peraltro questo è un avvertimento da parte degli americani che certo non passerà sotto silenzio. Prevedo notti dai lunghi coltelli. E qualche poltrona finirà per vacillare pesantemente", conclude.

Antonino D'Anna

Fonte: affaritaliani


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